Capitolo 2- Natale

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Presente: 25 dicembre 2000.

Phoebe amava la neve, il periodo natalizio, le luci, le decorazioni, i regali sotto l'albero da scartare insieme agli amici. Il Natale era senz'altro stato da sempre la sua festività preferita.

Ma quell'anno non ci sarebbe stato niente di neanche lontanamente simile a qualcosa di natalizio. Dopotutto era così da due anni ormai ed era sicura che la situazione si sarebbe dilungata ancora per molto. Avrebbe dovuto farci l'abitudine e basta.

Phoebe trasse un sospiro e si alzò a sedere. Intorno a lei c'era buio pesto. Doveva essere ancora piena notte, ma non aveva un orologio con lei per poter controllare l'ora.

Tastò con la mano il terreno alla sua destra in cerca della sua bacchetta. Un gesto istintivo e completamente inutile: lei non aveva più la bacchetta ormai. Nessuno ce l'aveva più, a meno che egli non fosse un Mangiamorte.

Uscì dal sacco a pelo in cui si era rannicchiata poco prima di addormentarsi e cercò di non far rumore dirigendosi verso l'uscita della tenda in cui si trovava. Lanciò un fugace sguardo alle sue spalle e si fermò per qualche secondo tendendo bene le orecchie, in ascolto. Ed eccolo li. Una specie di rantolo a malapena udibile fuoriusciva dalla bocca semiaperta di Nio.

Respira. E' ancora vivo. Va tutto bene.

Gli occhi di Phoebe stavano iniziando ad abituarsi al buio, tanto da riuscire a distinguere la figura supina di Nio. Molto lentamente si sporse verso di lui, tendendo la mano oltre il suo sacco a pelo. Non appena credette di aver afferrato ciò che cercava, lentamente la tirò verso di se.

Nio si girò verso di lei biascicando delle parole confuse. Phoebe si immobilizzò guardando con occhi sbarrati la figura del ragazzo. Il suo petto continuava ad alzarsi e ad abbassarsi regolarmente, seguendo il ritmo del suo respiro. Dalla bocca di Nio proruppero un altro paio di parole senza senso e poi più niente, solo il respiro pesante solito delle persone profondamente addormentate.

Phoebe non si accorse di aver trattenuto il respiro fino a che non buttò tutta l'aria fuori dai polmoni. Aveva bisogno di prendere una bella boccata di aria fresca, ma non voleva disturbare Nio per una sciocchezza del genere.

Molto lentamente riprese a muoversi riuscendo infine a portare al petto la piccola borsa che stava cercando. Afferrò il pesante giubbotto alla sua sinistra, aprì la tenda ed uscì fuori.

Adesso Phoebe non aveva bisogno di nessuna torcia per poter vedere meglio. Il paesaggio che le si stendeva davanti era stupendo. Mentre lo osservava, estasiata, notò delle nuvolette di vapore uscire dalla propria bocca.

Alzò lo sguardo. Neve candida cadeva a grandi fiocchi tutta intorno a lei, attecchendo al suolo, il quale iniziava a somigliare ad un'immensa coperta bianca. La luna risplendeva maestosa nel cielo accompagnata da una miriade di piccole stelle luminose. Phoebe poteva intravederle piuttosto bene attraverso i rami spogli degli alberi del bosco in cui avevano trovato rifugio.

Alzò il cappuccio sopra la testa per evitare che i fiocchi le inumidissero i capelli. Poi fece qualche passo e si mise a sedere con la schiena contro un grande albero posto non molto lontano dall'entrata della tenda. Una volta accertatasi di essersi seduta sul cappotto e di non aver bagnato i pantaloni con la neve sottostante infilò un braccio nella piccola borsa di Nio, una volta appartenuta a sua sorella minore Hermione, e iniziò a rovistarci dentro. Qualche secondo dopo ne estrasse un paio guanti senza dita marroni -gli unici che era riuscita a reperire di quei tempi. Se li infilò subito, e nonostante fossero dei guanti solo per metà, iniziarono a contenere un po' del calore prodotto dalle sue mani.

