Capitolo 38

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Abbiamo camminato nella città deserta per un paio d'ore e non abbiamo incrociato mai nessuno. Non so se sia un bene, visto il nostro status di fuggitivi, o un cattivo segno. Anche qui i palazzi sembrano deserti, abbandonati da tempo. L'illuminazione pubblica non c'è nella maggior parte delle vie. Solo alcuni lampioni sembrano essersi salvati.
La natura ha decisamente preso il sopravvento nonostante l'asfalto sia ancora dominante. Piante e fiori sbucano tra le crepe e i crateri presenti sulla strada e i marciapiedi. Le macerie dei palazzi caduti sono ovunque così come i vetri delle finestre, sparsi al suolo e mai stati rimpiazzati. Le carcasse delle auto abbandonate addobbano i cigli delle strade. Ci sono diversi stormi di uccelli mai visti a New York che volano urlando orgogliosi, come se fossero felici di questo nuovo ordine naturale.
L'incuria e il degrado mi lasciano un senso di vuoto dentro, di angoscia. Non riesco a capire cosa possa essere successo, cosa possa aver causato questi danni e soprattutto perché non si sia fatto nulla per riportare la situazione a come era prima.

Siamo da poco entrati di nascosto in un negozio di alimentari ed ora ci stiamo riposando un po'. Dobbiamo dormire almeno qualche ora altrimenti rischiamo di collassare.
Il posto sembra chiuso da anni, c'è polvere ovunque. Cerco qualche indizio, un giornale, qualsiasi cosa che mi possa dire o spiegare cosa sia accaduto, ma non trovo nulla. Dopo la ricerca vana, mi accascio al suolo stremata, ma non riesco a prendere sonno.
Erald invece sta già russando leggermente da diversi minuti ormai, dopo aver mangiato una scatoletta di fagioli ancora commestibili.
Mi sdraio e chiudo gli occhi, sperando che la stanchezza prenda il sopravvento.

Mi risveglio all'improvviso, con la schiena dolente e con la sensazione di non essermi riposata per niente.

"Mak." Erald si avvicina a me con la sua andatura felina e leggera, fluida, come solo i mutaforma possono fare. "Hai dormito un po'? Sembri più distrutta di ieri."

Sorrido mentre mi sollevo a sedere: "Ammetto di aver avuto difficoltà ad addormentarmi e sdraiarmi sul pavimento non ha migliorato la situazione dolori in generale. Ho male un po' dappertutto."

"Fammi vedere la schiena. Meglio controllarla." Si accovaccia di fianco a me e con delicatezza mi sposta la maglia. "Ok, nonostante gli sforzi delle remate, i punti sembrano reggere anche se i bordi sono un po' arrossati. Non vorrei avessi un principio di infezione."

Allontano la sua mano e mi alzo: "Non ti preoccupare, ora dobbiamo solo trovare Simon. Lui ha dei bravi curatori che sapranno cosa fare." Mi infilo la giacca che ho usato come cuscino.

Anche lui si alza: "Ok, sì. La soluzione migliore è muoversi il più velocemente possibile e trovare aiuto e alleati. Forza andiamo, o vuoi prima mangiare qualcosa?"

"No, grazie. Non ho fame. Non perdiamo altro tempo, andiamo via."

Ci dirigiamo verso la torre di cristallo che in teoria un tempo era il quartiere generale delle tigri bianche seguendo un percorso il più lineare possibile, veloci e diretti all'obiettivo. Camminiamo spediti cercando di rimanere nascosti, ma sembra quasi uno sforzo inutile dato che siamo del tutto soli. Ci muoviamo in una città morta, fantasma.

Ad un tratto Erald si ferma: "Lo senti?"

Io faccio segno di no con la testa. Lui allora mi prende per mano e ci andiamo a nascondere in un vicoletto molto stretto tra due palazzi non molto alti e infatti sembrano non essere stati danneggiati.
Poco dopo lo sento anche io... uno scalpiccio, rumore di zoccoli sull'asfalto? Dopo qualche secondo compaiono quattro uomini a cavallo. Li riconosco, sono Hunter, miei ex colleghi, in tipica formazione da ronda. Il sole non è ancora sorto, manca circa un'ora ma la luce si sta già schiarendo così come il cielo. Sembra una giornata nuvolosa che promette pioggia. L'aria è a dir poco frizzante, quasi elettrica.
Lo squadrone è composto da due lupi, una iena e uno dei pochi maghi umani che effettivamente sa usare in modo efficace la magia. Si chiama Darrel e mi è sempre stato sulle palle, davvero uno spocchioso misogino.
Stanno evidentemente pattugliando il quartiere.

Ma controllano che cosa? Non c'è nulla qui fuori.

The Bounty Hunter - Hunted (Vol. 4)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora