In men che non si dica mi raggiunge.
<<Che ti hanno fatto?>> domanda preoccupato. Si siede accanto a me e la sua presenza mi dà calore, conforto.
<<Ho litigato con chiunque fino all'impossibile, ho pure spinto Kevin contro il muro>> gli confesso e lui fa una faccia stupita. Sto adorando la sua espressione, credo che se potesse lasciare da parte la razionalità mi abbraccerebbe dalla fierezza. Magari lo facesse. <<Sei seria? Avrei voluto esserci, cazzo! Avrei fatto il tifo per te come una cheerleader>> esulta contento. Mi faccio condizionare dalla sua felicità e lo sfido. <<Non saresti stato capace di fare una cosa del genere>>
<<Ah no? Donna di poca fede>> risponde.Se c'è una cosa che non è cambiata di Edoardo è che non puoi mettere in dubbio le sue capacità, in quanto il suo orgoglio non lo permetterebbe mai. Come volevasi dimostrare, si alza dal suo posto e si guarda intorno per capire di fronte a quanta gente sta per perdere la dignità. Scruta con attenzione e poi scuote la testa come se non gli importasse più di tanto di quante persone lo stiano guardando. Se potessi metterei in pausa la scena e andrei a comprarmi i pop corn, non ci credo che Edoardo sta seriamente per fare la cheerleader davanti a me. In un batter d'occhio, inizia a saltare alzando il braccio destro e sinistro a ritmo ed io muoio letteralmente dalle risate. <<Datemi una C!>> urla ed io lo seguo urlando: <<C!>>, poi prosegue con tutte le lettere del mio nome, la gente attorno a noi ci guarda malissimo, ci avranno sicuramente scambiato per due ubriachi ma a me non importa. Sono così felice in questo momento che potrei trovarmi anche nel mezzo dell'Atlantico di Roma, non me ne curerei per nulla.
Arriva all'ultima lettera del mio nome ed è lì che raggiungo il colmo della mia risata. <<Datemi una E!>> urla. <<Hai sbagliato, razza di idiota ubriaco che non sei altro>> lo derido e lui si siede stanco accanto a me stanco e allo stremo delle forze. <<Dovresti ringraziarmi, sarebbe il minimo dato che hai mandato a puttane la mia dignità>> scherza e mi rendo conto solo ora di ciò che ha fatto davvero per me. Edoardo Martin si è appena messo a ballare come una Cheerleader, urlando e cantando davanti a tantissime persone solo per tirarmi un po' su di morale. Non dovrebbe farmi piacere questa cosa, avevo giurato che sarei stata lontano da lui più e più volte eppure, è come se ci fosse una calamita nei nostri cuori che si attrae irrimediabilmente quando siamo vicini. Per quanto questa cosa dovrebbe darmi fastidio normalmente, ora non ci faccio molto caso. Non so se ha fatto tutto ciò perché è sotto l'effetto di alcolici, però non lo ringrazierò mai abbastanza per avermi fatto sembrare tutto questo casino meno triste.
Dopo aver smesso di ridere si siede e chiude gli occhi, scuotendo la testa brevemente. Chissà a cosa sta pensando. <<Porca miseria...>> sospira poi. <<Che c'è?>> domando. <<Dovrei proprio starti lontano>> afferma, abbiamo pensato proprio la stessa cosa nello stesso momento. Spero non ci sia lo zampino di Kevin dietro questa sua affermazione. <<Perché?>> chiedo ancora, però proprio nel momento in cui sta per rispondere lo chiamano al cellulare e risponde immediatamente. Mi dà un po' noia al momento questo fatto, è come se il mondo cerchi in ogni modo di impedire ogni nostro contatto. Cerco di avvicinarmi senza farmi notare per sentire qualcosa, ed in effetti riesco ad ascoltare qualche parola ma non ne capisco pienamente il significato. <<Il tuo amico ha fatto due più due e sta per scendere, sparisci, ci troviamo alla moto>> non ho idea di chi sia l'amico di Edo e per quale motivo abbia fatto due più due, però Edoardo diventa nervoso, non tanto preoccupato quanto arrabbiato. Si alza immediatamente e risponde alla domanda che gli avevo fatto prima che arrivasse la chiamata.
