Capitolo 30

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Tobias

Finalmente sono fuori dall'ospedale. Julia si è offerta di rimanere con me questa notte, ma ho dovuto rifiutare. Negli ultimi tempi mi sta col fiato sul collo, nonostante siamo amici di lunga data, non mi piace per nulla. Stasera voglio recuperare il tempo perso in coma, non ho bisogno della balia.

All’uscita dell’ospedale vi erano tre colossi che mi aspettavano per accompagnarmi a casa. A quanto dice Chris servono per la mia sicurezza.

Giunto a destinazione, il mio unico desiderio è potermi buttare sotto la doccia, per togliermi la sensazione di sterile e disinfettante che mi opprime. L’appartamento è come lo avevo lasciato, a parte l’aggiunta di polvere sui mobili. Nei prossimi giorni dovrò far tornare la donna delle pulizie. 

Con poca agilità e le stampelle che mi intralciano, cerco di dirigermi verso la camera padronale, ma una guardia mi intralcia la strada. 

«Signore, dobbiamo controllare l’appartamento, la prego di aspettare all'esterno.»

Questo è fuori di melone. Possibile che non possa girare in casa mia come voglio, perché questo qua deve fare l’agente segreto? Vorrei rispondergli a modo, ma sono ancora troppo frastornato per protestare. Quindi prendo le stampelle e porto il mio bel culo fuori di qui. Mi sono già stancato di essere pedinato da questi tre buffoni. 

All’uscita dall’ospedale mi hanno riconsegnato le chiavi della mia Doge, la famosa macchina dell’incidente… è già stata tirata a nuovo, quindi decido di svignarmela per non avere nessuno in mezzo ai piedi. 

Appena avvio il motore dell'auto arriva la chiamata di Chris: 

«Amico, ho saputo che te la sei svignata», dice con tono estremamente serio. 

«Non ho bisogno di paternali, Chris. So cavarmela benissimo da solo.»

«Vieni al Sip & Bite, che beviamo qualcosa insieme. Ti aspetto.» Ottimo, chissà con chi sarà. Sicuro con qualche mora, lui ha gusti particolari che deve rispettare, tipo un casting per mignotte. 

Non voglio andare lì a mani vuote, penso che porterò qualche amichetta anche io. Cerco il contatto di Bella, oppure Selena, o come cazzo si chiama l’ultima con cui sono uscito e per fortuna mi risponde la ragazza giusta: «Senti, piccola. Ti va di venire a fare un giro?»

«Certamente! Mi sei mancato moltissimo, dovrai farti perdonare per la tua assenza… dove andiamo? Cosa mi devo mettere?» 

«Mettiti quello che vuoi, tesoro. Mi importa poco, starai comunque benissimo.» Chiudo la chiamata e mi concentro sul tragitto che devo percorrere. Non mi sembra vero di essere alla guida della mia amata auto, è tutto così surreale, come se fossi appena uscito da un brutto incubo. Respiro a pieni polmoni grato di essere in vita, ancora più convinto di dovermi godere questa serata. 

Passo a prendere la ragazza e ci dirigiamo al bar. È davvero un gran figa e bravo Tobias, te le sai scegliere bene, nonostante poi te le dimentichi tutte. La osservo nel suo vestito striminzito da cui spuntano delle lunghe gambe longilinee, la sua espressione ammiccante non lascia alcun dubbio. Come neppure il suo gesto sbarazzino di spostarsi una ciocca di capelli biondi dietro l'orecchio e accarezzarsi la pelle bronzea giù per il collo, fino al solco dei seni. Con nonchalance le poso una mano sulla coscia e lei non spreca neanche un secondo, divaricandole. Continuo a salire sempre più su è noto che le ho già fatto effetto, le mutandine di pizzo sono fradice sotto il mio tocco, sposto subito la mano, notando che il mio amico la sotto non dà segnali di vita, non dirmi che il coma ha avuto effetti collaterali su di lui.  Sarà perché sono impegnato a guidare e non riesco a concentrarmi bene, meglio pensare dopo a queste cose. 

I see you (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora