2 Capitolo

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Dal capitolo precedente...

《 Io e Sara pensiamo che siano delle ochette, che rovinano i rapporti e pretendono che tutte le attenzioni siano rivolte a loro.》

Giunte davanti la nostra classe, entriamo e prendiamo posto in attesa che arrivi il professor Collinson.

Trascorsi cinque minuti dal suono della campana, entra finalmente in classe il professore, esclamando:

《Buongiorno ragazzi>>

E dopo pochi minuti ci comunica che oggi faremo un nuovo argomento di matematica.

Dopo aver chiamato l'appello, comincia a spiegare il nuovo argomento, ma non riesco a seguire poichè mille pensieri e interrogativi annebbiano la mia mente. Il desiderio e la voglia di dare una svolta  è come se mi pervadesse e pensando ai due anni trascorsi dopo la morte di mio padre, mi vengono le lacrime agli occhi.

"Devo smetterla. Non posso piangere, non devo. Piangere è simbolo di debolezza e sensibilità e io devo smetterla di essere così, devo voltare pagina e cominciare una nuova vita."

I miei pensieri vengono interrotti dal suono della campanella. L'insegnante dell'ora successiva è la professoressa Swith, solo il nome mi fa venire la pelle d'oca.

È una donna sulla cinquantina , dai capelli corti e scuri,è bassa e robusta.È la professoressa peggiore che conosca e ogni volta che entra in classe l'ansia mi assale per la paura.

"Merda i compiti. Adesso come faccio?" il mio respiro si fa affannoso.

Non so che fare, sono nel panico più totale. Mi aveva avvertito l'ultima volta, che se non avessi portato i compiti sarei finita nei guai.

"Può mai essere che ogni volta dimentico di fare i compiti di letteratura inglese?"

Arriva in classe la prof e comincia a spiegare. Ma Quando sta per finire l'ora e penso di essere salva, Jessy, una delle tante cheerleader ochette, urla:

《 Prof ha dimenticato di correggere i compiti!》

"Perché non sta mai zitta quell'oca.?"

《Grazie per avermelo ricordato, Jessy!》Dice la professoressa con tono autoritario

Dopo pochi secondi punta il suo sguardo su di me con aria soddisfatta, poichè mi coglie di sorpresa e afferma:

《A proposito, l'avevo dimenticato, Jennifer porta i compiti in cattedra!》

L'odio che quella donna prova verso di me è palese.

Sono stata la ragazza perfetta per troppo tempo.

《Non li ho fatti, li ho completamente dimenticati》 riesco a dire con un filo di voce, ma sono comunque stupita di aver avuto il coraggio di confessare senza fare giri di parole.

《Sei in punizione》dice con tono soddisfatto.

Ho così tanta ansia che non riesco a parlare, riesco solo ad arrossire e intanto il mio cuore batte così forte che sembra volesse uscire dal mio corpo. Per fortuna la campana mi salva e mi dirigo verso il corridoio piena di vergogna per quello che è successo.

Dopo pochi minuti vedo Sara, che mi raggiunge in preda al panico, sarà sconvolta, non ha mai visto me essere rimproverata così da un professore. Appena arriva mi prende per un braccio e mi sussurra con aria dolce ma ansiosa:

《Potevi consegnare il mio quaderno alla prof, scema.》

《Non ci ho pensato》dico esasperata.

In questo periodo ho sempre la testa in aria, non faccio altro che pensare a mio padre e alla voglia di riscatto che non riesco a reprimere. Rimango nei miei pensieri finchè Sara non mi chiede:

《Amore,tutto apposto? Ti vedo strana per ora.》

Annuisco.

Non voglio che si preoccupi per me, non voglio fare pena a nessuno.

Poi penso a mia madre, mi chiedo cosa penserà della sua unica figlia, che fino ad adesso ha assunto un comportamento perfetto. Sicuramente non posso dirle che sono stata messa in punizione dall'odiosa professoressa Swith, Così decido di mentirle.

《Sara devi aiutarmi.》 dico con un aria più seria del solito, poi continuo:

《Se mia madre ti chiama, devi dirle che sono con te.》

《Certo》risponde dolcemente e contemporaneamente perplessa dal mio comportamento e di cosa mi sta succedendo in questo periodo.

《Poi mi racconti tutto,stai attenta lì dentro》 dice abbracciandomi.

Prendo il mio telefono e chiamo mia madre. Ad ogni squillo la mia ansia aumenta. Al terzo squillo risponde:

《Pronto tesoro》dice con un'aria stanca.''Avrà finito i lavori in casa".

《Mamma posso rimanere da Sara per fare i compiti?》dico cercando d'essere  più credibile possibile.

《Certo tesoro, a stasera!》e riattacca.

Un peso in meno. Rimane solamente quella stanza, quella stanza ignota in cui dovrò passare sessanta minuti della mia vita.

Mi dirigo verso il mio armadietto per posare i libri e mentre prendo le chiavi, noto un ragazzo alto, muscoloso, ma non troppo, con i capelli castani e gli occhi di un verde smeraldo.

"È stupendo'' penso tra me e me.

I nostri sguardi si incrociano e io rimango immobile, lì ,impassibile, verde contro marrone, il mio sguardo contro il suo, le gambe  tremano e il cuore batte all'impazzata. È come se ci fossimo solo io e lui e nessun altro. Non ho mai provato così tante emozioni in un solo istante.

Rimango immobile senza dire una parola finchè non lo vedo scomparire all'angolo.

Il suono della campana mi riporta alla realtà e poso i libri nell'armadietto anche se non riesco a togliermi dalla testa quello sguardo intenso e profondo.

Quanta ansia, quante emozioni. È arrivato il grande momento. "La sala delle punizioni".

Mi dirigo verso la porta, poso la mano sulla maniglia e dopo pochi secondi decido di aprirla con il cuore in gola.

Rimango immobile sulla soglia della porta. Non vedo niente  lì dentro a parte quel ragazzo che mi ha fulminato con lo sguardo pochi minuti fa.

La storia si ripete, quegli occhi verde smeraldo fissi su di me.soffoco.

Angolo autore: Spero che vi sia piaciuto!❤

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