La prima parola dell'amore

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-Ben tornato Sasuke-Kun- intonò la ragazza dai capelli rosa sorridendo lievemente al marito che varcava, finalmente, la porta di casa dopo 2 lunghi anni trascorsi in solitudine.

-Mi sei mancata- commentò, inaspettatamente, avvicinandosi a lei

-Come sta Sarada?- continuò poi

-La febbre sembra essersi calmata, se vuoi vederla è in camera sua che riposa, dopo ci sarà tempo per noi- continuò ponendogli le medicine e poi lasciandogli un leggero bacio sulla guancia destra.

L'uomo si diresse immediatamente verso la camera della figlia che, a malincuore, non poté veder crescere, non udì la sua prima parola e ne, tanto meno, vide percorrere i suoi primi passi da sola.

Entrando in camera della bambina notò immediatamente l'immenso ordine che c'era al suo interno, chiaro segno della maniacale abitudine della moglie di tenere tutto al proprio posto.

A destra, subito dopo la porta all'entrata, era presente una libreria con svariati libri di favole che, Sarada, amava tanto farsi leggere dalla madre: le avventure di due ninja innamorati, favola del ninja coraggioso e storia dei ninja del bene.

Notò immediatamente anche tutte le foto nelle varie cornici, una con lui e la sua amata durante la gravidanza di quest'ultima, svariate foto delle due donne più importanti della sua vita insieme e, sorprendentemente, una foto di lui che la teneva in braccio appena nata.

Dall'altro lato della stanza era presente il letto con la cabina armadio che Sakura aveva insistito tanto ad avere.

Ma cosa se ne sarebbe mai fatta una bambina di una cabina armadio così grande?

Era un dubbio che Sasuke portava con sé da tempo ma non volle approfondire più di tanto perché "va bene così, l'importante che tu sia felice."

L'uomo, poco dopo, si appoggiò delicatamente sul letto e prese Sarada in braccio per poi iniziarla ad accarezzarle il viso esageratamente accaldato.

Respirava a fatica e si muoveva molto violentemente nonostante il sonno profondo in cui si trovata.

-Sta tranquillo, tra poco starà bene- esclamò Sakura entrando nella stanza

-Mi fido di te- replicò poi il marito mentre la donna si stese sul letto abbracciando la bambina.

Appoggiò la testa sulla gamba di Sasuke e, lui, come sua consueta abitudine, iniziò ad accarezzargli i capelli fino ad arrivare allo zigomo destro.

-Quando partirai di nuovo?- domandò la donna mentre si godeva le carezze del marito e rimaneva immobile a guardare il frutto del loro amore.

-Resterò qui per un po'- commentò lui

-Dici sul serio?- commentò la ragazza sbalordita da quella sua affermazione

-Si, ho svolto tutto il lavoro che dovevo svolgere e quindi penso di meritarmi una vacanza da tutto questo..-

-Sono felice, adesso non avrai più scuse di passare un po' di tempo con lei. In tutto questo tempo non faceva altro che domandarmi di te e si lamentava del fatto di non aver nessuno con cui giocare-

-Non ha fatto amicizia con nessuno?-

-Si, certamente, è molto socievole in realtà, ma lei desidera un ulteriore compagnia qui a casa..-

-Non capisco, spiegati meglio-

-E che, da quando Naruto e Hinata hanno avuto un secondo figlio, lei, non fa altro che lamentarsi del fatto di non avere un fratellino o una sorellina...-

-Capisco..-

Passò un'intera ora da quella loro conversazione e, nel bel mezzo della notte, due animi di fuoco non facevano altro che ripetersi di quanto avessero sofferto l'uno lontano dall'altra.

-E allora tentiamo di fare questo "fratellino"- commentò lui baciando il ventre della donna

-E se poi fosse una "sorellina?"-

-Per me sarebbe la cosa più bella del mondo, avrei una terza donna da proteggere- continuò poi lui subito dopo.

Baci, Carezze, Ansimi di piacere non poterono, ovviamente, mancare in quell'occasione.

Lui, un diavolo dell'anima nera tormentata che, nonostante il male che avesse subito e che avesse inflitto a lei e agli altri, era stato perdonato ed aveva conosciuto un sentimento che, negli anni precedenti, gli era sembrato totalmente sconosciuto: aveva finalmente capito cosa significasse essere amato.

Lei, d'altro canto, un angelo dalle sfumature rosa pastello, era la salvatrice di quell'animo tormentato e la vera ragione per cui lui era tornato a ricredere nell'amore.

Strinse l'uomo in un abbraccio caldo, proprio come se non volesse lasciarlo andare, come se avesse paura di perderlo nuovamente.

-Ti amo- gli sussurrò

-Ti amo anch'io-

Passarono i giorni e, ormai Sarada era guarita da quella febbre che l'aveva tormentata per giorni.

Passò tantissimo tempo con il padre che poté, finalmente, conoscere meglio e raccontare tutte le avventure vissute nella scuola d'asilo che frequentava e lui, ovviamente, non poté far altro che ammirare l'immensa somiglianza tra la sua bambina e la sua amata che per lungo tempo aveva fatto star male.

-Esteticamente sei identica a me, forse se fossi stata un maschio saresti stata la mia fotocopia, però, il tuo carattere e i tuoi modi di fare così simile a lei mi fanno pensare a quanto tu possa essere il frutto perfetto del nostro amore-

continuò lui accarezzando i capelli della figlia mentre aspettava che si addormentasse, abitudine che ormai era difficile sottrargli.

Sarada era stata così definita la loro prima parola d'amore.

D'altro canto però, il lavoro ogni tanto chiamava e, Sasuke, era costretto a rimanere ore ed ore, se non a volte giorni, richiuso nell'ufficio dell' Hokage assieme al suo migliore amico nonché settimo Hokage in carica: Naruto Uzumaki.

Mentre compilava le scartoffie che Shikamaru aveva selezionato per lui, una chiamata improvvisa arrivò in quell'ufficio ristretto e pieno di carte che svolazzavano al suo interno.

-C'è una chiamata per lei- intonò un delegato entrando ed uscendo dalla stanza in un lampo.

Neanche il tempo di ringraziarlo, Sasuke rispose a quella telefonata che fu breve ma ricca di suspence che stimolò in Sasuke dei pensieri alquanto paranoici.

-Chi é?- intonò rispondendo alla chiamata
-Sono io, scusa se ti disturbo ma volevo sapere verso che ora tornassi a casa- intonò dall'altro lato una voce dolce e autorevole.

-Ho quasi finito, mezz'ora e sarò lì- rammentò l'uomo continuando a scrivere sul foglio di carta che si ritrovava davanti.

-Allora appena finisci torna subito da noi, abbiamo delle novità- continuò la ragazza attaccando, subito dopo, la chiamata.

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