"Sig. Divit! Che sorpresa vederla qui, anche se in fondo ci speravo" con queste parole Ferit Yilmaz accolse Can nella sua casa, un paio di settimane dopo.
"Sig. Yilmaz la trovo davvero in ottima forma!"
I due uomini si strinsero la mano e poi si ritirarono nello studio. Fu Can, senza tanti preamboli, ad introdurre l'argomento che gli stava a cuore: "Il mio socio Luke Patterson mi ha messo al corrente della sua intenzione di ritirarsi a vita privata e di vendere le sue quote alla Turkey Cosmetics.."
"Esatto! Ormai ho una certa età e voglio godermi in pace gli ultimi anni che Allah mi concederà. Immagino che sappia anche a quale condizione ho deciso do trasferire le quote..."
"Certamente ed è per questo che sono qui....Per capire..."
Il sig. Yilmaz respirò profondamente: "Forse sto cercando, in qualche modo, di riparare al male che ho fatto o più semplicemente cerco di lavarmi la coscienza..."
"Vendendo alla Turkey?" chiese scettico Can.
"Vede sig. Divit ho dedicato tutta la mia via alla Green Cosmetics, come ben sa, poi mi sono rimesso in gioco per salvarla e ci sono riuscito, anche e, soprattutto, grazie al suo aiuto. Non voglio che tutto sia stato vano e Cemal non sarebbe in grado di gestire la società. Lo so io e lo sanno anche i vertici della Turkey..."
"Ma io non credo che suo figlio accetterebbe mai di lavorare sotto le mie direttive.."
"Beh questo non è un mio problema. Cemal ha sempre goduto di un sacco di vantaggi per il fatto di essere mio figlio. E' giunta l'ora che impari a cavarsela da solo. Se vuole lavorare con lei, bene, altrimenti è liberissimo di andarsene e trovarsi un nuovo lavoro. Io certo non interferirò su questo."
"Ma perché proprio io?" chiese ancora Can che ancora non riusciva a capire.
"Perché lei è un uomo capace Divit! E poi perché ho un animo romantico....Sono a conoscenza della sua relazione con Sanem e non potrei esserne più felice, ma immagino che vivere in Paesi diversi non aiuti. Inoltre so anche della scuola che Sanem ha messo in piedi e non voglio che lei debba rinunciarci per seguirla in Inghilterra. Così do a lei la possibilità di trasferirsi qui..."
"Immagino che si aspetti che io la ringrazi.." ipotizzò Can
Il sig. Ferit lo osservò, per nulla offeso :" In realtà no. Perché quello che le propongo non è una passeggiata. Si tratta di dirigere un'azienda e darne conto alla Turkey Cosmetics. L'accordo prevede le mie azioni per la sua nomina, ma una volta ottenuta quella sedia, starà a lei mantenerla!"
"Ho capito" disse Can alzandosi pronto a porre fine a quel colloquio "mi dia un paio di giorni e le darò una risposta"
"Non c'è fretta, immagino che ne debba discutere anche con al signorina Aydin.."
"Esatto, in fondo si tratta del futuro di entrambi."
In realtà Can aveva già deciso: avrebbe chiesto a Sanem di sposarlo e se lei avesse detto SI' avrebbe accettato la proposta di Yilmaz. In caso contrario avrebbe declinato l'offerta e sarebbe tornato a Londra.
Con il cuore in tumulto si diresse alla palestra di Osman dove Sanem lo stava aspettando. Gli aveva detto di andare lì perché doveva mostrargli qualcosa, ma non aveva voluto scendere nei particolari e man mano che si avvicinava al luogo dell'incontro la sua curiosità aumentava.
Forse era una nuova coreografia, si diceva o forse voleva mostrargli i successi di un allievo.
Can infatti aveva conosciuto i bambini di Sanem e con alcuni di loro era nata anche una tenera amicizia, tanto che lui si teneva costantemente informato sui loro progressi.
Quando arrivò, parcheggiò l'auto davanti all'ingresso e si diresse a passo deciso verso la sala prove.
Improvvisamente si accorse che c'era qualcosa di insolito: uno strano silenzio. Né musica, né lo scalpiccio dei bambini o il loro chiacchiericcio, né le loro risate e talvolta i loro pianti...Nulla di tutto ciò. Can si fermò un attimo, perplesso, controllando l'ora, pensando di essere arrivato tardi, ma erano esattamente le 17.00 e Sanem gli aveva detto di raggiungerlo a quell'ora...quindi???
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LA MAGIA DELL'IMPERFEZIONE
Любовные романыOgnuno di noi ha qualcosa che lo rende unico. Spesso questo qualcosa è invisibile agli occhi e sfugge a un primo sguardo, abituato a cercare la perfezione e dove non la trova non si sofferma, passa oltre perdendo così, il più delle volte, la vera be...