Avevo detto che sarei andato da Evy dopo aver accompagnato Josh, ma non resisto più, voglio andarci subito.
«Perché hai preso questa strada?» domanda Josh guardando fuori dal finestrino, «La scuola è dall'altra parte della città»
«Devo passare un attimo a casa di Marta»
Mi guarda perplesso «E perché? È quasi mezzanotte»
Mi gratto la guancia, «Lo so, ma devo portare le... medicine a Evelyn, le ha dimenticate, è molto importante» lo guardo di traverso e lui annuisce convinto.
"Ho trovato un'ottima scusa"
Sogghigno "Non vedo l'ora di vedere la faccia di Evelyn quando mi vedrà"
Parcheggio davanti alla casa di Marta, mi volto verso Josh che ha già la mano sulla maniglia, «Resta qui!»
Mi guarda accigliato «Perché!?»
Lo guardo dalla testa ai piedi, «Vedi tu, sei coperto solo da un pannolone»
Lui si guarda compiaciuto «Ci sta, so che la mamma di Marta è una bigotta, meglio evitare»
Scendo dall'auto e in pochi passi raggiungo l'ingresso. Dalle finestre vedo la luce soffusa della tv. Okay, sono ancora sveglie.
Sono fermo davanti alla porta. Prendo un grande respiro. "Spero che la scusa delle medicine sia convincente anche per i genitori di Marta"
Evito il campanello e busso con delicatezza. Dopo pochi secondi, una donna anziana, di etnia africana dal naso largo, basso e schiacciato, labbra grandi e carnose, capelli neri lanosi, apre la porta e solleva i suoi occhi neri e sporgenti su di me. Rimango spaziato. "Forse è la nonna, o la prozia"
La donna mi squadra guardinga. «Mi dica»
«Emh... buonasera signora. So che è tardi, ma ho portato le medicine di Evelyn, le ha dimenticate a casa»
«Evelyn?» chiede confusa, «Chi diavolo è? Non la conosco!»
«Come no? È l'amica di Marta»
Lei scuote la testa «Qui non abita nessuna Marta»
Mi tremano le gambe, «Non è possibile,» poi stringo gli occhi capendo, «Le ha detto Evelyn di dire così?» sorrido «è una ragazzina dispettosa, ha sempre voglia di scherzare. Le do le sue medicine e vado via» sbircio dentro casa.
«Ha visto che ore sono? Le sembra ora di andare a cercare la gente casa per casa?» La donna chiude un po' di più la porta, «Le ho detto che non c'è nessuna... come si chiama, e ora vada via!»
Fa per chiudere la porta, ma la blocco con la mano, «Aspetti!»
«Tolga la mano o chiamo la polizia»
«Ma... ho accompagnato lei e la sua amica qui questo pomeriggio»
«Bè, ragazzo, sei stato fregato»
Prova di nuovamente a chiudere e di nuovo glielo impedisco.
«Vada via o...» si blocca spostando gli occhi in direzione del vialetto «Ma che! È uno scherzo?»Mi volto e scuoto la testa incredulo vedendo Josh che viene verso di noi.
«Ti avevo detto di restare in macchina!» lo sgrido.
Lui allarga le braccia con fare spavaldo «Ehi, ma quanto ci vuole? La festa è iniziata»
«La signora dice che questa non è casa di Marta»
«Sul serio? E allora qual è?»
Lo guardo stupito «Tu non sai dove abita?»
«No!» ribatte lui, «Non ho mai accompagnato Sarah a casa sua» guarda la signora «Lei è sicura che non abita qui?»
«Sentite, per chi mi avete presa, per una vecchia rimbambita? Fuori dalla mia proprietà tu e quella specie di...» lo guarda schifata «uccello spennato»
«Ehi! Quale uccello spennato?! Sono cupido» Josh si sistema il pannolone fiero. «C'è differenza»
«A me sembri solo un gran coglione!» commenta la signora, facendomi scoppiare a ridere.
«Non è carino quello che ha detto» risponde Josh offeso.
«Vuoi vedere come divento carina se entro due secondi tu e quelle ali ridicole non ve ne andate dalle palle?!»
«Okay!» decido di intervenire per non farla scaldare oltre «Signora, voglio solo capire... le ho lasciate proprio qui oggi e loro hanno suonato alla porta, ne sono sicuro»
Lei ci pensa su un attimo «Sì, questo pomeriggio in effetti sono passate due ragazze, ma mi hanno venduto delle scatole di biscotti dei boyscout, che poi in realtà, non mi hanno fatto nemmeno pagare, sono state molto gentili.»
«Allora, per non essere minacciati dovevamo presentarci con delle scatole di biscotti!?» commenta ironico Josh. «Non le ha detto nessuno che non si accettano dolcetti dagli sconosciuti?»
La signora lo guarda male e prima che possa insultarlo chiedo: «Poi sono andate via?»
Si stringe nelle spalle «Sì»
«Cavolo!» borbotto.
«Perché ti preoccupi? Chiamo Sarah e le chiedo dove sono» Josh fruga dentro il suo pannolone in cerca del telefono.
«Non credo che risponderà» mormoro, poi mi rivolgo alla signora, «Scusi per il disturbo, e grazie per la sua disponibilità» faccio per girarmi.
«Ehi!» mi ferma lei, «Le ragazzine sono state più generose di voi» dice con un sorriso a denti stretti.
La fisso divertito, «Ha ragione!» dalla tasca prendo il portafogli. «Ecco a lei, per il disturbo»
Lei prende la banconota da cinquanta dollari e se la infila nello scollo della camicia da notte. Il suo sorriso soddisfatto si spegne «Adesso, andatevene!»
Ci sbatte la porta in faccia.
«Che caratterino la signora!» dice Josh incamminandosi verso l'auto.
Io lo seguo pensieroso. Mi viene in mente la sfacciataggine di Sarah, non stava parlando a vanvera, mi stava facendo capire che sarebbe andata lì. E se Evy fosse andata con lei? Mi era venuto in mente che potesse accadere, ma era solo un pensiero, non avrei pensato l'avesse fatto veramente. "Dimmi che non sei andata. Perché mai l'avresti fatto?"
"Mi vuole sfidare. Non c'è dubbio. Mi ha fatto venire qui a posta, sapeva che l'avrei presa come sfida. E voleva farmi sentire un perfetto coglione cadendo nella sua trappola. Pensa che non abbia il coraggio di andare lì e portarla via?" Stringo il pugno sentendo la rabbia crescere "Vuoi giocare ragazzina? Bene, giochiamo! Ma se pensi di averla facile, ti sbagli di grosso."
Accelero i passi. «Josh...» dico, «Credo che le ragazze siano alla festa»
«Quale festa?»
Lo guardo dalla testa ai piedi «Quella festa!»
Lui scoppia ridere, «Ma che dici?! È impossibile, non le farebbero mai entrare»
«Per te era un problema procurarti i documenti falsi?»
Ci pensa un po' su, «No, ma loro sono delle ragazzine, non ci riuscirebbero mai»
«Quelle sono più sveglie di me e te messi insieme, guarda come ci hanno fregato!»
«Ehi! A te hanno fregato» precisa.
"È vero e per questo Evelyn passerà dei grossi guai!"
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Ti voglio, ma...
FanfictionÈ bastato uno sguardo per fargli battere forte il cuore, un sorriso per fermare il suo respiro, un bacio per perdere la sua anima. Can Yaman non vede la famiglia Cooper da sei anni e quando ritorna a Waco, per ritrovare quella felicità che un tempo...