Phoebe infilò nuovamente il braccio dentro la borsa estraendone finalmente ciò a cui ambiva davvero. La fiaschetta che teneva in mano era leggermente ammaccata, ma detto questo non aveva nient'altro che non andasse. L'aveva trovata Nio mentre saccheggiavano un pub magico di un negozio in un villaggio remoto qualche settimana prima e dopo che Nio si era accertato che il liquido posto al suo interno fosse del vero Whiskey Incendiario, avevano deciso di portarla con loro, per ogni evenienza. Per due settimane Phoebe era stata tentata di assaggiarne qualche goccia, ma aveva sempre resistito alla tentazione. Non sapeva che cosa fosse cambiato quella sera, che cosa ci fosse di diverso, quale fosse il motivo per cui avesse deciso di prendere quella decisione. Lo aveva fatto e basta.

Girò il tappo della fiaschetta producendo dei rumori striduli, simili agli squittii di un topolino, e se la portò al naso. L'odore pungente del liquore le invase le narici. Arricciò il naso e allontanò istintivamente la fiaschetta dal viso, rischiando di versare il contenuto nella neve. Prese un bel respiro e si fece coraggio. Quella non era di certo la prima volta che beveva alcolici. Riportò la fiaschetta al viso e ne prese una bella sorsata. Buttò giù il Whiskey e sentì la gola andarle in fiamme. Rimase per qualche secondo senza fiato e poi prese a tossire. Cercò di coprire il rumore tappandosi la bocca con un braccio.

Richiuse velocemente la fiaschetta e la ripose immediatamente nella borsetta con le perline. Iniziò a sentirsi come un pesce fuor d'acqua, boccheggiando in cerca di aria.

Appoggiò la testa al tronco alle sue spalle sentendo i capelli che le si impigliavano nella corteccia bitorzoluta. Fu in quel momento che sentì delle foglie scricchiolare a pochi passi da lei. Senza esitare neanche un attimo si alzò di scatto, fece una giravolta e mise un piede tra le gambe del suo avversario per farlo cadere a terra, bloccandolo poi con il peso del proprio corpo .

"Phoebs, ma che caspita...!" esclamò Nio.

Al suono della sua voce Phoebe sentì subito la tensione dei suoi nervi sciogliersi e abbassò la testa producendo un sospiro tremolante.

Si alzò di scatto in piedi per permettere a Nio di rialzarsi. Le venne un capogiro, ma non lo diede a vedere.

"Si può sapere che cosa avevi intenzione di fare?" esclamò, tutto d'un tratto colta da una rabbia improvvisa, dovuta dallo spavento "cos'è, volevi farmi crepare di paura? Cogliermi alle spalle in questo modo! Ma sei pazzo?"

"Beh, e tu invece? Cosa ci fai a girovagare per i boschi di notte da sola? Avresti potuto incontrare dei Mangiamorte, avrebbero potuto prenderti o addirittura..." Nio non terminò la frase, non ne aveva bisogno.

Phoebe sentì la rabbia farsi sempre più piccola, facendo posto al senso di colpa, che piano piano si insinuò dentro di lei. "Nio perdonami, io..."

"Vieni qui." senza neanche aspettare che lei muovesse un muscolo Nio le si avvicinò e la cinse in un abbraccio. Dalla fretta con cui era uscito dalla tenda doveva essersi scordato di prendere il giaccone, perché l'unica cosa che indossava era uno dei maglioni della signora Weasley.

"E' tutto a posto, tutto okay. Non riaccadrà più. Perdonami Nio, perdonami".

Phoebe si lasciò avvolgere completamente dall'abbraccio del ragazzo. Nio ormai non era più piccolo: era più alto di lei di almeno una testa, i capelli trasandati gli ricadevano disordinati arrivando quasi a toccargli le spalle larghe. Phoebe poteva sentire l'accenno di barba sul mento di Nio che le grattava la fronte e la sua mano destra che le accarezzava i capelli.

"Va bene. Solo... non farlo più".

Phoebe si scostò leggermente dall'abbraccio per poterlo guardare negli occhi "Lo prometto."


Nota dell'autrice:

Volevo semplicemente fare una piccola precisazione (probabilmente inutile, ma è per i "perfezionisti"). In questo capitolo ho scritto che quando Phoebe esce dalla tenda sta nevicando e sopra di lei si estende una coperta di stelle... nella realtà se nevicasse il cielo sarebbe coperto dalle nuvole, quindi il bosco sarebbe stato completamente al buio. All'inizio non mi ero accorta dell'errore, ma poi non me la sono sentita di cambiare il testo, realisticamente scorretto, quindi alla fine ho deciso di lasciarlo così. Amen.

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