Senza pensarci due volte strinse subito quel corpo caldo a sé, lasciando che dalle dita tremolanti scivolassero via sia la busta misteriosa che il pacco di biscotti.
«Smettila».
Il minuto chiuse i pugni sui suoi abiti, scontrando il viso contro l'incavo del suo collo per soffocare alcuni singhiozzi.
«Smettila di dire che non sono nessuno per te se poi sono l'unica persona che cerchi quando non ce la fai più...».
Jungkook, a quelle parole tanto flebili, si sentì il petto pungere e la spalla bagnarsi dalle lacrime del ragazzo, ma per quanto ci provasse dalle sue labbra biascicarono solo brevemente dei suoni sconnessi.
«J—jimin—».
Non era capace di capire se fosse felice o arrabbiato con il suo hyung, o triste per il continuo suo fallire.
Aveva nel cuore un nodo di emozioni che non riusciva a sciogliere, a separare, ma il calore del corpo del suo hyung stava tenendo a bada il suo animo tanto inquieto.
E l'odore dei suoi capelli era riuscito a rilassare i suoi muscoli tesi e tremolanti.
«Scusami» fu l'unica cosa che riuscì a dire.
Dopo un breve silenzio le labbra di Jimin si posarono ad un lato della bocca del più alto, «no, va bene cosi».
E, proprio quando voleva ricambiare quel flebile bacio, il ragazzo gli prese entrambe le mani e si staccò dal suo corpo stanco, sorridendogli quando i loro sguardi si unirono sotto la tiepida luce del lungo e cupo corridoio.
«Lo dico davvero, Jungkook, lo so che non lo fai apposta» ma Jungkook, nonostante tutti gli sforzi del suo hyung, notò subito quanto i suoi occhi sottili fossero arrossati, come se avesse pianto per ore.
E, sentendosi la causa di quel viso tanto sforzato, il suo cuore iniziò a pulsare per i sensi di colpa, allungando lentamente le mani sulle sue guance per chiedergli scusa ma accorgendosi che queste erano più calde del normale.
«T—tutto bene? Stai bene hyung? H—hai la febbre??».
Una certa confusione si creò nella mente di Jimin, che in poco tempo si trasformò in un solo innocente imbarazzo.
«Sto bene, sto bene!» ma il ragazzo non la smetteva di insistere, e così si sentì costretto ad afferrare con forza entrambe le maniche della sua felpa per trascinarlo dentro l'appartamento.
«Aspetta!» venne fermato.
Il biondo si girò con il viso indietro e guardò la busta e il pacchetto di buscotti che erano sfuggiti inizialmente allo sguardo del maggiore.
«La busta... Quella busta, quella busta la ho trovata davanti alla tua porta» mentì.
«Busta?».
Jimin sgranò gli occhi, riconoscendola con un solo sguardo.
«Quella... Quella te la ha data lei, non è così?».
Jungkook, ad un cambio improvviso di tono, sussultò spaventato «l—lei?».
«Non mentirmi!».
Silenzio.
Il più alto guardò in basso sbigottito, stringendo i pugni vicino ai fianchi e lasciando che il suo hyung raccogliesse la lettera da dietro le sue spalle.
«Quella stronza».
Quando però sentì il suono della carta strapparsi si voltò subito, stringendogli il polso magro e avvicinandolo al suo petto per fermarlo.
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fantasticherie color ciliegia. jikook
Fanfiction«Perché continui a guardarmi? Ho fatto qualcosa di male?» «Non puoi capire cosa tu riesca a farmi immaginare, Jeon Jungkook...» (incompleta) 2021 © ossobruco