Capitolo 5 - Non è finita

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"Come cavolo hai fatto a non sentire la sveglia Legoshi?! ", era davvero tardissimo, con una fetta di pane penzolante dalla bocca, la giacca stropicciata infilata per metà, Louis corse fuori di casa alla velocità della luce seguito da Legoshi con il pelo tutto arruffato e gli occhi che stentavano a stare aperti. "Può capitare non prendertela! " rispose Legoshi con il fiatone "Da un lupo non me lo sarei mai aspettato! Ora corri più forte che puoi, non importa quanto tu sia stanco! " 

Tra inciampi e urti con altri abitanti Louis e Legoshi riuscirono in un modo o nell'altro a raggiungere il conglomerato giusto in tempo per l'apertura. 

Free stava aspettando Legoshi per fargli un'introduzione ben precisa su come avrebbe dovuto svolgere le sue mansioni. 

"Legoshi ci vediamo dopo, mi raccomando ascolta Free attentamente! Ciao." Louis entrò e scomparve nell'ascensore per salire all'ultimo piano. Cavoli, la Horns Corporation era davvero enorme. 

Legoshi salutò il suo amico Free e si mise al suo fianco "Allora Legoshi, da quanto tempo! Sei pronto per iniziare il tuo lavoro? " chiese Free. Non sapeva a cosa sarebbe andato incontro, ma non poteva rifiutare un favore che Louis gli aveva gentilmente chiesto, certo che anche il fatto di essere un canide, sicuramente non lo aiutava a dire di no. 

"La faccenda è molto semplice, devi semplicemente controllare che Azuki non passi qui davanti, nel caso tu la vedessi, mi devi avvertire nell'immediato, a quel, punto ci ritireremo all'interno, dove daremo un piccolo allarme e ci nasconderemo tutti nel seminterrato. Mi hai capito bene lupetto? " Dopo il discorso di Free, Legoshi era diventato ancora più partecipe della drammatica situazione di Louis e di che disastro avesse effettivamente combinato. A quanto pare non è felice e i sentimenti lo hanno portato a compiere tutto questo, a chi starà pensando? "Va bene Free, mi metto all'opera immediatamente. Grazie per le direttive. " Era un impegno mattutino dato che Azuki lavorava il pomeriggio e anche la notte, la mattina o dormiva o andava in giro per la città. C'erano poche possibilità che uscisse, dato che i turni di notte le impedivano di riposare. 

Arrivato su in ufficio Louis di fretta tirò fuori dal cassetto le cartelle con tutte le fatture più recenti. 

La mattina passò e nessun problema si presentò di fronte al grande portone del conglomerato. 

I leoni stavano andando in pausa pranzo e Legoshi venne congedato, poteva tornare a casa. Louis era rimasto in ufficio, aveva gli occhi traballanti e ormai se lo aspettava anche lui. Si addormentò sulla sua scrivania, era proprio grazioso. 

Spensierato Legoshi si incamminò verso casa, ma si ricordó che Haru era lì e lui era ancora arrabbiato con lei. Poteva succedere di tutto se l'avesse rivista. Una voce familiare eccheggió alle spalle di Legoshi "Senpai! Allora come stai? " Pina era esattamente dietro Legoshi che lo stava seguendo. "Pina, ma non dovresti essere a scuola?! " chiese Legoshi che era stato colto di sorpresa "Nah, oggi ci hanno dato la giornata libera e ho pensato di venirti a trovare. Dobbiamo fare una breve chiacchierata, andiamo al bar offro io! " Il suo sorriso non si era spento, negli ultimi mesi era rimasto esattamente come quando si erano incontrati, Pina è proprio solare, è più forte di lui.

Un paio di passi più avanti c’era un piccolo bar e i due ragazzi presero posto ad un tavolino. Un cameriere arrivó a prendere i loro ordini. “Vedo che ti tratti bene Legoshi, sai al club di teatro manchi molto e anche a me sinceramente”, disse Pina, mentre altre ragazze del tavolo di fianco lo ammiravano. “Vedi in questi giorni stanno succedendo molte cose, dovevo sposarmi , ma penso che non andrà a buon fine, abbiamo litigato e ora non posso più vedere questa ragazza.” A Legoshi vennero in mente tutti i bei momenti che aveva passato con Haru, ma tutto non gli dava più felicità, solo un grande istinto d’odio. “Mi dispiace per quella lupa, sareste potuti essere una bella coppia! ”, esclamò Pina cercando di tirare su il morale a Legoshi. “Non è una lupa. Non te l’ho mai voluto dire, mi sentivo con una coniglietta nana, si chiama Haru.” Pina spalancò gli occhi, ma non gli importava, non era quello di cui voleva parlare. “La città sta cadendo di nuovo nel caos...” Legoshi lo interruppe “Cosa stai dicendo?” Pina non ci fece caso e continuò: “Alle 19 passa per la via di fianco a questo bar, percorrila completamente. Una volta che ci sarai di fronte, chiamami io avrò il telefono in mano.” Legoshi rispose a quel punto “Ti chiamerò stanne certo.” Troppe cose strane si stavano susseguendo nella quotidianità, Legoshi ne sta uscendo stremato. Rassegnato dal fatto di non poter avere una vita tranquilla, Pina e Legoshi ammazzano il tempo seduti a ridere, scherzare e parlare anche delle innumerevoli relazioni di Pina.

“Jack sapeva che sarei venuto a trovarti, ha chiesto di venire da te stasera, voleva parlare un po’. Gli ho promesso che lo avresti avvertito.” Legoshi si dimenticò per un attimo tutta la sua giornata e felice esclamò “Tra poco chiamo Louis, gli chiedo di dormire da lui anche stasera, non ci penso a tornare a casa mia. ”

In buona compagnia si sa il tempo passa velocemente, erano le 18:45 di sera, la luce era davvero poca, ma il bagliore del tramonto era ancora maestoso in cielo. “Io torno a scuola, Ci sentiamo tra poco.” La discussione terminò e Pina scese le scale per andare a prendere il treno diretto a scuola.

Legoshi aspettò impietrito davanti a quel vicolo, non gli ricordava nulla di buono, ma non era il momento dei cattivi pensieri. Ora l’unica cosa alla quale doveva pensare, era camminare senza mai fermarsi.

Louis aspettava Legoshi a casa, sicuramente la sua preoccupazione non era dove dormire, ma se mai ci fosse tornato.

Alle 19 in punto Legoshi compì il primo passo, era timido e insicuro, ma gli era stato insegnato di essere forte, tutti gli altri passi seguirono normalmente come se stessero camminando da soli per una semplice passeggiata. Il naso di Legoshi stava ricevendo dei segnali a dir poco disgustosi “Sarà solo la spazzatura, non credo che sia vero quello che sto sentendo.” L’odore si fa sempre più intenso, una luce in quel buio vicolo. “Non è possibile. Era tutto finito.” Legoshi prese in mano il telefono e come da accordi chiamó Pina. “Pronto sono Pina, chi chiama?” Legoshi esitò “Tu come fai a saperlo?”

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