𝐗𝐗𝐈𝐈

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"principe Jay dovete cercare di stare fermo o non riuscirò mai a cambiarvi le bende" sospirò Jungwon vedendo il ragazzo muoversi irrequieto.

"scusa, ma non ci riesco proprio" sbuffò il biondo, sollevandosi in piedi e iniziando a camminare lasciando Jungwon di stucco.

"Jay! che pensi di fare!" esclamò alzandosi e inseguendo il principe, le bende strette tra le mani. "lascia che io ti medichi"

Jay sospirò sommessamente, puntando gli occhi in quelli scuri del più piccolo, osservando come la flebile luce di quella serata riusciva a farli risplendere, come il cielo stellato del 10 luglio, con tante piccole comete che li attraversavano.

"Dovresti smettere di preoccuparti così di me, non ne ho bisogno Jungwon. Sono solo teso...diventare re, il matrimonio, badare a tutti... è davvero difficile per me. Io non so cosa fare. Non sono un re, non sono un fidanzato e non sono un padre. Non posso e non voglio fare nessuna di queste cose"

Jungwon si avvicinò al principe, stringendogli leggermente il braccio, come a rassicurarlo.
"Però sei Jay Park. Non devi assumere per forza un ruolo in tutto questo. Devi solamente essere te stesso Jay. Non ti preoccupare del resto"

Jungwon sentiva il legame con il biondo. Aveva capito che quel giovane principe non era altro che quel bambino a cui si era tanto affezionato da piccolo, e si era pentito del suo gesto avventato che aveva causato non pochi problemi al ragazzo che, in piedi davanti a lui, ora stava crollando davanti ai suoi occhi, ignaro del fatto che la persona di cui si stava fidando era invece quella da cui doveva stare più lontano.

"grazie Jungwon..." sorrise leggermente l'altro.

"non ringraziarmi, infondo ci dovevamo proteggere, lo avevamo promesso" E Jungwon decise di iniziare, a poco a poco, a rimediare a quei errori e a quelle bugie che si stavano accumulando. Aveva visto e provato sulla sua pelle, cosa significasse mentire e quali erano le conseguenze, e lui non voleva perdere quella parte della sua storica famiglia proprio ora che l'aveva ritrovata.

"in che senso..." il biondo, d'altra parte, non aveva ancora capito dove volesse arrivare il più piccolo con quella frase, cercando nel profondo del suo animo quando i due avessero stretto un patto insieme per proteggersi a vicenda. "se intendi quando ti ho chiesto aiuto con Chuu, non centra nulla con il farmi da badante e da medico" aggiunse facendo ridacchiare il minore.

"no...non è assolutamente quello" disse per poi sollevare la mano davanti al volto e alzare il mignolino "ma questa"

Promessa.

Quella che i due si erano fatti da bambini, abbracciati insieme sotto una vecchia quercia, il loro piccolo posto, nascosto non molto lontano dalla dimora del più piccolo dei due bimbi.

"Jay..." cercó di richiamare il principe, perso nei suoi pensieri.

"Wonie" sussurró piano il biondo, rialzando gli occhi che aveva precedentemente abbassato per terra, cercando di ricordare cosa quel gesto gli ricordava, giungendo a quel ricordo, seppellito nei meandri della testa.

"si Jay...sono io" a Jungwon scappò una lacrima nel momento in cui all'altro si illuminarono gli occhi e il suo corpo si attacco al suo, le braccia a cingergli la vita e la testa appoggiata nel suo collo.

"Non riesco a crederci...sei davvero quel piccolo bambino? Quando lo hai capito?" sussurró Jay, la voce spezzata dal pianto che lo aveva colto e il volto affondata nella carne del più basso.

"quando hai parlato di tua madre, ho capito che tu eri quel bambino e che quando eravate spariti era perché lei era mancata...mi dispiace Jay" sussurró Jungwon, accarezzando dolcemente la schiena del biondo, il tocco leggero che riscaldava l'anima del maggiore, che ancora cercava di assimilare al meglio la notizia.

"Ti voglio bene Wonie" sussurró il più alto.

"anche io te ne voglio Jay" rispose il minore "ora però fatti medicare" aggiunse staccandosi dal maggiore e bendando la ferita che stava fortunatamente guarendo.

"ora vai a letto Jay, domani mattina partiremo presto per tornare al regno di iland" disse e il principe si coricó nel comodo letto mentre l'altro iniziò ad allontanarsi

"Jungwon" lo richiamò il biondo, afferrando il suo polso facendolo girare "resta" sussurró, la luce della luna ad illuminare i capelli biondi che,scompigliati, ricadevano sulla fronte e la pelle chiara.

"va bene" il più piccolo non poté resistere allo sguardo dell'altro, così bisogno di avere un contatto con quel ragazzo dai capelli castani e le dolci fossette che gli conferivano un'aria innocente. Quelle fossette da bambino Jay le amava talmente tanto da affondarci sempre le dita, facendo storcere il naso al piccolo in modo estremamente carino. Aveva sempre pensato che il minore assomigliasse ad un piccolo gattino quando si comportava in quella maniera, e lo pensò nuovamente una volta che vide Jungwon accoccolarsi a lui nel letto, rannicchiato in un modo carino, così piccolo vicino al biondo.

"buonanotte Jay" salutó Jungwon, prima di chiudere gli occhi.
"buonanotte Wonie" rispose Jay di rimando, posando poi un bacio tra i capelli del più piccolo.

...

"a che pensi?" Yves si sveglió piano, vedendo il castano di fianco a lei ancora sveglio, gli occhi puntati fuori dalla finestra, a guardare la meravigliosa luna.

"chissà come sta" sussurró, cercando di memorizzare ogni dettaglio di quella notte, il blu del cielo, le stelle che tempestavano la volta celeste e la luna, così grande e luminosa, come un faro di speranza in quella notte scura che riusciva a guidarti verso la strada giusta. Quella luna lo aveva giudato tante volte, verso posti e persone che erano a poco a poco diventati fondamentali nella sua vita.

Yves sorrise tristemente.
Si era addormentata non molte ore prima con l'amico cercando di tirarlo su di morale, stringendolo e rassicurandolo. Erano giorni ormai che Jake faceva fatica a dormire o che non rispondeva agli stimoli e, da quando Jungwon e i principi erano partiti alla volta di dream land, era sempre più distaccato e pensieroso, perso nel suo universo e nella luce della luna.

"a chi ti riferisci?" domandò cauta.

"a Sunghoon, secondo te starà bene?" Jake non riusciva a togliersi quel volto perfetto dalla mente. Si sentiva morire ogni volta che vedeva qualcosa che gli ricordava quel dannato principe che gli aveva scombussolato l'esistenza con la sua presenza.

Quando vedeva la luna, ripensava a quel bizzarro incontro nella serra, ai capelli neri che si illuminavano della luce argentea proveniente dalla bellissima luna e al suo sorriso limpido.
Le rose bianche erano diventate uno dei suoi fiori preferiti, che associava maggiormente alla rara bellezza del più giovane ma che, con le loro spine, rammentavano al ragazzo qual'era il prezzo da pagare per quel caldo sentimento che gli aveva attanagliato il cuore e che lo aveva sempre spinto ad avvicinarsi maggiormente a quel ragazzo così silenzioso e calmo.

"starà sicuramente bene Jake, è in gamba, se la sa cavare benissimo da solo" rispose Yves, accarezzando dolcemente il braccio del castano e stringendosi al suo corpo "ora cerca di riposare Jake. Domani torneranno qui e potrai verificare di persona che sia Sunghoon che Jungwon stanno bene" sussurró la ragazza, chiudendo gli occhi e abbandonandosi nuovamente al sonno.

"lo spero..."mormorò Jake, chiudendo gli occhi e addormentandosi, la luce della luna a rischiarare il suo dolce viso.

愛 ◟ 𝙞𝙘𝙚𝘱𝘳𝘪𝘯𝘤𝘦 !🧷 jakehoon𓂅᮫᜔ִׂ .Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora