La Storia Di Nic

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Ecco quello che so: mi chiamo Nic. Esisto da 5 anni. 5 anni è una vita lunghissima, per uno come me. è stato Max a darmi questo nome. Max è l’unico essere umano che riesce a vedermi. I genitori di Max mi chiamano l’amico immaginario. Adesso lo sto guardando, a separarci c’è un abisso, mi sento così leggero che potrei quasi volare via. Ho sempre saputo che sarebbe arrivato questo momento, fa parte della mia esistenza, credo sia il mio scopo finale lasciarlo andare. Nella mia mente scorrono tutti i momenti passati insieme quasi come un film. La volta in cui Max mi ha creato, ero un bambino della sua stessa età. Ricordo ancora la vitalità che inondava il mio corpo, volevo stare con Max, aiutarlo, giocarci, vivere. Lo seguivo a scuola, ricordo quelle lezioni noiose, o di quando provavo ad aiutarlo con i compiti e puntualmente finivamo  sul tappeto a giocare con i lego...ah, i lego, quei piccoli pezzetti che incastrandosi tra di loro permettevano la creazione delle forme più svariate: una navicella per atterrare su un pianeta straniero per far allenare Max a diventare un'astronauta, una casetta per vivere da soli come gli adulti, un piccolo robottino che si univa ai nostri giochi... porto il mio sguardo verso il cielo, distogliendolo dal sorriso di Max rivolto ai suoi amici, già, ai suoi amici, non più solo a me...cos’è questa sensazione?  mi porto una mano sul petto all’altezza del cuore.. perchè? perchè mi sento così? la felicità di Max è ciò che ho sempre voluto, eppure… una leggera risata amare lascia le mie labbra. Si, la felicità di Max è ciò che ho sempre voluto, però in una piccola parte del mio cuore, nascosta all'orecchio e agli occhi di tutti, c’era lei: la gelosia. Non voglio lasciarlo andare, stavamo così bene nel nostro piccolo mondo fatto solo di Nic e Max, nessun’altro. So benissimo che lui ha sempre voluto degli amici reali ma non capisco..perchè?  le persone reali sono così cattive, ingiuste, e ti abbandonano nel momento del bisogno Max, invece io sono sempre stato al tuo fianco e nessuno ti conosce così a fondo come faccio io, allora perchè? perché hai scelto loro a me?!  Fa così strano provare emozioni proprie, essendo frutto della mente di Max sono stato completamente legato e dipendente da lui e anche le nostre emozioni erano unite indissolubilmente, se lui era triste lo ero anche io, se lui era felice lo ero anche io.. perchè parlo al passato? be, perchè con il corso del tempo ho iniziato a distaccarmi sempre di più dalle sue mozioni, o meglio, le sue si sono distaccate dalle mie, e in quel momento ho cercato di fare finta di nulla ma era così ovvio che mi avrebbe lasciato andare. Sento una singola lacrima bagnarmi il viso pallido, è fredda, sola, e la sua vita è breve, giusto il tempo di percorrere la mia guancia e finire a terra. Passo la mano ad asciugarmi il viso per poi guardare le dita umide, quante cose ho in comune con una lacrima.. sento all’improvviso il mio corpo diventare pesante e in pochi attimi mi ritrovo a terra. Guardo Max sperando di incrociare il suo sguardo preoccupato e invece l’unica cosa che ottengo è la visuale delle sue spalle coperte dalla giacca primaverile. Abbasso di nuovo lo sguardo alle mie mani sporche di terra. Urlare sarebbe inutile, nessuno può vedermi ne sentirmi.. Ormai dubito possa farlo persino Max. In pochi secondo sento il viso bagnato dalle lacrime, il corpo sempre più leggero e la mia mente si sforza di ricordare, come se questo possa far passare in secondo piano la mia scomparsa. Apro la bocca, cerco di bisbigliare, parlare, urlare ma niente, dalla mia bocca esce il nulla. Mi porto una mano alla gola, ignorando completamente le lacrime. Chiudo gli occhi, quanto mi mancherà ancora? Qualche giorno? O forse qualche ora? O ancora pochi minuti? Mi guardo lentamente intorno, la via è così affollata: una signora sulla cinquantina con un pezzo di pizza margherita, mi ricorda di quando la mamma di Max gliela comprava  per merenda e lui si ostinava a lasciarmene sempre un pezzo nonostante io non provi sensazioni come la fame o la sete; un gruppo di bambini che gioca con la palla, mi ricorda di quando giocavamo io e Max al prato e tornavamo sempre sporchi di terra; un ragazzo che ascolta la musica con le cuffiette oh, cosa non darei per riascoltare anche solo qualche nota di ciò che suonava Max con la chitarra, era così bravo che il maestro gli propose di far parte di una band di ragazzi più grandi di lui ma per timidezza decise di rifiutare, e ancora, una bambina che entra nel negozio di dolci preferito di Max, un uomo che cammina mano nella mano col figlio e mi ricorda le passeggiate fatte con la famiglia la domenica mattina. Tendo una mano verso Max, si sta per allontanare, sta per abbandonarmi definitivamente e sono pronto, ho la mente invasa di così tanti ricordi piacevoli, però vorrei salutarlo un'ultima volta, ricordargli quanto gli voglio bene e quanto sono fiero di lui. Ti prego, non andare.. Aspettami. Queste parole riesco solo a pensarle, la gola è secca, brucia, riesco a bisbigliare solo una parola. 

Dannazione ha iniziato a fare freddo così d'improvviso! E io che ho solo questo giacchetto leggero, penso mentre mi stringo maggiormente nella giacca, guardo i miei amici e all'improvviso un leggero soffio di vento caldo mi accarezza la guancia, sembra così familiare . Chiudo gli occhi e posso quasi sentire un 'Buonafortuna Max'. Apro gli occhi, mi giro e non vedo nessuno. Forse mi sarò immaginato tutto. Guardo i miei amici, sembrano preoccupati mentre mi guardano in viso, porto una mano sulla guancia, sto piangendo? Perché? Mi asciugo velocemente e prendo il mio zaino rassicurando gli altri eppure.. Ho come la sensazione di essermi dimenticato qualcosa. 

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⏰ Ultimo aggiornamento: May 20, 2021 ⏰

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