Proprio me. Quei due occhi azzurri, magnetici, guardano proprio me. Non mi sorprende; ogni mio gesto, ogni sguardo, perfino i sorrisi hanno una valenza estetica: servono a farti innamorare. I commensali parlano ma non dicono nulla, sono solo uno sfondo a noi due, veri protagonisti della serata; io non le vedo neanche, queste macchiette rumorose che ci circondano, ma so che ci scrutano, che invidiano, me ne compiaccio. L'aria è densa eppure fresca, mi permette di accarezzarti con le parole, di sfiorarti in posti proibiti, con il sospiro.
Cosa? Oh, certo che può sedersi! Aspetti, tolgo lo zaino.
Fa davvero freddo. L'aria si tinge ad ogni respiro e così fanno anche le tue guance, di un rosso sbiadito, umano, vivo. Sprofondi nel tuo cappotto nuovo, nascondendo le mani nelle tasche e il viso nel colletto chiuso, ma ti vedo: sorridi con gli occhi, con le sopracciglia, perfino le orecchie tradiscono una deformazione del viso, una bocca che si allarga verso l'esterno. Mi stai seguendo? Ti seguo io? Non importa. I nostri passi sono sincronizzati, mi basta sapere che lo rimarranno fino alla nostra meta; dopotutto, abiti dietro l'angolo, fra due o centomila isolati.
Dannato pullman, fa sempre questa strada... Arriverò in ritardo anche oggi.
Chiudo la porta appoggiandomi ad essa. Mi sei già addosso: con la mano sinistra chiudi a chiave la porta alle mie spalle; con la destra mi accarezzi l'orecchio e mi baci, ad occhi chiusi. Li dovrei chiudere anche io? Ma sei così bella! Il tuo profumo dolce, quasi infantile, mi avvolge come fosse consistente e quasi contrasta con le tue gambe, candide e sottili. Eri materia dei miei sogni, ora sei oggetto dei miei sensi e vacillo alla vista del tuo corpo, intrecciato al mio. I tuoi fianchi delicati, la tua schiena, che percorro con un dito fino alla sua fine, il tuo sospiro rotto...
Assurdo! Non mi ridà il resto! Ma quando le aggiusteranno queste macchinette?!
C'è troppa luce. Un poeta disse che il mattino rifocilla la speranza perduta alla sera, e oggi sei la prima cosa che vedo. I tuoi capelli neri, sparsi sul cuscino, incorniciano il tuo viso perfetto, addormentato e sognante. La tua mano, poggiata sulla federa davanti ai tuoi occhi chiusi, genera in me una tenerezza infinita. E poi li apri, quei tuoi occhi come il mare, e-
Ahi! Questo schifo di caffè è pure bollente! Devo sbrigarmi ad andare in classe o farò ritardo.
Ehi, un attimo...
A cosa stavo pensando?
STAI LEGGENDO
Nuvole
RandomSe sei un sognatore, un tipo un po' assente (soprattutto quando ha sonno) forse ti riconoscerai in qualcuna di queste brevi storie.