<<Perché sono pieno di casini e problemi>> poi guarda verso l’alto, alle finestre della casa di Flaminia, camminando sempre più velocemente, credo lo stia facendo per controllare che il famoso “amico suo”, non stia scendendo. Sono troppo curiosa di sapere di chi si tratta, infatti resterò qui solo per vedere chi è. Soffermandomi sulle parole di Martin, c’è qualcosa che non mi va bene. <<Mi devi stare lontano perché hai problemi? Non ci credo>> so che sta cercando solo una scusa per liberarsi di me e non glielo permetterò. <<Hai ragione, in realtà devo starti lontano perché... ho una ragazza in testa>> mentre spiega fa spallucce come a discolparsi, nel frattempo vedo Nico che spunta dall’ingresso correndo, entrambi raggiungono la moto lasciandomi lì, solo un momento prima di partire, Niccolò mi lancia un bacio al volo, eppure questa volta non riesco a sorridere al suo gesto. Edoardo ha in testa una ragazza e per questo deve stare lontano da me, mi sento davvero morire dentro. Non so il motivo della mia sofferenza, d’altronde io e lui siamo stati due sconosciuti per anni, io ho anche intrapreso una nuova relazione nel frattempo e le nostre vite si erano separate, tutto andava bene. Poi lui è tornato, io mi sono lasciata e il destino ha voluto che ci fossimo trovati. Il pensiero di lui con un’altra mi ha sempre spaventata, tanto che non ho mai voluto affrontare quest’evenienza, ora però non riesco a realizzare ciò. In questi anni ho sempre immaginato che lui stesse con altre ragazze ma, da tipo non serio, era ovvio che non si impegnasse seriamente con qualcuno. Eppure stasera mi ha detto “ho una ragazza in testa” e non so perché, ma ha fatto male, perché avere una ragazza in testa vuol dire pensarla, costantemente, e ciò consegue essere quasi innamorati.
Resto ferma sul vialetto per un po’, poi mi volto per osservare la porta, almeno capirò la persona che ha costretto Edoardo e Nico ad andare via. Non esce nessuno da quella porta, tranne Kevin. Non so se è lui la causa della fuga improvvisa e, se proprio devo dirla tutta, ora come ora, non mi interessa più di tanto. Non so cosa stia succedendo tra loro e se non vogliono rendermi partecipe di ciò, allora che si tengano pure i loro segreti. Sono stanca di indagare sempre. Entro in macchina e rifletto sul fatto che, nonostante le mie disgrazie, almeno ho recuperato il cellulare. Tento di aprirlo inserendo la password ma dice che è errata ed è impossibile, io stessa l’ho impostata. Richiudo e apro nuovamente il display, la frase che avevamo scritto io e Zoe come avvertimento è sparita e c’è n’è un’altra. “Nel caso in cui questo telefono finisca nelle mani sbagliate (oltre alle mie ovviamente), sappi che ti troverò e mi restituirai questo cellulare sputando sangue a destra e a manca, perciò ti conviene riportarlo subito dove l’hai trovato. Ah e se sei tu, Bianchi, non hai scampo”. Dopo aver letto, sorrido, che idiota. Perché ha dovuto rovinare tutto con quella dannata frase, prima? Non sono gelosa di lui, non ne avrei il diritto, però pensarlo con una ragazza in modo serio, mentre passeggiano tenendosi per mano, mi fa contorcere lo stomaco. In effetti, non è che ce lo veda a fare il romanticone... però c'è da dire che non immaginavo nemmeno che potesse perdere la testa per qualcuno, eppure... Scaccio questi pensieri dalla testa e ritorno al telefono, non ho concluso un bel niente poiché non ho la password per aprirlo perciò dovrei ricorrere ad Edoardo, ma questo vorrebbe dire che mi avrà nuovamente tra le sue mani. Il mio cervello inizia a movimentarsi di pensieri, potrei scrivere un messaggio a Nico per capire dove si trovano e da lì deciderò il da farsi.
Io: Ehi Nico, scusa l'orario, dove siete tu ed Edoardo?
La risposta arriva immediatamente.
Nico: Ma ciao bellissima, per te non c'è orario. Ho portato quel rincoglionito a casa, però se hai bisogno ci sono sempre io.Sorrido come un'idiota per l'allusione.
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Basta Che Siamo Sotto Lo Stesso Cielo
RomanceVi siete mai chiesti che cosa succederebbe se due galassie si scontrassero? Innanzitutto, dovrebbero essere così vicine da risentire del reciproco campo gravitazionale, cominciando, perciò, ad orbitare l'una attorno all'altra. Dopodiché, qualora l'i...