Capitolo 31.2: Sospetti

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"«Sarà per sempre vero, Can?» mi dice, stringendosi a me, con forza, aggrappandosi alle mie spalle e guardandomi con i suoi occhi in cui tutto il mio mondo pare riflettersi

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"«Sarà per sempre vero, Can?» mi dice, stringendosi a me, con forza, aggrappandosi alle mie spalle e guardandomi con i suoi occhi in cui tutto il mio mondo pare riflettersi. «Sarà per l'eternità, amore mio» rispondo, sfiorando con le dita le sue labbra carnose, fatte di paradiso. A poco a poco, avvicino sempre di più il mio viso al suo,lasciando che le mie labbra si ritrovino a pochi millimetri dalle sue, avvertendo i graffi dolci e caldi che il suo respiro provoca. Chiude i suoi occhi e ancor più lentamente riduco la distanza, mentre mi lascio travolgere dalla voglia di poter morire sulle sue labbra."

Un suono di un cellulare insistente mi coglie alla sprovvista. Apro gli occhi di colpo e in un attimo, mi rendo conto che in mondo nel quale ero rinchiuso, altro non è che un sogno, un dolcissimo e meraviglioso sogno. Allah.. Ma che ore sono? Neanche nei miei sogni riesco ad avere quel bacio..
Sbuffo infastidito e mi scopro dal lenzuolo in cui questa notte devo essermi avvolto. Prendo il cellulare che continua a squillare inesorabile e leggo il nome di Metin lampeggiare sul display.
«Pronto..» rispondo, sprofondando nei cuscini, con la bocca ancora impastata dal sonno e la voglia di immergermi nuovamente in quel sogno così veritiero. «Can Divit, mi meraviglio di te! Ancora a lettoa quest'ora?» chiede sarcastico, prendendomi in giro. Rispondo con un verso molto simile ad un grugnito, con gli occhi ancora chiusi e il cervello che fa fatica a mettersi in moto. «Puoi parlare oppure Sanem e lì vicino a te?» continua insinuando ironicamente chissà cosa. «Metin, dimmi quello che devi dire, oppure metto giù!» rispondo, cercando di mettermi seduto, ormai pronto per una nuova giornata. «Va bene, la smetto e torno serio, promesso!» dice ed io ringrazio Allah per aver dato almeno un po' di buon senso al mio amico.
«Ti ascolto» rispondo dedicandogli tutta la mia attenzione. «Ti ho chiamato per dirti che ti ho appena inviato i documenti necessari per le creme. Con questo, nessuno potrà provare a dichiarare il contrario» mi dice e sul mio volto spunta un sorriso. « Mi stai dicendo che questo documento prova che le creme appartengono a Sanem?» chiedo soddisfatto, già consapevole della risposta. «Esattamente! Ho fatto tutto ciò che potevo e non dovreste avere più alcun tipo di problemi adesso!» risponde felice di aver ottenuto questo risultato.
«Non so come ringraziarti Metin! Sei un grande, fratello!» rispondo, catapultandomi fuori dal letto e correndo alla scrivania, pronto per accendere il computer e visionare i documenti. Chiedo a Metin di far avere gli stessi documenti, anche all'uomo che ci ha accusato di aver rubato le creme, dandogli il nome del tizio in questione e lui, senza farselo ripetere mi dice di considerala cosa fatta. Lo ringrazio ancora una volta, soddisfatto come non mai. «L'ho fatto solo per Sanem! A proposito, come sta? Come vanno le cose tra di voi?» chiede e in quel momento mi dico che non posso più scappare dalla sua curiosità, specialmente dopo tutto ciò che ha fatto.

Gli racconto ogni cosa, dal momenti in cui sono letteralmente fuggito via, lasciandolo fuori da quel negozio di souvenir di Fuerteventura, fino ad oggi. Gli racconto di come a causa di un fortunato guasto, ho dovuto far rientro ad Istanbul, della pioggia improvvisa che mi ha portato ad entrare in quel vecchio cinema dove l'ho vista piangere davanti ad un film, e del nostro incontro qui, al molo vicino alla tenuta, dovuto a mio padre. Gli racconto dei nostri dissapori, dei litigi, della rabbia per ciò che entrambi avremmo voluto fosse accaduto e che invece ci era stato portato via, di Ygit e di ciò che ho scoperto e infine, della vendita della mia barca per restarle accanto, della sua ritrovata fiducia riposta in me, della mia determinazione a restarle accanto, senza pretendere nulla in cambio ed essere tutto ciò di cui avrà bisogno, nonostante questo possa significare non averla in quel modo in cui il mio cuore desidera.
«Chi l'avrebbe mai detto! Can Divit, ti sei ridotto esattamente come Akif! Proprio tu! È incredibile!» mi dice, dopo aver ascoltato con attenzione ogni mia parola. non posso fare a meno di sorridere e pensare a quanto siano vere quelle parole. «Va bene Metin! Adesso che sai tutto, ti devo lasciare! Grazie ancora, fratello!» rispondo, ridendo di me stesso. «D'accordo, ma promettimi che ci vedremo quanto prima, va bene?» dice e in quel momento vorrei poterlo abbracciare di un abbraccio sincero. Dopo avergli promesso che rimedieremo al più presto per un incontro, metto giù.

GOCCE D'AMBRA (SOSPESA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora