Capitolo 2 ~ A date?

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"Diana, non credo sia una buona idea.." Sussurro, imboccando le coperte di Georgia.

"Ma perché? Deve saperlo! Non possiamo continuare a litigare per questo. Ha il diritto di saperlo." Sussurra Diana, uscendo dalla stanza.

Lascio un bacio sulla fronte di Georgia e la seguo in cucina. "E se è fidanzato?" Chiedo, sedendomi sul divano.

"Non credo che sia fidanzato. Ma, anche se lo fosse, Geo è sua figlia e deve accettarlo. È anche colpa sua se sei rimasta incinta." Afferma Diana.

"Lo so, ma non posso intromettermi così nella sua vita. Si è dimenticato di me e questo significa che non gli interessa di me." Sospiro e decido di guardare la TV. Cambio canale fino a che non trovo un programma decente, mentre Diana infila la testa nel frigorifero.

"Cosa?? Non abbiamo il latte! Charlie, vai a comprare il latte. Ora!" Ordina, mettendosi di fronte alla TV.

"Bevi quello di Georgia adesso e domani vai a comprarlo tu." Dico, muovendo la testa per cercare di vederci.

"Non se ne parla! Adesso tu vai da Target e vai a comprare il latte. Muoviti!" Mi ordina. Io sbuffo.
"Perché proprio Target?" Mi lamento, alzandomi e infilandomi le converse.

"Perché è più vicino e puoi andarci a piedi." Fa spallucce.
"No. Perché ci lavora Ashton, vero?" Sbotto, mettendomi il cappotto.

"Esatto." Ghigna.

"Cos'altro devo prendere?" Chiedo. Prendo il portafogli e lo metto in borsa, per poi aggiustarmi i capelli.

"Uhm.. Cereali e kinder bueno." Dice, sdraiandosi sul divano.

"Va bene. Ci vediamo dopo." Sbotto, uscendo di casa.

Mi avvio verso Target e, dopo circa dieci minuti, vi entro. Noto subito Ashton alla cassa, ma lui non mi vede. Mi nascondo subito dietro uno scaffale, sapendo che è inutile, visto che dovrò andare alla cassa per pagare. Prendo il necessario e ci metto più tempo possibile, sperando che il suo turno di lavoro finisca al più presto.

Inutile.

Finisco subito e mi avvio verso la cassa. Lui è ancora lì, bello come sempre e che sorride ai clienti. Mi metto in fila e abbasso gli occhi, cercando di evitare che incrocino i suoi.

Inutile anche questo.

Appena arriva il mio turno, sento i suoi occhi addosso. "Ehi." Mi saluta.

Non posso evitare di alzare lo sguardo e far incrociare i nostri occhi, ma vorrei tanto non doverlo fare. "Ciao." Sorriso flebilmente.

"Dov'è tua figlia?" Mi chiede, imbustando la mia spesa.

"A casa. Dorme." Dico, cacciando il portafogli dalla borsa.

"Aw, peccato. Avrei voluto vederla. È davvero una bambina dolce." Mi porge la busta ed io lo guardo, incuriosito.

"Quanto ti devo?" Chiedo, prendendo la busta e ringraziando che non ho nessuno in fila dietro di me.

"Tranquilla, è tutto pagato." Mi sorride dolcemente e caccia dei soldi dalla tasca per infilarli nella cassa.

"Cosa? No, non è giusto. Posso pagare, davvero. Ti ringrazio, ma non posso accettarlo." Arrossisco violentemente e caccio 10 dollari dal portafogli. (Non so come funzionano i dollari, quindi probabilmente sbaglierò anche il prezzo di quello che ha comprato. Sorry)

Photograph ~ Ashton Irwin (Sequel Fuck you, Irwin!)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora