Suonò la sveglia, erano le 7:40 o pochi secondi in più, come al solito Gabriel era in ritardo, ma cosa gli importava? Nulla, avrebbe saltato la prima ora come al solito, con Davis e Vale, ovvero: il trio di drogati.
Un paio di jeans, una maglietta, i soliti anfibi neri, una giacca di pelle e via, meno di quindici minuti ed era già fuori dalla porta di casa. Non invidiava per niente le ragazze, trucco parrucco, vestiti alla moda e bla bla bla.
Scese le scale e trovò quei due drogati dei suoi amici già in macchina a ridere con uno spinello ciascuno tra l'indice e il pollice.
"Perfetto non mi hanno nemmeno aspettato" borbottò tra se e se mentre scendeva gli ultimi gradini. Abitava in una casa, non troppo grande, ma nemmeno un 'buco', una casa normale, in una via normale con degli amici "normali" l'unica chiazza rossa su tutta questa normalità era lui e la sua vita da drogato, le sue braccia tatuate e il labbro bucato da un piercing nero. Poco importava, a lui interessava finire il liceo e andarsene. Il suo piano era stato messo in pericolo però della sua condotta che lo aveva fatto ritardare di un anno sulla sua tabella di marcia, facendolo rimanere in quarta.
"Ehi drogato" lo salutò l'amico non appena Gabriel sedette al posto del passeggero
"Ehi coglione" i due si dettero il cinque seguito la un pugno, la loro solita stretta di mano
"O stronzi- si intromise Vale sbucando con la testa tra la fessura dei due sedili- esisto anch'io" tirò fuori la lingua per poi scoppiare a ridere senza un motivo preciso
"Cazzo vi siete fumati?"
"Il solito" rispose Davis porgendogli lo spinello che fino a pochi secondi fa era tra le sue labbra. -Se se come no- pensò tra sè e sè Gabriel.
Tra cazzate varie , sigarette fumate e chiacchiere i tre arrivarono a scuola con un'ora di ritardo.
"Che palle.. buchiamo?" Vale come al solito non aveva voglia di entrare in quel ' carcere per malati di mente' o comunemente chiamato scuola.
"Vale.. - l'ammonì Gabriel - lo sai che non posso più fare troppe assenze"
"Che palle" sbottò l'amico che aveva appena parcheggiato la macchina e li aveva raggiunti poco dopo.
Su per le scale, girato l'angolo a destra schivato Rocco il bidello stronzo, altra rampa di scale, secondo piano, classe '4C' c'era scritto sulla porta, bella merda, Gabriel,David e Vale erano in classi separate, l'unica ora in comune era l'ora in mensa.
"Bene io sono arrivato, ci becchiamo dopo"
"A dopo" risposero in coro gli altri due.
Gabriel, aprì la porta inconsapevole della nuova studentessa arrivata poco prima. Poco importava d'altronde bastava solo non gli stesse tra i piedi. Nessuno sapeva chi era quella ragazza, nessuno voleva sapere. Si era svegliata alle quattro del mattino per colpa di un'incubo, aveva pianto mentre dormiva. Nessuno mai si accorgeva di lei, ma lei non teneva la testa bassa, aveva imparato che se guardi in faccia le persone, spaventandole e allontanandole, nessuno si avvicinava per farti del male. Aveva imparato a guardare oltre alle maschere della gente aveva imparato che nessuno c'è quando cadi, se non per ridere. Non importava, dopo tutto ora le interessava recuperare le ore di sonno perse perciò non le importò se la prof. stava sbraitando contro qualcuno, la stessa persona che forse avrebbe dovuto schivare..
"Signor De Ferrari le sembra l'ora d'arrivare?" Eccola la professoressa di Biologia, la solita prof perfettina che odiava tutti i ragazzi come Gabriel a prescindere dai voti, le bastavano un paio di tatuaggi e un piercing che per lei era già un 'fuori legge' a gettare in gatta buia e dimenticarsi la chiave nelle profondità oceaniche.
"Prof non è colpa mia se non voglio alzami la mattina per vederla" Una risatina si espanse per la classe, mentre la faccia della prof cambiava ripetutamente colore, dal rosa pallido al rosso fino al viola. "Vada a sedersi immediatamente!" Sbottò infatti.
Gabriel non se lo fece ripetere due volte e si avviò verso il suo banco, quello nel angolo, attaccato alla finestra, così che potesse nascondersi, ma sopratutto guardava fuori, il cielo, quel cielo tanto lontano. C'era qualcosa che non andava però, la sedia non era vuota, c'era qualcosa al suo posto, anzi no qualcuno.
"Ehi! tu! svegliati" niente la 'cosa' non si svegliava e voleva rimanersene isolata dal mondo, ma Gabriel provò a scuoterla per vedere se riusciva a svegliarla.. l'unica cosa che sbucò fuori dalla massa di capelli neri sparpagliati sul banco fu un bigliettino dove 'l'abusiva' aveva scritto: 'Non disturbare' non voleva sprecare energie a scrivere, ma Selena non voleva girarsi e rischiare una discussione -troppo inutile parlare con qualcuno che non potrà mai capirti-, purtroppo per lei il destino o magari il ragazzo di fianco, la pensava in modo diverso:
"Sto cazzo non disturbare.. Svegliati!!" Urlò Grabriel all'orecchio della ragazza, che sobbalzò per lo spavento voltandosi verso chi l'aveva disturbata dai suoi pensieri.
"Si può sapere che vuoi?Sei per caso un analfabeta che non sei nemmeno capace di leggere un foglietto? eh babbano?"
in quel momento fu come se il cielo e la terra si fossero scontrati, un turbine di emozioni sconosciute sarebbero ben presto arrivate a loro insaputa.
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AngoloAutrice
ecco il primo capitolo spero sia di vostro piacimento ❤️❤️ perdonatemi gi errori 🙏ma è la mia prima storia in terza persona
bacioni
#Lu💕
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Piccoli Grandi Errori
Romance"Tutti commettiamo degli errori, ma io ne ho commesso uno troppo grande"