Il Natale era sempre stata la mia festa preferita.
Quando ero piccola adoravo sedermi sulla cassapanca di legno proprio sotto la finestra dello studio di mia madre, con la manina toglievo la condensa che si formava sul vetro, ci spiaccicavo il naso, incurante della superficie gelida, e con un sorriso ebete me ne stavo ore ed ore ad osservare le lucine colorate del giardino che risaltavano sul bianco della neve.Oppure amavo starmene a gambe incrociate sul tappeto soffice in salotto, davanti al camino scoppiettante, con la luce aranciata che proiettava lunghe ombre sul muro candido. In quei momenti adoravo sorseggiare cioccolata calda, mentre leggevo le mie fiabe preferite.
Nei miei ricordi potevo ancora sentire l'odore invitante che proveniva dalla cucina e si irradiava in tutta la casa, il profumo del mastodontico abete, addobbato ogni anno in modo diverso, oppure il sottofondo di musica natalizia durante il sontuoso pranzo di Natale, il chiacchiericcio allegro di Sting, i calici che tintinnavano.
Era tutto ben stampato nella mia mente, ed ogni volta, durante le feste natalizie, riaffioravano come per magia ed io mi ritrovavo ad essere di nuovo quella bambina che si emozionava per un fiocco di neve, oppure che piangeva per la fine di una storia, ma che subito veniva consolata con una caramella o con un altro libro in mano.
Anche adesso, seduta sul parquet, davanti al camino della casa degli Eucliffe, con la schiena appoggiata al sontuoso divano in velluto e con un romanzo in bilico sulle ginocchia, mi sentivo ancora piccola e felice, nonostante la mancanza di mia madre e la non presenza di mio padre.
Era la sera della Vigilia di Natale, io e Sting, come da tradizione, stavamo aspettando la mezzanotte per scambiarci i regali e bere latte e biscotti.
Poteva sembrare un po' misera come tradizione, ma a noi piaceva così, era un momento solo nostro, molto più intimo del pomposo ricevimento a cui partecipavano i suoi genitori, ed infinitamente più dolce.
Ogni Natale era la stessa storia, ormai ero praticamente una figlia acquisita per la famiglia di Sting, anche perché non festeggiavo con mio padre dalla morte della mamma.
In realtà neanche in quei casi, visto che lui si rintanava in ufficio tutti i giorni e ne usciva solo per sbocconcellare qualcosa o per partecipare agli eventi ufficiali.
Nonostante questo, non avevo mai perso la voglia di immergermi completamente nell'aria natalizia."Lucy, mancano cinque minuti alla mezzanotte, vado a prendere il tuo regalo!" Mi riscosse Sting dai pensieri.
Non potei fare a meno di ridere a quella scena.
Si era alzato dal divano con un sorriso radioso. Indossava il suo fantastico pigiama rosso di flanella con le renne, che iniziava decisamente a stargli stretto e corto, i suoi capelli biondi erano tutti arruffati ed infine aveva una macchia di cioccolata sulla guancia.
Sembrava proprio il bambino dei miei ricordi, non l'adulto che ormai era diventato.
"Vedrai, ti piacerà tantissimo." Esclamò, dirigendosi come una furia su per le scale.
Scossi la testa divertita, prima di infilare la mano sotto il divano e trarne un pacchetto dall'involto colorato.
Io ero molto più pratica, ogni volta nascondevo il mio regalo sotto il divano, mentre lui ci metteva sempre un'infinità nel prendere il suo.
Anche perché, tutti gli anni scendeva dalle scale a mezzanotte precisa, tutto agghindato come se fosse stato realmente Babbo Natale, si metteva la barba finta sulla faccia, il cappello rosso e sempre la stessa coperta sulla spalla a mo' di sacco, dove all'interno avrei trovato il mio bellissimo regalo.Quest'anno avevo seriamente rischiato di non passare le feste con lui, complice la litigata di qualche tempo fa. Non mi aveva rivolto la parola per giorni interi.
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I'm Fired Up, Lucy. (Nalu)
FanfictieLa vita di Lucy, allegra e brillante studentessa di lettere, viene improvvisamente sconvolta dall'apparizione del nuovo coinquilino del suo migliore amico: un affascinante ragazzo dai capelli color ciliegio e dalla personalità esplosiva. Tra risate...