𝑪𝒂𝒑𝒊𝒕𝒐𝒍𝒐 1

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Stamattina l’ansia lo ha colpito forte. Più del solito. E non ci è voluto molto tempo prima che se ne accorgesse, anzi, è stata una cosa quasi istantanea, veloce come un fulmine che squarcia il cielo. Lo ha capito qualche secondo dopo aver aperto gli occhi ancora assonnati, mentre aveva il cervello che sì, era sveglio, ma una parte di esso era ancora immerso in quel sogno di cui ricorda vividamente ancora tutti i dettagli, ricorda la paura disturbante, ricorda la fretta di scappare da quelle fiamme, la fretta di fuggire via senza farsi avvolgere da esse e finire per morire. Ricorda bene tutto, ma non è proprio in grado di sapere se ha sognato qualche ora prima, poco dopo essersi addormentato oppure pochi minuti prima di essersi svegliato. Non ne ha davvero idea. Ha aperto gli occhi e non c’era più nulla, niente più fiamme, fumo, niente più odore pungente e soffocante sotto le narici in ricerca disperata di aria pulita. Niente di tutto ciò. Avrebbe dovuto esserne felice, sollevato. Ma Ethan non lo è stato, perchè, al posto di tutto quello scenario drammatico e angosciante, ha trovato uno scenario altrettanto cupo e pesante, appena sveglio: l’ansia. Quella sensazione così familiare, ormai, che quasi non riesce più a distinguere quando gli ronza attorno e quando invece lo lascia un pò stare. La sua compagnia è ormai quasi una costante nella sua vita. Ma stamattina è parecchio inferocita, questo Ethan riesce a capirlo, mentre l’acqua calda gli scorre velocemente addosso sotto la doccia e lui non ha nemmeno voglia di prendere il bagnoschiuma ai fiori di ciliegio che tanto ama e passarlo sul suo corpo, non ha voglia di muovere le braccia, le mani, non ha voglia di nulla, è troppo impegnato a pensare di non voler uscire di casa, a pensare che vuole solo asciugarsi senza neanche essersi lavato e infilarsi di nuovo a letto, facendo ben attenzione a tirarsi la coperta almeno fino all’altezza del naso.
Non ha assolutamente idea di dove prende la forza di vestirsi, di preparare lo zaino e di passare per la cucina, dove c’è sua madre seduta a fare colazione come se avesse tutto il tempo del mondo a sua disposizione quando poi, tra dieci minuti esatti, deve saltare fuori casa per andare a lavoro. Le piace prendersi quei momenti mattutini per sè, però, in tutta calma, in compagnia di un buon caffè e qualche pasticcino, la maggior parte delle volte brioche che il marito le compra ogni mattina prima di andare a lavoro anche lui, da ormai dieci anni. Anche se il tempo passa inesorabilmente, sono ancora uniti e complici, nei loro occhi c’è ancora l’amore e quell’affiatamento tipico giovanile, nonostante piccole rughe marchino indelebilmente la loro pelle. 
Lo stesso non si può dire di Ethan, che non ci trova niente di bello nello stare lì a mangiare a prima mattina, non ha quasi mai fame, men che meno in questi momenti, quando l’ansia è così forte da stringergli lo stomaco come se fosse uno strofinaccio bagnato da strizzare per far cadere tutta l’acqua di cui è impregnato il tessuto. Ecco come si sente in questo momento. Anche se avesse fame, non riuscirebbe a mangiare in ogni caso.
Si avvicina al frigorifero per bere qualche sorso d’acqua direttamente dalla bottiglia e con lo sguardo finisce sulla figura della donna, soffermandosi sul suo viso pulito e lucente, intriso di una bellezza che resiste al tempo, forse una bellezza che proviene dal cuore e dall’anima, oltre che dall’esterno. E’ una bella donna fuori e dentro. Ethan le sorride, mentre anche lei fa scontrare lo sguardo sul figlio e mentre anche sulla sua bocca nasce un bellissimo sorriso, che fa incurvare all’insù le sue labbra piccole e velate di un rossetto dalla tinta rosa scuro. 
Ethan beve e si pente di averlo fatto, perchè anche bere gli fa male, anche della semplice acqua gli provoca una sorta di fastidio doloroso alla bocca dello stomaco. E anche la donna impiega ben poco tempo a capire che il figlio sta male. Di nuovo. Non può capire esattamente come si sente ma può benissimamente percepire il suo malessere, può sentirlo sulla pelle, come se fosse suo. Le fa male, ma cerca di non darlo troppo a vedere, perchè questo farebbe stare peggio Ethan che, per il momento, ha deciso di ignorare quel fardello che gli curva le spalle da tempo, rimandando tutto a quando la maturità sarà finita. Solo qualche mese, deve resistere solo qualche mese. Forse da ottobre a giugno è ben più di qualche mese, ma… Ce la farà. E’ questo quello che pensa, che si convince di pensare, ed è questo quello che ha detto a sua madre quando, con gli occhi colmi di amore e preoccupazione, ha deciso di parlare con lui.
E’ solo un pò di ansia, sai, la scuola ci pressa molto. E’ stressante. Ma starò meglio. Concluderò questo lungo ed estenuante ciclo di studi nel modo migliore e sono certo che l’aria universitaria mi farà bene. Starò bene, e se non sarà così… beh, vedrò cosa fare. Ma nel frattempo stai tranquilla.
Così le ha detto. 

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⏰ Ultimo aggiornamento: May 25, 2021 ⏰

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