[9] Semplici discorsi

1K 110 18
                                    

Venticinque minuti dopo la vedo spuntare in lontananza sopra un altro cavallo e tiene in mano le redini del cavallo che ho montato l'altra volta.

Procediamo lentamente verso il lago.

«Ti sei divertita alla festa?» chiedo dopo un po' di silenzio.

Storce la bocca. «Non più di tanto. E tu?»

«Mhh... Anche io me le ricordavo più divertenti»

«Eppure, mi sembrava ti divertissi a guardare quelle ragazze con la maglietta bagnata». Mi guarda di traverso, accennando un sorriso furbo.

Faccio un colpo di tosse «Bè, sì. No. cioè, un po'». Balbetto. «Come hai fatto a vedermi? Non c'eri...»

«La finestra del bagno affaccia sulla piscina. Abbiamo sbirciato un po'».

"Ecco dove ha visto la vincitrice"

«Bè, non avreste dovuto farlo. Ecco perché non devi andare a quelle feste, non sono cose per... ragazzine

«Ah, allora sono cose da donne? Quindi, se fra dieci anni lo facessi anche io non ci sarebbe niente di male?»

Stringo così forte le gambe che anche il cavallo si agita nervoso. «Che- che cavolo stai dicendo? Non ho detto questo. Tu non dici sul serio, vero?»

Butta la testa indietro e scoppia a ridere, «Scherzavo, Can!» mi guarda con occhi scintillanti, «Che faccia che hai fatto!»

Mi sistemo meglio sulla sella «Lo sai che mi preoccupo per te come se fossi tuo... fratello»

"No, niente, nemmeno se lo dico a voce alta mi sento in questo ruolo"

Il sorriso di Evy si spegne e sprona il cavallo per andare al trotto.

Ci fermiamo in una collina che ha la vista sul lago, sotto l'ombra di tre alberi messi in fila.

«Sono i tre fratelli» dice Evy guardando verso le cime più alte. «Gli ha piantati Papà a ogni nascita. Il mio non è cresciuto.» storce la bocca pensierosa «Da piccola ci rimanevo male, ma ora capisco che il mio alberello non voleva crescere all'ombra di quei tre. Perciò, ne ho piantato uno io un po' più in là» indica un punto lontano. Da quella collina si ha la vista su tutto il lago. È una quercia, ancora è piccola, ma presto sarà grande e forte» smonta da cavallo.

«Che fai?» chiedo, vedendo che dalla sua bisaccia tira fuori il telo.

«A te cosa sembra?» lo stende per bene all'ombra, si toglie le scarpe e si siede sopra. Batte la mano accanto a lei. «Vieni?»

Mi guardo intorno agitato «Non dovevamo fare una passeggiata?»

«L'abbiamo fatta!»

«Forse dovremo rientrare»

«Io voglio stare un po' qui!» si sdrai buttando le braccia sopra la testa. «C'è un venticello piacevole» chiude gli occhi, poi li riapre e li punta su di me «Solo un pochettino, daaaai!»

Mi maledico mentre smonto da cavallo. Continuo a farlo mentre lo lego vicino al suo. Mi tolgo le scarpe e mi siedo il più possibile staccato da lei.

«Ho portato anche la merenda»

Sempre dalla sua bisaccia prende due panini e due coche.

«Questa sì, che è una buona idea»

Quando finiamo, Evy si sdraia di nuovo e, sentendo la stanchezza della notte in bianco lo faccio anche io. Incrocio le mani dietro la testa e punto gli occhi verso il cielo.

Ti voglio,  ma...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora