24/12/2009
Era mattina, quando Louis capì che qualcosa non andava.
Esattamente, la mattina del suo compleanno, nonché, Viglia di Natale.
Da alcuni giorni, si sentiva stanco, e quella mattina, dopo 14 ore di sonno, si sentì ancor più privo di forze.
Il chiacchiericcio dal piano di sotto era leggero, ma lui lo sentiva triplicato, gli faceva girare la testa.
Traballando, riuscì a raggiungere il bagno, unito alla sua stanza, cercò di lavarsi il viso, ma era stanco, tremendamente stanco.
Fu in grado solo di pigiare il campanello per avvertire le persone al piano di sotto, prima di accasciarsi a terra.
***
<<Quando lo scoprirà darà fuori di matto, è sempre stato un bambino, un ragazzo pieno di energie, è da qualche mese, però che lo vedevamo stanco.>> La voce sottile e spezzata di sua madre, risuonava come un eco lontana nella sua testa.
<<Stava sempre in camera sua, aveva sempre freddo, non voleva più uscire nemmeno con Liam.>>Quando la sua voce si fece più nitida, il ragazzo riuscì ad aprire gli occhi.
<<Mamma.>> Disse, ma la sua voce era un suono flebile e rauco, anche lei stanca, spezzata, come lui.<<Oh tesoro mio, come stai?>> Sua madre si avvicinò a lui, cominciando ad accarezzarlo, sentiva le sue mani bollenti, a contatto con la sua pelle gelida.
<<Dove sono, mamma?>> Disse, gli occhi socchiusi, accecati dal bianco della stanza in cui si trovava, ma non riusciva a riconoscerla.
<<Tesoro sei in ospedale.>> Disse la madre, affiancando l'ultima parola con un sospiro strozzato.
Gli strinse la mano, e lui capì, che qualcosa dentro di lui si fosse rovinato.
<<Ho il cancro, non è vero?>> Chiese Louis, aprendo leggermente gli occhi per osservare sua madre che, alla domanda, scoppiò a piangere.
Oggi...
25/01/2010<<Dunque, cosa mi stavi dicendo?>> Louis squadrò il suo migliore amico da sotto le ciglia, gli ci volle un po' prima di tornare al presente mentre controllava fuori dalla finestra chi entrava e usciva dall'ospedale.
<<Oh ehm..io..>> Si mangiucchiò un'unghia, e poté vedere la luce negli occhi di Liam spegnersi lentamente, per poi riaccendersi leggermente e sorridere.
<<Va bene Lou, hai fame?>> Il liscio scosse la testa, tornando a guardare la vetrata immensa accanto al suo letto.
Oggi era più stanco del solito.
<<D'accordo>> Rispose il suo amico e lui annuì lentamente, spiaccicando il viso contro il vetro quando notò, forse, essendoci un albero estremamente fastidioso davanti a coprire la visuale, sua madre parlare con un medico.
<<Liam puoi confermarmi se quella lì è mamma? Non vedo bene e sono troppo stanco per alzarmi e guardare dall'altra vetrata.>> L'amico annuì regalandogli un sorriso triste e si avvicinò all'altra finestra, la quale proiettava una prospettiva più chiara delle figure dietro l'albero.
<<Si Lou, c'è anche Lottie>> L'interessato annuì, con ancora i palmi premuti contro la finestra e una nuvoletta appannata che si condensava e spariva sotto il suo respiro lento.
A Louis ci volle più del dovuto per capire che qualcuno aveva bussato alla porta e quando si voltò verso essa, una massa riccia ribelle aveva già fatto capolino nella stanza accanto ad una donna sulla quarantina che teneva stretta a sé la sua borsa, mentre si guardava in giro per la stanza.