I suoi occhi si stringono leggermente mentre mi guarda con serietà.
«Buongiorno, Can» mormora.
"Oh, sì, è proprio arrabbiata, ed è proprio carina quando lo è"
Rimaniamo per un po' a fissarci senza dire niente. La sua mandibola si contrae nervosa.
«Tutto bene?» chiedo, trattenendo un sorriso.
Gonfia il suo petto «Più che bene»
«Dove sono le tue amiche?» la provoco.
«Sono andate via» risponde con voce bassa e impassibile.
Continuiamo a fissarci, una sorta di gara a chi si arrende prima, ma più ci fissiamo, più mi perdo nei suoi occhi e il mio cuore schizza nel petto.
Ammetto che è veramente difficile stare davanti a lei ed essere così indifferente. Contraggo ogni muscolo del mio corpo per impedirmi di muovermi.Pur di smetterla con questi stupidi pensieri mi arrendo, abbassando il mio sguardo per primo.
Vorrei impedire ai miei occhi di muoversi sul suo viso che lentamente le accarezzano la guancia, la sua bocca, il suo collo, dove vedo la vena giugulare battere all'impazzata."È agitata. Perché? Per la rabbia, o perché sente anche lei questo strano vortice di elettricità?"
Scuoto la testa. "Ma che diavolo dico?!"
Sospiro pesantemente, «Andiamo, Evelyn, sai perché l'ho fatto!»
Lei, con tutta calma, toglie le gambe dalla ringhiera, si piega in avanti con i gomiti sulle ginocchia e avvicina a pochi centimetri le nostre facce, obbligandomi di nuovo a guardarla. Io rimango inchiodato dove sono, soprattutto per non farle vedere quanto mi agita, ma adoro anche questo suo modo di sfidarmi.
«Perché sei un impiccione! Ecco perché» dice, sottovoce.
«Non potevo far finta di niente»
«Non dovevi metterti in mezzo!» la sua calma vacilla.
«Non l'ho fatto» uso un tono innocente.
Inarca un sopracciglio «Avrei gestito la situazione da sola»
«Ne sono sicuro, infatti me ne sono andato»
«Allora, dimmi...» piega leggermente la testa, «Perché sono scappati?»
Mi stringo nelle spalle, «Non ne ho idea»
I suoi occhi sembrano accendersi di più «Io non capisco... Qual è il tuo problema?»
«Il problema sono quei ragazzini e le birre che vi siete bevuti!»
«Te lo ripeto, qual è il problema!» non molla.
"Oddio, se continua a guardarmi e a parlarmi in questo modo sfrontato, giuro che perdo il controllo." Mi allontano da lei con uno scatto all'indietro.
«Evelyn...» mi metto le mani in testa per bloccare i pensieri che minacciano di esplodere. «Quei ragazzi erano lì per...»
«Lo so, Can! Non sono così ingenua come pensi.»
Mi blocco e la fisso per un po' confuso «Ah! Lo sapevi e ti andava bene comunque?»
«Non avrei permesso che facessero sesso in casa mia, gli avrei mandati via io stessa, ma tu ti sei messo in mezzo, perché? Perché pensi che sia stupida?»
«Evy...» mi passo la mano tra i capelli «Lo so che sei una brava ragazza...»
Lei si alza di scatto dalla sedia «Ti ho detto che non sai niente di me! L'ultima volta che mi hai visto ero una bambina» si punta la mano al petto, «Ma mettiti in testa che non lo sono più. Sono un'adolescente che vuole divertirsi, fare anche stronzate, ma devo decidere io cosa è giusto e cosa è sbagliato»
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Ti voglio, ma...
FanfictionÈ bastato uno sguardo per fargli battere forte il cuore, un sorriso per fermare il suo respiro, un bacio per perdere la sua anima. Can Yaman non vede la famiglia Cooper da sei anni e quando ritorna a Waco, per ritrovare quella felicità che un tempo...