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loki stava controllando alcuni documenti, o in altre parole, stava lavorando. è certamente un termine forte da utilizzare per descrivere le gesta di un dio dell'inganno, ma anche loki sa fare l'impiegato.
mobius era allo stipite del piccolo ufficio, con lo sguardo fierissimo di chi sta ridendo sotto ai baffi, e lui i baffi ce li aveva eccome. vedere loki alle prese con le sue attività quotidiane aveva un che di divertente.
mobius non era altro che un brizzolato burocrate dal cuore dolce, molto probabilmente amante delle crociate perse o direttamente masochista. aveva passato la sua intera vita a studiare la vita di loki (anche se lui afferma di averne studiato solo la maggior parte, per assicurarsi che gli altri non credano che egli abbia assistito anche ai momenti più "intimi" o qualcosa del genere). capire il suo linguaggio del corpo, la luce dei suoi occhi, la sua sfortunatissima storia è stato ciò che ha reso mobius il miglior contendente per trattare la patata bollente. loki, e tutte le sue varianti, erano una minaccia per l'umanità intera.
mobius sapeva proprio tutto. sapeva che il vero loki - non quello che adesso si improvvisava parte del sistema capitalista attuale - era morto. il che non faceva che addolcirlo, intenerirlo, e farlo sperare che prima o poi loki abboccasse e facesse le fusa.
era difficile comprendere a fondo l'attrazione che mobius, uno stupido mortale nato da 3 lucertoloni magici, provava per quella divinità di una cultura lontana. attrazione è una parola più che azzeccata, sia perché aveva il desidero di comprenderlo a fondo, e quindi di stargli vicino, sia perché la sera il pensiero di loki diventava un tormento. non era solo una deformazione lavorativa, era qualcosa di molto vicino al "spero di fare match con te su tinder, se tu non fossi così irraggiungibile. ma lo sai poi cos'è tinder?"
inconsciamente, le unghie premevano sui palmi che avevano sudato leggermente.

"loki? mi perdoni per il disturbo mentre lavora così sodo"
di rimando loki ridacchiò di gusto, proprio come l'altro aveva già precedentemente previsto. poteva ottenere ciò che voleva, se solo avesse saputo usare le parole giuste...

"dimmi pure, ho appena finito qui"
mobius si avvicinò con nonchalance, come se quella camminata disinvolta non fosse stata studiata a tavolino per lenire il suo nervosismo la sera prima.

"loki, io ti voglio dire la verità..."
loki strabuzzò gli occhi e si alzò con teatralità dalla sedia, le braccia aperte come il messia.
"tu che dici la verità?"
c'era una più evidente punta di nervosismo.

mobius fece un passo indietro, sia mentalmente che fisicamente.
"allontanati, anzi faresti meglio ad inginocchiarti, come piace a me" sospirò loki, per poi far roteare gli occhi. è un dio o un personaggio di una telenovela?

mobius rise per scaricare la tensione, le mani sempre più fredde. aveva messo in conto che si sarebbe potuto innervosire.
"il punto è che qui il tuo scopo è finito. abbiamo tutte le informazioni necessarie capisci? ti terranno qui per sempre, finché non ricorderai nemmeno cosa significhi lo scorrere del tempo. so qual è il tuo piano loki, non ci provare nemmeno, non funzionerà" incrociò le braccia.
si aspettava una risposta secca, della serie che il suo piano era pazzesco, che loki era molto intelligente e mobius uno stupido sacco di patate barboso e poco interessante.

peró quella risposta non arrivò mai.

gli occhi di loki ora bruciavano di ira, e dopo poco delle lacrime iniziarono a rigare il suo volto.
"pensi che io non lo sappia? sono obbligato a morire. quello che i tuoi amichetti hanno scelto per me. non ne sei fiero? ci sono riusciti."
questo mobius non se lo aspettava, e rimase come congelato da quel tono glaciale e flebile.

"vuoi uccidere anche me? non sei forse tu l'incaricato?"
quelle domande erano sibili, ma anche lame.
"loki, pensi davvero questo? io sto... cazzo, io cercando di proteggerti! non vedi?"

"nessuno ha mai cercato di proteggermi. credi che io ne abbia bisogno?" loki scoppiò in un acida e sgradevole risata. "tira fuori la pistola e sparami, sono stanco di questo teatrino."

"loki" un sospiro. mobius si avvicinò pericolosamente, e loki chiuse gli occhi attendendo lo sparo.

mobius in realtà, ricordiamolo, era un dolce burocrate, e in un modo un po' impacciato, cinse il dio in un abbraccio.
"loki io ti conosco più a fondo di quanto tu creda. voglio proteggerti. tu sei al sicuro con me" questo però lo aveva solo pensato, perché mobius non fiatò.

loki si dimostrò docile, e nella sua pozzanghera di umiliazione non fece che piangere in deboli sospiri. era una pena. una divinità così sexy destinata ad assistere alla morte dei familiari e alla sua da un altro universo, tradire, ferire e abbandonare il fratello.
non ricordava più il calore umano, e si sentì al sicuro. voluto.

le mano destra e dura e incallita di mobius scivolò tra i capelli di loki, corvini e lucenti anche sotto stress. dopo si allontanò di appena un passo, e posò la sinistra e dura e incallita (era ambidestro) sulla guancia arrossata di loki. così vulnerabile, così bello.

"loki..." si stupí quasi di aver effettivamente aperto la bocca "sentiti libero di soffrire. è giusto così. è tutto così spietato con te. soffri, loki. soffri come hai fatto soffrire tutti. ma thor vivrà, e ti amerà per sempre."
le labbra di mobius si modellarono in un piccolo e rassicurante sorriso. anche gli occhi di loki gioirono, ma nascose subito il volto tra le mani. scoprì solo in quel momento di aver pianto.
alzò lo sguardo verso mobius, quell'uomo dal naso buffo e che usava parole tutte studiate e architettate per lusingarlo. per una santa volta, non trovò niente da dire.

ma in fondo, non c'era nulla da specificare. loki poteva fidarsi di mobius, e mobius poteva quasi sperare di potergli insegnare cosa fosse tinder un giorno.

nota: grazie per aver letto! se volete supportare questo piccolo account e la storia vi è piaciuta lasciate un feedback<3

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