Evelyn
Mezz'ora dopo siamo in auto con Can alla guida, io sono seduta dietro nella parte destra dove ho una perfetta visuale del suo profilo. Ho gli occhiali da sole e per tutto il tragitto non faccio che guardare lui mentre cerco di convincerlo telepaticamente di guardarmi.
"Guardami. Guardami, Guardami. Guardami!"
Il mio cuore fa un balzo in avanti quando succede, è durato una frazione di secondo, ma mi è sembrato che, tramite lo specchietto retrovisore, guardasse proprio me. Sbuffo amareggiata quando prende gli occhiali da sole a specchio e li mette, impedendomi così di capire se la mia telepatia funzioni.
Guardo fuori dal finestrino. Chissà se è vero che non andrà alla festa. Ma che motivo avrebbe di mentire? Incrocio le braccia e sbuffo amareggiata. Se lui non ci sarà, non ha senso andarci. In più ora sa del baby doll, se mi vedesse potrebbe capire da subito chi sono, mentre a me serve qualche minuto per fargli capire che anche una ragazzina come me può attirare la sua attenzione.
Devo rivedere il mio piano.
-
Mentre mia madre svuota le varie corsie del supermercato io e Can la seguiamo in silenzio. Mentre lui non guarda, prendo una confezione di assorbenti e la butto nel carrello e mentre è distratta mamma aggiungo qualche schifezza nascondendola sotto gli altri prodotti. Li perdo di vista entrambi quando mi fermo a guardare dei prodotti per la pelle. Mi alzo in punta di piedi per prendere una confezione in alto. Una mano mi anticipa.«Hai bisogno di aiuto?»
Guardo il ragazzo che è dietro di me e mi sorrise con entusiasmo. «Carl!» lo guardo dalla testa ai piedi e vedo che indossa la divisa del supermercato, «Lavori qui?»
Sorride «Sì,» mi passa il tubetto, «Volevi questo?»
«Grazie. Pensavo lavorassi al benzinaio da tuo zio.»
«Questo è un extra, ci lavoro due volte alla settimana» si succhia il piercing sul labbro, «Ieri mi hai dato buca»
Sgrano gli occhi ricordandomi all'improvviso del suo invito, «Sì, scusami, ho avuto un impegno improvviso, non ho potuto dire no»
Si abbassa un po' verso di me, «Sei perdonata.» mi alza il mento per avvicinare le nostre bocche, «Stasera? Anche stasera sei impegnata?»
«Io... sì!»
Mi fissa la bocca «E non puoi proprio liberarti?»
Faccio un passo indietro ricordandomi che nei paraggi c'è mamma e soprattutto Can, non voglio che mi veda con lui. Scuoto la testa «No, non posso...»
«Magari possiamo fare oggi. Io tra un'ora stacco, se rimani nei paraggi, pranziamo insieme»
Mi stringo nelle spalle «Non lo so, sono qui con mia madre e non credo che me lo permetterebbe»
«Se ci parlassi io magari le facciocambiare idea.»
«Ne dubito» sospiro di sollievo quando vedo mamma sbucare dall'angolo spingendo il carrello stracolmo. Cerco con lo sguardo Can e sono sollevata di non vederlo.
«Evelyn!» dice mamma un po' seccata, «Ti ho cercato dappertutto!» lancia un'occhiata fredda a Carl.
«Scusami ma, devo andare! Ci vediamo» lo saluto con la mano e velocemente la raggiungo.
«Chi è quello?» chiede guardinga lei.
«Un amico» taglio corto. Afferro il carrello «Andiamo!» quasi la spingo via per allontanarci velocemente.
«Buongiorno, signora Cooper»
Ci giriamo verso Carl che viene proprio verso di noi. Si schiarisce la voce e addrizza la schiena, porge la mano a mamma mentre percorre gli ultimi passi che ci separano «Sono Carl Perry, un amico di sua figlia»Mamma gli stringe la mano con vigore, poi lo guarda con i circospezione, «Perry...! Figlio di Jimmy Perry?»
«Jimmy è mio zio, mio padre è Daniel Perry»
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Ti voglio, ma...
FanfictionÈ bastato uno sguardo per fargli battere forte il cuore, un sorriso per fermare il suo respiro, un bacio per perdere la sua anima. Can Yaman non vede la famiglia Cooper da sei anni e quando ritorna a Waco, per ritrovare quella felicità che un tempo...