vorrei avere i tuoi occhi per vedere chi sono davvero

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gli piaceva che le sue guance arrossissero con facilità, come jeongguk non perdesse la timidezza di quando si era presentato fuori da scuola la prima volta, con un fiore. glielo ripeteva spesso, cercava sempre un modo per farlo arrossire, stringendogli la mano sotto il tavolo quando uscivano con i suoi amici, posando il capo sulla sua spalla, riempiendolo di complimenti davanti agli amici o avvicinandosi al suo orecchio scaldando la voce borgogna fino al viola che la tingeva quando erano soli.

si metteva in punta di piedi per raggiungere la sua altezza, e jeongguk con quel semplice gesto sentiva le ginocchia deboli. 

era sempre sorridente, sempre solare, sempre così giallo jimin, quando erano con altre persone. si scuriva, invece, quando erano soli.

pensieroso, le sue labbra non erano sempre distese in un sorriso che gli riempiva le guance. 

«mi guardi in modo strano».

«ti guardo e basta».

jimin scosse il capo. fumava spesso, forse troppo. solo quando nessuno poteva vederlo. nessuno, oltre jeongguk.

«mi guardi in modo strano. come ci fosse qualcosa da guardare».

i lampioni non gli rendevano giustizia. la luna nemmeno.

«sei bello da guardare, come...»

«un fiore?»

«un giglio».

una risata di jimin, che gli ridonò l'aspetto e il colore di quando erano bambini. si voltò a guardarlo a sua volta. sorrideva, ma senza l'entusiasmo che illuminava il suo viso se altri erano tra loro.

jeongguk gli si avvicinò, il corpo che fremeva come il cuore, nonostante i giorni che passavano e loro che si avvicinavano sempre più, che tornavano a comprendersi con uno sguardo, come un tempo.

il capo di jimin trovò posto sulle sue gambe incrociate, le mani di jeongguk sui suoi capelli.

«vorrei i tuoi occhi, gguk. scoprire ciò che vedi. e vorrei donarti i miei, perché non immagini cosa provochi guardarti e sapere che, tra tutti i fiori, hai voluto un giglio».

𝐋𝐀𝐃𝐑𝐎 𝐃𝐈 𝐅𝐈𝐎𝐑𝐈 . jikookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora