Sogno

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| Rating: Arancione; Genere: Erotico, Romantico ; Note: Lime, ispirata a fan-art |


In cui Levi non riesce a dormire per motivi ben diversi dagli incubi.

"Levi", più un ansito, che un vero e proprio sussurro. Sudore, scontri di bocche e schiocchi di denti. Lingue che si cercano, che raschiano, leccano. Gemiti dapprima soffocati, poi improvvisi, a labbra schiuse. E morsi sulla pelle, graffi che lasceranno il segno.

"Levi", ancora un sospiro, una supplica. Ed è bottoni saltati e cosce che si stringono. Sono polsi inchiodati al materasso, bacini che si incontrano. È calore e Petra ovunque, vicino a lui, sotto di lui, attorno a lui, che lo stringe e lo accoglie e lo bacia e lo ama. È così bello che non sembra vero.

E infatti non lo è.

Quando nel dormiveglia Levi aveva sentito il fruscio delle lenzuola che venivano sposate per l'ennesima volta, aveva pensato di impazzire. Il corpo di Petra premeva contro il suo, con un'impudenza che gli rendeva difficile respirare regolarmente. La ragazza s'agitava nel sonno, ignara delle conseguenze che i suoi movimenti stavano avendo su di lui in quegli istanti.

Non era da Levi fare sogni di un certo qual tipo, non era davvero da Levi. Eppure, quella mattina, era evidente che qualcuno, lì sotto alle coperte e fra le sue gambe, fosse già più sveglio e impettito che mai.

L'uomo era rimasto immobile per un attimo, un braccio sugli occhi stropicciati. Tentava di tornare a pensare lucidamente, capire cosa fosse reale e cosa no. Si era girato di mala grazia su un fianco: il profumo di Petra lo stordiva, il braccio, che prima sembrava volerlo aiutare a scacciare le immagini tentatrici del sogno, cingeva traditore la vita della ragazza.

Levi aveva aperto gli occhi per mettere a fuoco la situazione e il suo sguardo era caduto su un punto morbido e invitante del collo della ragazza, appena sotto l'orecchio. L'aveva osservato con intensità, prima di sporgersi a baciarlo, mordendo e succhiando appena. Sotto di lui, Petra aveva mugugnato qualcosa e, tirata una mano fuori da sotto il cuscino, gli aveva accarezzato i capelli, ancora intontita.

Il palmo era scivolato verso l'alto, percorrendole la pancia scoperta sino al petto, mentre le labbra lambivano ancora il collo, la spalla nuda. Aveva raccolto un seno, l'aveva stretto appena.

Petra aveva aperto gli occhi, intuendo le intenzioni dell'uomo. "Levi", l'aveva rimproverato, svogliatamente e con voce impastata dal sonno. "Sto dormendo", si era lamentata. Le dita dell'altro correvano ad accarezzarle la schiena, i fianchi, le cosce. Prima che potesse accorgersene, la biancheria era già scivolata lungo le sue gambe e il petto nudo di Levi le aderiva alla schiena.

"Sarò veloce, non hai bisogno di svegliarti". Voce roca e brividi ovunque.

Lei lo aveva chiamato di nuovo, più un ansito che una vera e propria protesta. Levi l'aveva presa mentre ancora era distesa a pancia in giù e Petra gemeva già forte quando l'aveva voltata supina per far incontrare le loro bocche. 

Ed erano stati respiri affannosi, volti arrossati e gambe che si piegavano. Erano mani che si stringevano, bacini che si incontravano, saliva e sudore che si mischiavano. Era calore e Petra ovunque, vicino a lui, sotto di lui, attorno a lui, che lo stringeva e lo accoglieva e lo baciava e lo amava.




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