Quella mattina, Jiang Cheng si svegliò con un profondo senso di vuoto. Non importava poi molto che fosse una splendida giornata primaverile o che i primi raggi solari filtrassero attraverso le sottili tende viole della sua stanza da letto, avvolgendo l'ambiente in una calda luce dorata. Quasi dello stesso oro del suo nucleo. No. Non suo. Si portò una mano al petto, proprio all'altezza del cuore e strinse forte. Le dita affondate nella pelle e il sottile tessuto della veste da notte increspato sotto di esse. Rimase disteso così nel letto per qualche tempo, apprezzando il battito del proprio cuore contro il palmo della sua mano. Dopo un po', percepì qualcosa di umido contro la sua guancia, ma non poteva essere sudore, non faceva ancora così caldo. Si toccò il viso con le dita solo per vedere poi qualche lacrima delicatamente intrappolata nell'anello di Zidian. Lacrime? Quando aveva cominciato a piangere?
Si rizzò seduto e si guardò intorno circospetto, come se avesse paura che qualcuno potesse sorprenderlo a piagnucolare. Dopo aver passato il dorso della mano sulle guance, rimuovendo le lacrime alla bell'e meglio, scostò con irruenza le coperte e finalmente si alzò in piedi. Camminò avanti e indietro irrequieto per parecchio tempo, continuando a piangere sommessamente, fino a quando afferrò tra le mani il piccolo specchio intarsiato che era stato di Yanli. Specchiandovisi, vide i suoi occhi gonfi e rossi, ancora pieni di lacrime. Sembrava molto più giovane della sua età, di sicuro non somigliava affatto ad un capo clan. Sollevò la mano con cui non stava reggendo lo specchio e si colpì vigorosamente il viso, il suono crudo della carne che colpisce la carne riempì l'ambiente. Nel giro di pochi istanti, una grossa macchia rossastra cominciò a formarsi sulla sua guancia, proprio sotto l'occhio sinistro.
«Idiota» disse con voca dura, senza smettere di guardare il proprio riflesso nel piccolo specchio. «Per che cosa stai piangendo? Per lui? Per lui?!»
Un altro sonoro schiaffo andò a baciare la pelle là dove era già arrossata.
«Idiota» disse di nuovo, posando lo specchio a faccia in giù di fianco al letto. Sebbene fosse arrabbiato, il modo in cui posò il piccolo oggetto fu estremamente delicato. La sua mano indugiò sul manico dello specchio, accarezzandone i lineamenti con la punta delle dita. Era di giada, e l'estremità inferiore era stata forgiata e dipinta per ritrarre un meraviglioso fiore di loto.
"A-Cheng."
Per un momento, Jiang Cheng sentì chiaramente la voce di Yanli. La sua jie che lo chiamava come era solita fare tempo prima, le labbra incurvate in quel sorriso dolce e delicato che le illuminava il viso. Jiang Cheng strinse la mano sul manico e voltò di nuovo lo specchio, quasi aspettandosi di vedere sua sorella maggiore riflessa sulla superficie. Tutto quello che vide, invece, fu il suo volto, stanco e ancora umido di lacrime. Rimise lo specchio a faccia in giù, deluso.
"A-Cheng, fai sempre il duro con A-Xian ma in realtà ti preoccupi molto per lui, non è così?"
Per un secondo, Jiang Cheng ebbe l'istinto di gettare lo specchio a terra pur di mettere a tacere quella voce, ma non lo fece. Al suo posto, diede un pugno al muro con tale forza che l'anello di Zidian sprizzò scintille viola in tutta la stanza. Jiang Cheng strinse i denti per il dolore e si guardò la mano. La pelle sottile si era lacerata scontrandosi contro la parete, le nocche sanguinavano copiosamente, seminando piccole macchie purpuree sul pavimento chiaro. Però, il dolore lo fece sentire più lucido.
Si diresse verso una ciotola contenente dell'acqua e vi immerse entrambi le mani, macchiando il liquido di rosso. Raccolse una manciata d'acqua e se la gettò in viso, passandosi le dita sulle tempie e sotto gli occhi, dopodiché si lavò la ferita e la fasciò come meglio riuscì. Indossò le sue vesti viola preferite, afferrò Sandu e finalmente uscì in quella luminosa mattina primaverile.
Passeggiò per il cortile principale, osservando i suoi discepoli allenarsi nell'arte della spada. Quella mattina, sembravano particolarmente in forma. Nessuno di loro era fuori tempo, non c'era una mossa sbagliata o scoordinata. In una giornata normale, quello spettacolo l'avrebbe riempito d'orgoglio. Quel giorno, lo lasciò semplicemente indifferente.
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Riconciliazione | Jiang Cheng & Wei Wuxian
FanfictionRisentimento. Quante volte Jiang Cheng era stato messo in guardia contro di esso? Lo sa. Lo sa benissimo che è sbagliato. Eppure proprio questo risentimento è diventato l'unico appiglio in una vita dove tutto il resto lo ha abbandonato. E Jiang Chen...