Capitolo 30.1: Origami

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Camminiamo per le strade in silenzio e dentro di me esplodo di gioia

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Camminiamo per le strade in silenzio e dentro di me esplodo di gioia. I nostri occhi si incontrano di tanto in tanto e non riesco a nascondere la felicità che provo in questo momento. Lui non partirà. Ha venduto la sua barca per restare. Ho aspettato un anno intero che tornasse, che venisse a prendermi, e adesso è qui, e resterà per sempre o almeno così spero.
È stata una mattinata piena di emozioni, sia dolorose che belle. Ho riso, pianto, ho dato sfogo alle mie paure e ai miei dolori e questa volta, senza lasciare che la rabbia provata durante l'anno senza di lui, mi accecasse. Non vedo l'ora di raccontarlo a Denize! .. Oh no! DENIZE!!
«Vorrei almeno poter telefonare a Denize e rassicurarla. Sarà spaventata a morte!» esordisco improvvisamente.
Can rallenta il passo e si volta verso di me, guardandomi in volto. «Ok, ascolta. Lo vedi quel negozio laggiù» mi dice indicando un piccolo negozio poco più lontano da noi. Annuisco confermando di averlo visto, nonostante sul mio volto appaia confusione «Bene. Tu vai lì e acquista due schede nuove, io penserò a farmi perdonare. D'accordo?» mi dice e dopo un ultimo sguardo, si volta e si incammina, allontanandosi da me. «Ci vediamo tra poco qui, non allontanarti!» dice ormai distante, andando per la sua strada. Non allontanarti... Mi controlla ora?

Rimasta sola, mi incammino verso il negozio indicatomi da Can e dopo qualche minuto entro. Il commesso mi accoglie con un sorriso e dopo avergli chiesto ciò di cui ho bisogno, ecco che esco dal negozio con due schede telefoniche nuove di zecca, pur avendo richiesto i nostri vecchi numeri. Tutto questo, perché il Signor Can Divit, deve comportarsi sempre da troglodita! Ah Can! È incredibile che mi sia innamorata di un uomo come lui!
Mi siedo su una panchina vicino al punto di incontro e resto ad aspettarlo. Inevitabilmente i pensieri vorticano verso di lui e verso quei momenti trascorsi insieme su quella barca. Ha venduto la barca.. non posso crederci..
Il tempo scorre e di Can non c'è traccia. Allah, Allah.. Che sia scappato via a piedi, questa volta?
«Hai comprato le schede per il telefono?» sento improvvisamente e voltandomi, lo vedo sbucare da dietro una siepe alle mie spalle. Ma ben tornato! Finalmente!
Prendo la mia borsa e stanca di starmene seduta mi alzo, pronta per andare. «Si, le ho comprate. Ho detto che uno squilibrato, ha gettato i telefoni in acqua, così me ne hanno date subito altre. Penso che abbiano avuto pietà di me» dico prendendolo in giro. Can mi guarda sorridendo, con quegli occhi solo di chi sa stare al gioco. «Hai fatto bene» mi dice divertito guardandosi intorno. «Qui c'è i tuo telefono! Tu bianco, io nero» aggiunge, allungandomi uno degli scatoli tra le sue mani. Prendo quella confezione confusa pensando al perché abbia scelto due colori opposti. Forse l'ha fatto per sottolineare quanto infondo siamo diversi.. ma no Sanem.. sono solo due cellulari, che vai a pensare.. Eppure..
«Certo, se per te va bene» aggiunge, vedendo la mia espressione confusa. «Non importa. Possiamo andare via adesso?» chiedo, desiderosa di tornare a casa insieme a lui.
Can, come un vero gentiluomo, mi fa cenno di precederlo e, senza farmelo ripetere due volte, mi incammino a passo svelto. «Perché tu li abbia presi bianco e nero, non te lo chiedo nemmeno!» gli dico, passandogli accanto. Adesso anche tramite i colori di un telefono prova a farmi capire che non siamo adatti a stare insieme! Molto bene!

GOCCE D'AMBRA (SOSPESA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora