Veni Vidi Amavi

24 1 0
                                    

PROLOGO

Aura,

veloce come il vento, uno spirito libero, impalpabile, ingestibile, inafferrabile.

Passava le sue lunghe e scottanti giornate estive a combattere contro gli animali più dissonanti tra loro, la divertiva sapere di avere il controllo; giocare con le loro piccole sottosviluppate menti, agire di soppiatto, interrompere il loro cammino e scaturire in loro angoscia, vederli tremare e indietreggiare.
Faceva sempre affidamento sul suo istinto animalesco e primordiale.
La coscienza le diceva di scappare, la implorava di lasciarsi andare al delirio e farsi possedere e infettare dalla paura di poter morire da un momento all'altro.

Era pur sempre la figlia di un titano, doveva servare un certo rigore, regalità e contegno, ma il suo cuore giovane, martellante e vigoroso come un tamburello le infiammava gli occhi.

Occhi vividi e bisognosi di sangue.

Le piaceva,

le piaceva avere il controllo, tessere la tela e il fato di quei animali selvatici; poveri animali indifesi, perché nessuno poteva sperare nella sua mansuetudine e bontà d'animo una volta che avessero messo piede nel suo raggio visivo.

Una vedova nera in persona.

Non vi erano mai stati cinghiali o leoni risparmiati nella sua lunga e arida lista di combattimento corpo a corpo.

Restia e avversa alle tentazioni amorose, orgogliosa della sua purezza arrivò a trasformare in un animale un giovane che aveva solo osato guardarla.
La sua stessa spavalderia le fu d'intralcio, le costò molto cara, le costò persino la vita.

Artemide le fece pagare un torto a lei commesso.

Un miserino commentuccio sul suo aspetto fisico!

Osate crederci?

Che permalosa.

Ebbene sì, anche gli Dei sono suscettibili, sono insicuri e mettono il broncio, proprio dei poppanti piagniucoloni con i superpoteri.

E fu cosi la Dea della caccia indispettita da quell'offesa a lei atroce, la fece violentare da Dionisio, ingannandola e rendendola drimente e domabile sotto l'ombra di un albero.
Risvegliatasi da un lungo sonno premonitore, Aura, impetuosa, con la pelle bruciante, le viscere lacerate e la mente offuscata girovagò per tutta la fitta selva uccidendo chiunque incrociasse il suo cammino, perfino i suoi indesiderati, appena nati figli; frutto della violenza subita.
Zeus stesso la punì per gli obbrobri commessi trasformandola in brezza.

Oggi la deturpata e turpa giovincella verrà sempre ricordata come: Aura, titano della brezza, freschezza e fredda aria del primo mattino.

Questo era il nome che la mia defunta, premurosa e simpaticissima mamma Clarissa aveva deciso di dispensarmi cosi tanto gentilmente e senza noncuranza.

Chiudo il browser tornando alla realtà e cerco di riordinare i miei pensieri.

Devo ammettere che ci aveva proprio azzeccato dopo tutto,

prima o poi massacro tutti, e puff...

volatilizzata,

svanita nei meandri del nulla.

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 04 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

LA CACCIA DI AURADove le storie prendono vita. Scoprilo ora