PROLOGO: La fine è vicina?

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<<Non ce la faremo. Non con così tanti demoni. Penso che questa sia la fine Ale.>>  Alessandro dovette faticare affinché udisse ciò che aveva appena detto Sofia. Si trovavano in una stanza buia. Molto buia. Nella completa oscurità si scorgeva solo qualche manico di scopa e qualche secchio. <Probabilmente siamo nello sgabuzzino> pensò Alessandro. Era la prima porta che avevano trovato girando l'angolo mentre correvano per il lungo corridoio dell'Istituto, o meglio, uno dei corridoi di quest'ultimo. <<Dobbiamo arrivare ad Idris, se resteremo qui ancora un'altra ora, probabilmente ci riuniremo a mia madre e tuo padre>> disse Sofia con una piccola vibrazione nella sua voce. Era paura? Se così fosse stato, era più che comprensibile. << Si lo so Sof, ma come ci arriviamo ad Idris senza un portale? Per di più non sappiamo neanche dove sono Max, Susanne e Jocelyn>> rispose Alessandro. <<Non sappiamo dove si trova Michael. Anzi, non sappiamo se è davvero lui>>. <<Certo che sarà lui, deve...>> Sofia fu interrotta da un urlo straziante fuori dallo stanzino. <<Per l'Angelo, spero che non sia uno dei nostri>> disse Alex. <<Non dirlo neanche per scherzo, anche se... ci siamo solo noi qui, su questo piano almeno. Dobbiamo uscire Ale, dobbiamo trovare Max e gli altri e riuscire ad arrivare ad Idris, o perlomeno riuscire a sopravvivere. Dobbiamo capire cosa sta succedendo, perché tutti questi demoni, perché gli stregoni ci combattono. L'Alleanza è ancora in vigore, no?>> Sofia fece una domanda per cui già conosceva la risposta. <<Certo che l'Alleanza è (o forse adesso era) ancora in vigore>> rispose Alex. <<Comunque hai ragione, dobbiamo uscire di qui, trovare gli altri, e scappare>>. Alessandro fece per aprire la porta dello sgabuzzino. Non c'era nessuno nel corridoio. <<Qui non c'è nessuno Sofia, possiamo uscire>>. <<Ma dove andremo? Non abbiamo neanche delle armi...>> rispose Sofia. <<Dobbiamo arrivare all'armeria, procurarci qualche spada e la tua frusta>>  disse Alessandro, dando un'ulteriore occhiata al corridoio. L'armeria dell'Istituto si trovava al terzo piano. Era una stanza completamente addobbata con qualsiasi arma potesse  esistere: spade angeliche, martelli, asce, archi e varie spade circolari. La stanza si presentava abbastanza scura, con la stregaluce che inondava le pareti di un bagliore biancastro, come luce pura. Quella era l'unica stanza dell'Istituto rivestita in pietra, con le pareti quasi tendenti al verde. Di giorno la stanza era ben illuminata per via dei grandi finestroni che affacciavano su Piazza San Pietro. In quel momento la piazza era deserta, anche se di solito era piena di mondani. <<Forza, adesso proviamo ad uscire, e stammi sempre dietro Sofia... perderci sarebbe l'ultima cosa che vorrei...>> Sofia si avvicinò ad Alessandro, e contemporaneamente si tracciò una runa "Senza Suono" sulla suola di una scarpa. Era una runa particolare, una specie di numero 6 con delle linee orizzontali sulla parte superiore. <<Ricordati la runa del Silenzio Ale>>. <<Giusto, hai ragione Sof... mentre guardo il corridoio, potresti disegnarmela tu per favore?>> <<Certo, dammi il tuo stilo.>> Alessandro prese dalla tasca lo stilo. Era una specie di  bacchetta, ma più corta, con dei rigonfiamenti ai lati. Nel porgergli lo stilo, Alessandro fece un sorriso a Sofia. Lei adorava quel sorriso, il sorriso del suo Parabatai, anche se adesso c'era una leggera spruzzata di paura. Sofia tracciò la runa al suo compagno dopodiché entrambi uscirono dallo stanzino, lasciandosi alle spalle l'oscurità, ma forse anche la sicurezza. Attraversarono di fretta il corridoio che portavano alle scale del lato Est dell'Istituto. Correndo verso le scale, Sofia notò forse per la prima volta che vi erano appesi ai lati del corridoio, vari quadri rappresentanti vari personaggi. Sofia pensò per un attimo al fatto di non essersi mai chiesta chi fossero. Ma che importanza aveva in quel momento? Forse sarebbero morti da un momento all'altro. Forse sarebbe arrivato uno stregone, e avrebbe lanciato sfere azzurre magiche contro di loro. Una volta arrivati alle scale,  i due amici fecero per salire. Le scale si presentavano di un legno scuro, più scuro rispetto a quelle del lato Ovest. Sofia si guardava spesso le spalle mentre Alessandro saliva le scale con un fremito di paura, quanto basta da farlo notare anche all'amica dietro di lui. Una volta arrivati al terzo piano, si poteva scorgere l'armeria, la quale si trovava a circa metà corridoio sulla sinistra. Alessandro prese per la mano Sofia, e iniziò a correre per il corridoio e piombò alla fine nell'armeria, con Sofia alle spalle che chiudeva la porta. <<Perfetto, per adesso siamo salvi>> disse Ale, quasi come se la paura lo stesse per abbandonare. <<Si, anche se mi hai trasportata come un sacco di patate, buttandomi nel corridoio con te.