Capitolo 49

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 Can guardò stupito Sanem. Per l'ennesima volta l'aveva sorpreso.

Come faceva quella ragazza, all'apparenza così ingenua e impacciata, ad essere sempre un passo avanti a lui?

Poi ricordò le parole di Luke – lei sapeva bene quello che voleva – e doveva ammettere che non c'era niente di più vero!

Allo stesso modo dell'argento che, ripulito da quella patina nera che si forma con il tempo, torna a nuova vita, così Sanem, libera da tutti i limiti immaginari che la sua imperfezione le aveva fatto credere di avere, era tornata a risplendere più bella e più forte che mai. Can ne era orgoglioso, oltre ad esserne follemente innamorato, ed ogni giorno scopriva in lei un particolare che gliela faceva amare ancora di più, proprio come in quel momento.

"Un bambino" le fece eco sorridendo " io veramente ne avevo in mente tre!"

Sanem spalancò gli occhi incredula "Tre?!"

"Beh io sono figlio unico e da piccolo invidiavo i miei compagni perché potevano giocare con i propri fratelli e sorelle, per cui mi ero ripromesso, una volta diventato adulto, di avere una famiglia numerosa e chiassosa..."

"D'accordo" rispose Sanem "ma a tuo rischio e pericolo!"

"Che intendi dire?"

"Beh si sa che i bambini non solo giocano, il più delle volte litigano e piangono..."

"Credo che insieme ce la faremo" disse convinto Can "piuttosto" continuò "avevi già in mente un posto dove potremmo vivere?" e prima che potesse rispondere propose "Ti piacerebbe qui?"

"Qui, intendi questa casa?" chiese Sanem che temeva di non aver compreso.

"Sì"

"Ma vorresti vivere con tuo padre??" Ora il tono di Sanem era tra lo spaventato e lo scettico e Can scoppiò a ridere immaginandone il motivo.

"No, stai tranquilla. Per quanto gli voglia bene, nemmeno io mi sentirei a mio agio, sapendo che potrebbe comparire nei momenti meno opportuni e, spero, ce ne siano tanti. Lui, in realtà, sta valutando l'idea di trasferirsi in un posto più piccolo, vicino ad alcuni amici... Allora che ne dici?"

Sanem lo guardò con occhi sognanti: "Dico che sarebbe bellissimo. Questa casa è il luogo perfetto per far crescere tre bambini..."

"Bene, allora è deciso...Manca solo la data delle nozze.."


"Fra un paio di mesi?" Chiese Sanem

"Speravo prima...ma, in effetti, per organizzare il mio trasferimento e tutto il resto, alcune settimane sono necessarie...Ora però concentriamoci sul presente e su questa serata che è lontanissima dall'essere finita.." le sussurrò Can in un tono che non lasciava dubbi sulle sue intenzioni...

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Il ritorno di Can alla Green Cosmetics fu accolto con sorpresa da alcuni, ad esempio Deren, con sospetto e fastidio da altri, come Cemal, e con gioia e speranza da Leyla, che si rifiutava di credere nell'autenticità dell'amore tra lui e Sanem.

Can se ne accorse e preferì mettere subito le cose in chiaro per evitare spiacevoli malintesi.

"Leyla, se ho fatto qualcosa che ti ha portato a credere che tra di noi ci potesse essere più di un'amicizia, ti chiedo davvero scusa... Non era nelle mie intenzioni illuderti ed è bene che tu sappia che tra un paio di mesi io e Sanem ci sposeremo..." Gli spiaceva essere così diretto, ma era l'unico modo per farle capire di non aspettarsi nulla da lui.

"Cos'ha lei che io non ho?" volle sapere Leyla

"Niente...o, almeno, niente che tu possa vedere. Ma quando guardo Sanem, quando le sto accanto, tutto il resto sparisce. Lei è capace di trasportarmi in una dimensione magica dove il tempo, lo spazio non esistono... Ci siamo solo io e lei ed in quella dimensione potrei rimanerci per tutta la vita senza che mi manchi nulla, perché tutto quello di cui ho bisogno e lì, è lei..."

"Beh...credo proprio di non poter fare o dire nulla per indurti a cambiare idea...Vi auguro di essere felici...davvero ve lo auguro con tutto il cuore Can e spero, un giorno, di trovare qualcuno che mi possa amare con la stessa intensità con cui tu ami Sanem.."

"Lo troverai Leyla, ne sono certo!" rispose Can abbracciandola.

Poi fu la volta di Cemal.

"A che gioco sta giocando Divit?" lo aggredì quest'ultimo, poco tempo dopo che lui aveva assunto la carica di amm.re delegato.

" Cemal è davvero un piacere rivederla e lavorare di nuovo con lei" gli rispose Can, eludendo la sua domanda.

"Non posso dire altrettanto" controbatté Cemal.

"Beh questo è un problema suo...Se qui, con me, non si trova bene io non la costringerò a rimanere, anzi le dirò di più: si sbrighi a decidere perché sulla mia scrivania ci sono diversi curriculum davvero interessanti che meriterebbero un incontro con il candidato..."

Cemal a quelle parole divenne paonazzo e Can, per un attimo, temette si sentisse male.

"Non posso tollerare un affronto simile..."sibilò a denti stretti "domani avrà le mie dimissioni"

"Non vedo l'ora" fu la risposta di Can.

LA MAGIA DELL'IMPERFEZIONEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora