28. Mi dispiace

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"Ahh... eccoci qui, a deprimerci di nuovo e ad ingurgitare gelato."

Bran non lo guardò nemmeno Simon, se lo avesse fatto, lo avrebbe quasi sicuramente picchiato.

"Fanculo, Simon," sibilò tra i denti.

Simon sghignazzò, come se stesse guardando il film comico più divertente del mondo.

"In questo momento, vedendo quel muso lungo, sporco di gelato, dovrei sul serio vendicarmi per tutte le prese in giro che mi hai riservato, Bran. Ma sono un uomo generoso e caritatevole, quindi lascerò questo arduo compito solo a Simon," affermò il professore, seduto a gambe elegantemente accavallate sulla poltrona, mentre sorseggiava il suo tè con il mignolo alzato, come se fosse un lord inglese.

"Non potete lasciarmi da solo, ad affogare la mia depressione nel gelato al burro d'arachidi, per favore?" chiese Bran, per poi mettersi in bocca la millesima cucchiaiata di gelato.

Per tutto il gelato che aveva già mangiato, gli si era congelato il cervello.

Quel giorno gli era andata male. Solitamente, aveva solo Simon ad infastidirlo, mentre quella volta gli era capitato anche quel dito nel culo del professore.

"E perdermi questo spettacolo meraviglioso? Non potrei mai. Oggi ti ho portato anche un secondo spettatore," rispose Simon, riferendosi al professore che ridacchiò mentre continuava a bere placidamente il suo tè.

Bran grugnì, infastidito. "Professore, ti è uscito un altro capello bianco."

Wesley istintivamente si mise una mano in testa e assottigliò lo sguardo nella sua direzione. "Non è vero."

Poi suonò il campanello del loro appartamento e Simon si alzò per andare a vedere chi era. Quando aprì la porta si trovarono davanti Logan.

"Mancavi solo tu all'appello, Spears," enunciò Simon, facendosi da parte per far entrare il paramedico.

"Ho da poco staccato il turno all'ospedale. Appena ho letto il tuo messaggio sono corso qui."

"Lo hai chiamato tu?" domandò a Simon.

Il suo migliore amico annuì. "Certo che l'ho chiamato io. Ha creato in prima persona questo bel casino quindi ci aiuterà a trovare una soluzione per far ritornare il pulcino bagnato tra le tue braccia."

Logan andò a sedersi sull'altra poltrona, accanto a Wesley. "Allora, aggiornatemi. È andata così male?"

"È andata come mi aspettavo. Non sento Joel da ieri," rispose Bran, posando sul tavolino di fronte al divano il barattolo vuoto - come la sua anima - di gelato.

Logan guardò Bran con occhi colpevoli. "Mi dispiace, cazzo."

E faceva bene a dispiacersi, porca troia.

"In realtà," iniziò a dire Simon. "Potrei aver sentito Ryan, che potrebbe avermi detto che oggi sarebbero andati da Annie e Sabrina per portare il loro regalo di nascita al piccolo Jake."

"Con questo, cosa vorresti dirmi?"

"Ti vorrei dire che potremmo andare casualmente anche noi a portare quella vasca per il bagnetto che gli abbiamo comprato così - oh, ma guarda tu il caso - potresti incontrare Joel."

Logan sghignazzò. "Negli anni, oltre a ricoprirti un braccio di tatuaggi, sei diventato anche un piccolo genio del male."

Simon gongolò. "Lo sono sempre stato, solo che tu eri troppo coglione per notarlo."

Logan sogghignò e annuì. "Touché."

"Adesso, non provarci con il mio ragazzo, però," lo ammonì il professore con un sorrisetto.

Riesci a toccare la luna?  (Red Moon Saga 2)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora