Dustin ancora non se ne capacitava. Di tutte le cose che avrebbe potuto pensare di vedere in vita sua mai avrebbe immaginato di vedere Tom – il suo Tom – passare la notte sul balcone a cullare un gatto tra le braccia.
Ma procediamo con ordine.
Quella mattina erano entrambi liberi, ed avevano pensato di fare un salto dai genitori di Tom a Plymouth. Ogni volta che si ritrovavano con la famiglia del ragazzo era una festa, visto che tutti amavano Tom e avevano accolto Dustin come membro della famiglia. Dopo l'ottimo pranzo preparato dalla mamma di Tom i due piccioncini avevano deciso di godersi una passeggiata sulla spiaggia della città, per prendere un po' di aria di mare e stare un po' in intimità. Ad un certo punto, mentre passeggiavano su un molo, il moro vide uno spettacolo orrendo: un uomo, vestito distintamente, stava gettando in acqua un sacco di plastica nero. Il problema è che il contenuto del sacco si muoveva.
Quando il sacco colpì l'acqua con un piccolo tonfo, come una squadra perfettamente sincronizzata, i due si divisero: Dustin corse a fermare l'uomo mentre Tom, con un perfetto tuffo di testa, si lanciava in acqua con tutti i vestiti per recuperare il sacco. Fortuna volle che aveva lasciato a casa il telefono. In poche rapide bracciate il moro fu accanto al sacco, e in altrettante fu di nuovo al molo con il sacco. Si issò con le braccia sul molo, mentre attorno a Dustin e all'uomo che aveva lanciato il sacco si era radunata una piccola folla ed una volante della polizia. Quando il biondo vide che il ragazzo era tornato sul molo si lanciò verso il suo ragazzo, si tolse la giacca e gliela mise addosso per scaldarlo. Tom gli sorrise, prima di adagiare il sacco sul molo con delicatezza ed aprire il nodo, per poi sussultare alla vista del contenuto.
Dentro c'erano dei cuccioli di gatto, tre per la precisione, tutti e tre fortunatamente vivi ma sicuramente shockati. Tom si inginocchiò e li tirò fuori, adagiandoli con calma sul pavimento del molo. Due di loro si strinsero vicini, mentre un terzo si avvicinò a Tom e gli saltò in grembo, cominciando a fare le fusa. Il moro cominciò ad accarezzarlo con dolcezza, per poi alzare lo sguardo verso Dustin. Il ragazzo, senza neanche bisogno che il suo fidanzato gli facesse la domanda, annuì. Quel gattino sarebbe andato a casa con con loro.
Così, dopo che Tom si fu asciugato e vestito con abiti asciutti – menomale che Dustin portava sempre un cambio per entrambi – i due si rimisero in viaggio verso casa. Tom non aveva voluto lasciare che il gattino viaggiasse da solo dietro, così lo stava tenendo in braccio. Riempiendosi di peli. Quando arrivarono a Londra i due si divisero: Dustin andò a casa con la sua borsa e quella di Tom, mentre il moro andò col gatto al più vicino negozio di animali e, carta di credito alla mano, comprò tutto quello che poteva servire al micino, a cui ancora non aveva dato un nome. Quindi tornò a casa, sistemò quello che aveva comprato e poi si mise a coccolare il gatto. Dustin osservava intenerito il suo fidanzato, seduto per terra col gattino tra le gambe ed un sorriso stampato in volto.
Durante la cena il micio fu sorprendentemente bravo, non dette fastidio ai ragazzi e stette nella sua cuccia a riposare. Anche nel dopo cena, quando i due si accoccolarono sul divano, il gatto non salì sul divano finché Tom, vinto dalla tenerezza, non prese il micio e lo adagiò su uno dei cuscini del divano. Quando poi i due si misero a letto il gatto continuò ad essere ineccepibile.
Almeno finché Dustin non si addormentò.
Quando il biondo si svegliò nel cuore della notte si accorse subito che Tom non era al suo fianco. Preoccupato, si alzò dal letto e cominciò a cercarlo per tutta la casa, finchè non sentì la voce del ragazzo provenire dal balcone. Quello che vide lo lasciò spiazzato. Tom stava letteralmente cullando il gattino tra le braccia, al ritmo di una canzone lenta, forse di Adele. La luce della metropoli illuminava la pelle del ragazzo, che indossava soltanto un paio di pantaloni di tuta nonostante fosse novembre inoltrato. Quando il moro si girò Dustin vide che non solo stava cullando il gatto, ma lo stava allattando con l'ausilio di un biberon.
“Tom? Che stai facendo?” domandò il biondo, assonnato.
“Beh, il gattino piangeva, anche se non è entrato in camera nostra. Così sono andato in soggiorno e l'ho trovato seduto che miagolava, così ho pensato che avesse fame e l'ho portato fuori per non disturbarti” spiegò il moro sorridendo, prima di sfilare il biberon dalla bocca del micino e posarlo sul tavolino presente sul balcone.
“Ora facciamo la nanna, Spyro?” domandò quindi al micio, con voce tenera. Il gattino, in tutta risposta, sbadigliò e chiuse gli occhietti.
“Spyro?” chiese Dustin, avvicinandosi al suo fidanzato per abbracciarlo da dietro.
“Da piccolo amavo quel gioco” si giustificò Tom, venendo zittito da un bacio sulla guancia.
“È un nome bellissimo” mormorò il biondo, girando delicatamente il viso del moro per lasciargli un bacio all'angolo della bocca. Bacio che si trasformò in un bacio vero e proprio quando il moro si girò verso il suo ragazzo. I due tornarono in camera. Dustin prese Spyro in braccio per la prima volta mentre Tom si metteva una maglia – il tempo trascorso sul balcone gli aveva fatto venire i brividi, e il solo Dustin non sarebbe bastato a scaldarlo. Il biondo sorrise vedendo il micino che strusciava la testa sul suo braccio, e quando Tom si mise a letto appoggiò il micio ai piedi del letto, dove si accucciò e si addormentò subito. I ragazzi, invece, si strinsero vicini, consci che salvando quel gattino e i suoi fratellini – adottati dalle sorelline di Tom – avevano fatto la cosa migliore.
E poi, un gatto-figlio era la sola cosa che gli mancava per essere una famiglia al completo.
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Lovely family
Cerita PendekHello! Questa sarà una raccolta di one shot legate tra loro non necessariamente per continuità, ma per i due protagonisti: Tom Daley e Dustin Lance Black, ossia quella che - sono convinto - è una bellissima lovely family.