Camminando per le vie di Londra, stretta alla sua mano, che non la lasciava un attimo, Sanem comprese perché Can l'avesse definita una signora austera di antiche maniere. Il vecchio ed il nuovo si intrecciavano e si susseguivano in ogni dove. Dietro le facciate esterne dei palazzi d'epoca, lavori di ristrutturazione avevano portato la modernità, senza però creare disagio alla vista, che apprezzava entrambi gli aspetti. C'era gente ovunque, molti erano turisti provenienti da ogni angolo del mondo che, con i cellulari, immortalavano vari momenti della vita londinese, cogliendone non solo le immagini ma anche i suoni.
A Sanem, che non aveva mai viaggiato e, ancor meno, aveva varcato i confini della Turchia, sembrava di essere nel Paese dei Balocchi.
C'erano talmente tante cose da vedere, luoghi da scoprire da rimanerne ubriachi.
Can la condusse sulla ruota panoramica, la London Eye per godere da lassù una vista a 360° della città. Poi fu la volta del palazzo di Westminster e del Big Ben ed infine della Royal Opera House, dove lei aveva sognato di potersi esibire, un giorno.
Grazie alla capacità di persuasione di Can, riuscirono ad entrare mentre un gruppo di ballerini del Royal Ballet erano impegnati a provare alcune coreografie. Sanem rimase incantata a guardarli. Aveva quasi l'impressione di essere lì, sul palco, insieme a loro. Sentiva i muscoli delle gambe bruciare per lo sforzo, i piedi dolere ed il respiro farsi più accelerato, ma non provò malinconia o tristezza, al contrario, una sensazione di estremo benessere la invase e, allora, comprese. Comprese che il suo posto non era lì su quel palco, per quanto lo avesse creduto, ma accanto a quell'uomo meraviglioso che adesso la stava osservando, temendo di aver commesso l'ennesimo sbaglio.
"Stai bene Sanem?" le chiese preoccupato, notando che aveva gli occhi lucidi.
"Oh sì, sto benissimo e lo sai perché?"
Can scosse leggermente la testa e lei proseguì afferrandogli nuovamente la mano: "Perché sono esattamente dove voglio essere...accanto a te. Amerò sempre la danza ma credo che mi abbia tolto più di quanto mi abbia dato ed in questo l'incidente non c'entra. E' bello avere dei sogni e tentare di realizzarli, ma è ancora più bello trovare qualcuno con cui sognare insieme. Alla fine di uno spettacolo ti senti elettrizzata, tutti ti applaudono e si congratulano con te, ma dura un attimo e poi??? Cosa ti rimane, poi? Nulla!! Se non il desiderio di tornare ad esibirti al più presto, per essere di nuovo acclamata ed osannata, perché diventa una droga, una sorta di dipendenza senza la quale tu pensi di non valere niente. Io non voglio questo Can. Io voglio avere un rifugio a cui tornare ogni sera, che mi accolga con il suo calore ed il suo amore e quel rifugio, per me, sei tu!"
Cosa poteva risponderle? Si sentì emozionato come non lo era mai stato. Quella dichiarazione valeva più di tutti i "ti amo" che aveva pronunciato e ricevuto. Senti gli occhi inumidirsi ma non voleva farsi vedere piangere così se la tirò al petto e la strinse forte, baciandole il capo.
"Sanem Aydin mi hai messo ko!" le sussurrò commosso.
"Can Divit, non crederai di cavartela con così poco" disse lei di rimando, cercando di riportare la conversazione su toni più spensierati.
"Mmmmmm, sentiamo cos'hai in mente?"
"Beh visto che sei così abile in cucina mentre io sono un totale disastro, potresti preparare la cena..."
"Davvero non sai cucinare? "chiese Can sorpreso.
"Mi dispiace per te, ma tranne il tè, tutto quello che cucino risulta immangiabile...Chiedi a mio padre!"
Can si finse pensieroso e poi replicò: "Credo di poterlo sopportare...in fondo sei brava in tante altre cose..."
Una volta usciti dal teatro Can si rese conto che Sanem cominciava a zoppicare notevolmente. Si diede dello stupido per non aver considerato che quel tour avrebbe potuto affaticarla troppo e, per non farla sentire a disagio, propose di prendere un taxi che li riportasse a casa. "Non so tu, ma io sono stanco morto e non riesco a muovere un passo in più" le disse per poi fornire l'indirizzo all'autista ed aiutarla a salire.
Quella stessa sera mentre Can preparava la cena sotto lo sguardo attento di Sanem le chiese: "Mi hai detto che insegni a dei bambini...ti va di parlarmene?"
"Ohh certo! Dopo aver scoperto la verità sul mio incidente non me la sono più sentita di tornare alla Green Cosmetics. Lavorare con Cemal non mi avrebbe permesso di dimenticare o, quantomeno, di andare avanti, così ho dato le dimissioni. Quelli della Turkey Cosmetics, però, non mi davano pace. Volevano assolutamente uscire con lo spot pubblicitario che TU hai montato. Sono stata molto combattuta, devo ammetterlo, ero terrorizzata, ma poi ho pensato a Serkan, a tutto quello che aveva fatto per me, a quello che mi aveva detto Osman, a mio padre....a te...e alla fine ho accettato. Con i soldi ottenuti ho deciso di riaprire la scuola di danza di mia madre. Osman e Serkan hanno pensato che fosse una splendida idea e mi hanno dato una mano....ma volevo che fosse speciale così l'ho destinata a tutti colori che hanno delle difficoltà motorie, proprio come me!"
Pronunciò quelle ultime parole con una tale naturalezza e serenità che Can ne rimase colpito e pensò che quella era proprio la Sanem che voleva vedere e di cui si era innamorato.
"E tu?" gli chiese Sanem
"Io cosa??"
"Beh tu cosa hai fatto in questi mesi??"
"Lo vuoi sapere davvero?" e senza aspettare risposta proseguì:" Ho pensato a te ogni giorno, mi sono maledetto ogni giorno per quello che ti aveva fatto, per aver agito alle tue spalle, per aver aggiunto dolore al tuo dolore....ma non avevo alternative o, almeno, io non ne ho trovate. Ma adesso sono felice...e lo sarei anche se tu non fossi tornata da me. Il mio scopo non era averti, o almeno non era solo quello, ma guarirti, facendo vedere a te stessa ed al mondo intero quanta magia c'è in te"
"Can Divit te l'ho già detto che ti amo, vero?"
"Oh sì ma se me lo ripeti non mi dispiace affatto!"
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LA MAGIA DELL'IMPERFEZIONE
RomanceOgnuno di noi ha qualcosa che lo rende unico. Spesso questo qualcosa è invisibile agli occhi e sfugge a un primo sguardo, abituato a cercare la perfezione e dove non la trova non si sofferma, passa oltre perdendo così, il più delle volte, la vera be...