28. Gelato come migliore soluzione

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Ero troppo impegnata a fissare il mio bicchiere d'acqua fresca e parlare con le mie ombre per accorgermi di Draco Malfoy intento a mettermi davanti al naso un panino. Devi mangiare aveva detto dopo un po'. Secondo lui ero troppo magra, dovevo essere in forze. Tra due settimane saremmo tornati a scuola pronti a svolgere i compiti assegnateci. Sette anni. In sei anni di scuola mai avrei pensato a questo. Mai avrei pensato di dover diventare un seguace di Lord Voldemort. Dovemmo rafforzare la nostra abilità nell'occlumanzia. Riuscire a resistere un minimo al veritaserum. Nessuno avrebbe dubitato di cinque alunni, almeno lo speravamo.
A inizio estate era venuto a trovarci Piton. Perciò avevamo un professore in meno da convincere con la nostra innocenza.
Il giovane Malfoy continuava a indicarmi il panino nel piatto. Gli diedi un morso il più velocemente possibile, non avevo intenzione di fargli capire che ancora non avevo superato i miei problemi. Era una cosa calda e avevo bisogno di qualcosa di fresco. Senza avergli chiesto nulla, mi porto un vasetto di gelato alla cannella. Adoravo la cannella sin da bambina e l'unico gelato che riuscivo a mangiare era questo. Quelli alla frutta non mi piacevano, preferivo mangiarla intera. Quello al cioccolato, vaniglia o gusti simili mi facevano pesare il fatto di essere stata un'ingorda. Mangiai a grandi cucchiaiate quella prelibatezza. Ritornai in camera con le mani congelate dal freddo del barattolo. Aprii la grande finestra. Avevo troppo caldo, sentivo la fronte grondare di sudore. Mangiai tutto il contenuto di quella fredda vaschetta e finalmente stavo meglio.
Persi nuovamente del sangue dal naso, ma era nero. Nero come il catrame. Iniziavo ad avere paura di me stessa. Prima quelle voci, poi questo. Cos'altro mi sarebbe successo? Sarei morta? Forse, ma almeno volevo le mie risposte prima. Il sole stava prendendo il posto della mia amata luna. Era stata una notte serena, ma non per la mia mente. Si erano susseguite così tante domande che mi mancavano il cervello in palla.
Se fossi tornata ad Hogwarts avrei rivisto Astrid, Pansy, James e.. Blaise. L'unico che mi ha voluto subito bene. L'avevo rovinato. Era diventato freddo con me e io sapevo quanto gli fosse costato abbattere subito quella barriera di diffidenza per me e io non avevo fatto altro che gettare quel suo prezioso dono come se fosse carta straccia. Desideravo tornare indietro nel tempo. Avrei impedito di ferire Astrid, Pansy e Blaise. Avrei impedito quella scommessa. Avrei impedito il voto con Voldemort. Forse potevo tornare così indietro da non essere neanche nata.
Scesi per fare colazione e presi dell'altro gelato alla cannella. Lo mangiai sul divano e conservai il resto per il pranzo. Mi guardavo intorno con mille domande che mi ronzavano  per la testa. Voldemort non mi accettava nel suo studio e io non potevo obbligarmi, purtroppo.
A pranzo mangiai un'intera bistecca e, nonostante avessi ancora molta fame, non mangiai altro. Quando mi avevano visto scendere le scale era scoppiato il putiferio. Bellatrix aveva urlato e lanciato luci dalla sua bacchetta - diceva che era l'unica che riusciva a capirla e che non la prendesse per pazza, per questo mi voleva bene - Narcissa sorrise e mi abbracciò come solo una mamma saprebbe fare. I fratelli Riddle rimasero freddi, mentre Regulus mi fece così tante domande da farmi esplodere la testa.

-Voi la mangiate la pizza?- chiesi il pomeriggio.

-La cosa?- Lucius non aveva gradito molto la mia voglia di cucinare della pizza.
Però era così divertente cucinare con i ragazzi. Sembravamo ancora bambini. Con spensieratezza e forse anche felicità. Ci lanciammo farina e condimenti facendo della cucina un porcile. Avevo visto Tom ridere per la prima volta. Sono sicura che non si sia mai lasciato andare per non far cadere la maschera da cattivo ragazzo e figlio del Signore Oscuro, ma infondo era solo un povero ragazzo che meritava di essere felice, di trovare un po' di affetto e di essere accettato.
Le prime due pizze le bruciammo, mentre le altre vennero così buone che persino Lucius parve contento di mangiare un piatto babbano. Ma tutto ha una fine e quello di questa serata fu il mio sangue nero dal naso e la risata delle ombre.

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