>> rispose Sofia, quasi infastidita. <<Lo so Sof, hai ragione, perdonami... è solo che ho paura... paura di perderti, paura di lasciarti da sola, paura per te... sei una parte di me, forse la migliore e non posso perderti. Se ti accadesse qualcosa non me lo potrei mai perdonare>>. Alessandro sembrava davvero pentito di ciò che aveva fatto, anche se bastò lo sguardo della sua amica a fargli tornare un sorriso. <<Lo so Ale, tranquillo... lo sai anche per me è cosi, ti voglio bene e sei anche tu parte di me. Ricorda, però, che sono una Shadowhunter anche io, e che anche io posso e voglio proteggerti.>>. Alessandro fece per sorridere di nuovo e abbracciò Sofia. Dopo un pò, i due si lasciarono e diedero una sguardo alle centinaia di armi appese alle pareti. Quasi non ci avessero fatto caso, quando erano entrati. <<Ecco la mia frusta... dove sono le tue lame Ale?>> Sofia prese la sua frusta e se la pose al braccio. Era un'arma molto particolare. Allo sguardo di tutti sembrava un semplice bracciale, ma in realtà nascondeva un'arma letale per i demoni. <<Dovrebbero essere qui... eccole>>. Alessandro si avvicinò alle molteplici armi presenti nella stanza, anche se aveva riconosciuto la sua preferita, o meglio le sue. Alessandro amava avere 2 spade, anziché 1, anche se erano più corte delle normali spade angeliche. Le prese, e quasi si sentì più tranquillo con qualcosa che gli era familiare. <<Amriel!>> il ragazzo urlò il nome di un angelo e la prima spada si accese. Erano lame fatte con adamas puro, forgiato dalle Sorelle di Ferro. <<Ithuriel!>>. Una volta attivata anche la seconda spada, Alessandro si avvicinò a Sofia, che nel frattempo, reperiva qualche pugnale e una spada angelica. <<Non si sa mai, meglio abbondare>> disse Sofia sentendo lo sguardo di Ale su di essa. <<Possiamo anche andare, anche se non so dove di preciso... dobbiamo trovare gli altri. Dovrebbero essersi rifugiati anche loro nell'Istituto, anche se è immenso.>> Alessandro fece per annuire e propose a Sofia di iniziare dalle loro stanze. <<Si, potrebbero essere lì, beh iniziamo dal secondo piano allora; c'è la stanza di Jocelyn, potrebbe essere lì>> I due Parabatai si avvicinarono alla porta che dava sul corridoio. Questa volta a dare un'occhiata fu Sofia che, come dieci minuti prima, non vedeva altro che i soliti quadri sulle pareti scure dell'Istituto. <<Non vedo nessuno in giro, penso sia il momento di andare>> disse Sofia, rivolgendo ad Alessandro uno sguardo pieno di tensione, che prima sembrava scomparsa.<< Perfetto, andiamo allora.>> Alessandro fece per uscire, e Sofia si chiuse la porta alle spalle, attenta a non fare il minimo rumore. I ragazzi, iniziarono a correre, fino a giungere alle scale, ma qualcuno gli bloccò la strada. Era uno stregone, (lo si capiva dal suo marchio, ovvero un paio di ali nere), con una folta chioma corvina. Aveva dei jeans strappati ed una maglietta con su scritto "Always". Non ci volle molto a capire di chi si trattasse. <<Michael...>> Sofia fece per parlare, ma c'era qualcosa nello sguardo dello stregone che non le sembrava familiare. Aveva gli occhi di un terribile rosso acceso (i suoi occhi normalmente erano scuri), e aveva un'aria minacciosa. <<Michael... pensavamo che ti saresti unito agli altri stregoni per combatterci, so che non è cosi, vero...?>> Sofia disse l'ultima frase con una nota di speranza. Ahimè invana. <<Dovete morire tutti, Nephilim>> disse Michael. <<No, ti prego... Micheal siamo noi Sofia ed Alessandro... non ci faresti mai del...>>. La ragazza non terminò la frase, in quanto una sfera azzurra le si lanciò contro, ed ogni speranza che Michael non avesse fatto loro del male, vacillò in un istante.


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⏰ Ultimo aggiornamento: Jun 14, 2021 ⏰

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