L'acqua diventa sempre più scura e si alza un vento che mi fa rabbrividire nonostante lo sforzo di remare.
Siamo circa a metà percorso.
Erald si gira verso di me: "Che ne dici se allunghiamo un po' e approdiamo più a nord? Così facciamo meno strada a piedi.""Ok, come vuoi." Mi rendo conto anche io che il tono della mia risposta è stanco e un po' scoraggiato. Nella mia testa però sarei dovuta tornare a casa e invece sono piombata in questa versione di New York che mi risulta estranea, distante e che non riconosco.
Mano a mano che ci avviciniamo alla riva opposta osservo sconcertata come gli edifici più alti siano distrutti. Le strade sono vuote, nessuna macchina o taxi giallo in giro. Il silenzio è assordante nella città che un tempo non dormiva mai.
Ad un tratto qualcosa urta conto la barca e la fa pericolosamente rollare. Alcuni schizzi d'acqua mi colpiscono il volto e quasi rischio di far cadere il remo sinistro.
"Ma cosa diavolo è stato?" Mi guardo intorno senza vedere nulla di preciso.
Erald si gira verso di me e la sua faccia a punto interrogativo è una risposta sufficiente.
Comincia però a remare con più forza ed energia. Io cerco di stargli dietro ma la schiena, per via della ferita, mi fa sempre più male.
Un altro urto, questa volta ancora più forte.
Erald decide di cambiare direzione e andare dritto per dritto verso la sponda opposta. Forse è più prudente stare meno nell'acqua.
Mi giro di scatto verso destra perché con la coda dell'occhio noto una macchia scura vicino alla superficie. È qualcosa dalla forma serpentinea e davvero enorme, che non ha motivo di esistere né di nuotare nell'East River!
Ma dopo le termiti giganti sto iniziando a pensare che dobbiamo aspettarci di tutto. Non siamo più nella realtà che conoscevo e che ho lasciato più di un anno fa. Siamo in un nuovo mondo, alieno e pericoloso, di cui ancora non conosco le regole d'ingaggio e questo può farci ammazzare.
Mancano solo una quindicina di metri per raggiungere delle scalette che si immergono e finiscono direttamente in acqua.
A quel punto vedo le spire di quello che potrei definire solo come un serpente marino, uscire dalla superficie, sinuose e piene di scaglie. Ha un diametro di almeno un metro e non saprei dire quanto sia lungo. Ruota su sé stesso e punta di nuovo verso di noi. Forse si è reso conto che stiamo raggiungendo la salvezza e ha smesso di giocare con le sue prede."Erald muoviamoci! Sta tornando indietro."
Remiamo con tutte le nostre forze e poco dopo tocchiamo finalmente la base delle scale.
"Forza Mak, salta giù."Non me lo faccio ripetere. Lascio i due remi e mi lancio sull'ultimo gradino semi immerso nell'acqua gelida. Mi giro per vedere dove sia Erald. Anche lui si è alzato e nonostante il rollio riesce a tenersi in equilibrio. Salgo velocemente i gradini, anche per fargli spazio, e sento che Erald con un salto raggiunge le scale in pietra. Non faccio in tempo a dire che ce l'abbiamo fatta che il serpente collide con la piccola barca e la fa andare in pezzi. Erald si butta su di me per coprirmi dalle schegge di legno impazzite.
La sua bocca vicino al mio orecchio sussurra: "Tutto bene?" Poi senza aspettare una mia risposta, mi prende per mano e mi trascina fino al livello della strada.
Abbiamo entrambi il fiatone e ci guardiamo con occhi sbarrati e spiritati, ancora increduli.
Lui poi mi sorride tranquillo, come se nulla fosse, e dice: "Visto che ce l'abbiamo fatta? Ora andiamo dal tuo Simon."Mi spunta un sorriso in risposta e lo abbraccio. "Grazie, senza di te non ce l'avrei mai fatta."
Lui scuote la testa: "È merito di entrambi. Siamo riusciti in questa impresa insieme, ma non è ancora finita. Non sarò felice finché non ti avrò vista tra le braccia del tuo amore." E mi dà una gomitata giocosa sul fianco.
Oscuri pensieri però, mi fanno perdere il sorriso appena conquistato perché cosa mi dice che Simon sia ancora vivo? O che mi abbia aspettato? Non so nemmeno quanto tempo sia effettivamente passato dal mio rapimento ma comunque non lo biasimerei se si fosse rifatto una vita.
Devo trovarlo e affrontare la situazione. Non sapere è alla fine decisamente peggio che conoscere la verità. No?Un passo alla volta.
Ci incamminiamo verso quello che un tempo era il quartiere generale delle tigri bianche. Se l'edificio è ancora in piedi e se lui si trova ancora là... tante domande, troppe.
Un passo alla volta, Mak. Da qualche parte dovrai pur cominciare.
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The Bounty Hunter - Hunted (Vol. 4)
FantasyIl mondo è cambiato da tempo: sono ormai più di 60 anni che gli esseri umani non rappresentano la specie dominante e le Autorità hanno dovuto creare delle leggi specifiche per evitarne la completa estinzione. Makhaira è un'eccezionale bounty hunter...