Can
Mi è costato veramente tanto tenere la bocca chiusa. Ma cosa avrei potuto dire? So solo che ora vorrei andare da lì e portarla via il più lontano da lui, e non mi importerebbe niente se lei strillerebbe e reagirebbe come una pazza, lo farei comunque anche al costo di farmi odiare!
"Merda"
Mi passo la mano tra i capelli e mi muovo sul sedile nervoso. Lancio occhiate verso Kendall al mio fianco desideroso di farle una marea di domande su quel coglione. "Chi è? lo conosce? Si fida abbastanza da permettere alla figlia di uscire con lui?"
Ma è Kendall che attacca a parlare, entusiasta che la figlia esca con un ragazzo così carino e ben educato. Mi dice di chi è figlio, che lavoro fa il padre, che lo zio ha un benzinaio. Le nocche mi si sbiancano da quanto sto stringendo il volante. Per fortuna, presto finisce gli elogi e rimaniamo in silenzio.
Le suona il telefonino dentro la borsa interrompendo i miei pensieri. Kendall non sembra assolutamente preoccuparsene, anzi, canticchia anche lei Isn't She Lovely insieme a Stevie Wonder.
«Kendall...» la chiamo
«Mhh?»
«Il telefono»
«Che telefono?» chiede stranita.
«Quello che ti suona in borsa» ridacchio.
«Ah, ma è una suoneria? Pensavo fosse la radio» prende la borsa e fruga dentro, «Colpa di Evelyn, ogni volta mi cambia la suoneria senza dirmi nulla... Dannato coso, ma dov'è?»Quando lo trova ormai la suoneria è finita. Prende gli occhiali da vista e li mette, preme lo schermo a casaccio,
«Non ci capisco niente. Puoi vedere tu chi era? Forse era Charlie per avvisare che sono arrivati»
Me lo passa. Guardo l'ultima chiamata. «È... Clara»
«Mia cognata. Richiamala per favore»
Faccio partire la chiamata e glielo ridò.
Kendall saluta con allegria, poi si fa seria mentre ascolta la donna al telefono. Dalla loro conversazione capisco che la cognata parla del figlio che è partito per il Canada al college. Kendall prova a consolarla, ma con scarsi risultati.
Chiude la chiamata quando ormai siamo arrivati a casa.
«Scusami se sono stata con lei al telefono per tutto il tragitto. Ma Clara è un po' giù di morale. Due anni fa ha perso il marito per una brutta malattia e ora che il figlio va al college non è facile per lei» sospira malinconica.
«Mi dispiace» dico con sincerità.
«Vorrei poterla aiutare in qualche modo...»
«Se vuoi ti accompagno da lei»
«O no, Can, ho occupato fin troppo il tuo tempo, non mi sembra giusto»
«Lo faccio volentieri. Ti aiuto a scaricare la spesa e ti accompagno»
Lei mi sorride con gratitudine «Sei gentilissimo. Ti ripagherò con una torta solo per te»
«Andata!»Finito di scaricare e sistemare la spesa ritorniamo a Waco e la lascio davanti a casa della cognata.
«Ti inviterei ad entrare, ma voglio risparmiarti discorsi malinconici.» dice Kendall slacciando la cintura di sicurezza. «Passa più tardi quando ci sarà anche Evelyn. Così torniamo a casa insieme»
«Va bene»«Grazie, Can» Kendall scende dall'auto e sale sopra il marciapiede per poi entrare nel vialetto della casa della cognata.
Guardo l'ora, è l'una passata, il mio stomaco si contorce, ma non per la fame, ma per il pensiero che Evelyn è da sola con quello. L'unica cosa che mi fa calmare è che sono in zona pronto ad andare da lei appena mi chiama. Entro in un ristorantino nel centro per ingannare il tempo d'attesa. Ordino il piatto del giorno che consiste in un petto di manzo cotto lentamente al barbecue. Mentre aspetto, metto il cellulare sul tavolo e lo fisso pronto a rispondere. Ma non succede nulla e la gelosia mi sta logorando. Non riuscendo a liberarmi dai miei pensieri, pago il conto e mi incammino verso la macchina. Appena metto in moto, il cellulare, che ho buttato sul sedile del passeggero, squilla. È un numero della zona e rispondo con il cuore a mille.Prendo n gran respiro per calmarmi «Pronto?»
«Can!»
Quanto mi solleva sentire la sua voce, «Ah, Evelyn, sei tu.» fingo distacco.
«Ti ho disturbato?»
«No, sono appena uscito da un ristorante.»
«Che ristorante? Non sei a casa?»
«No, ho portato tua madre da tua zia e mi sono fermato a pranzo. Tu hai finito? Vengo a prenderti?»
«Sì, sai il ristorante italiano sulla Austin Ave?»
«Sì, è a un isolato da qui,»
«Mi faccio trovare all'angolo della strada»
«Sarò lì tra poco»
Mi accosto marciapiede, e vedo Evelyn davanti all'entrata del ristorante in compagnia dello stronzo. Lui le toglie una ciocca di capelli dalla spalla e una fitta di gelosia mi contorce lo stomaco, la stessa gelosia che mi fa strombazzare il clacson con prepotenza. Entrambi si voltano verso di me. Evy si alza in punta di piedi per baciarlo nella guancia, poi mi viene incontro. Spalanca la portiera ansimante e sorridente.
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Ti voglio, ma...
FanfictionÈ bastato uno sguardo per fargli battere forte il cuore, un sorriso per fermare il suo respiro, un bacio per perdere la sua anima. Can Yaman non vede la famiglia Cooper da sei anni e quando ritorna a Waco, per ritrovare quella felicità che un tempo...