[30] Ti voglio ma...

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(Consiglio vivamente di ascoltare la canzone, soprattutto nel punto in cui... 💋💋💖🤭)

Evelyn
Sbuffo spazientita e lancio un'occhiataccia di traverso a Carl. Vedendo la sua riluttanza ho voluto delle spiegazioni. Ho dovuto lottare un po', ma alla fine mi ha detto tutto. Di Can, di come l'abbia minacciato di starmi lontano. Carl ha entrambe le mani sul volante che stringe saldamente, si guarda intorno nervoso, come se là fuori, nel buio, ci sia qualcuno a spiare ogni nostra mossa. Faccio roteare gli occhi.

"Mi sta veramente seccando"

«Ti vuoi dare una calmata?» dico, «Qui non ci troverà nessuno»

«Sì, ma forse è meglio...» trattiene il fiato vedendo dei fari di una macchina avvicinarsi e si ferma accanto a noi «...rientrare» ritorna a respirare.

«No!» mi impunto, anche se a dirla tutta me ne andrei volentieri, ma non voglio più permettere a Can di mettersi in mezzo alla ala mia vita. Mi faccio più vicino a lui, «Perché invece non mi baci?» con la mano gli sfioro il braccio risalendo fino alla spalla. «Magari è l'unico modo per farti sentire tranquillo»

"E magari serve anche a me"

«Evy...» si muove a disagio nel sedile, «vorrei tanto, ma...»

«Ma preferisci farci rovinare la serata da un uomo che ti ha minacciato di starmi alla larga, e tu... fai quello che ti dice?»

«Non faccio quello che mi dice» borbotta offeso.

«Allora...» gli afferro il mento per girarlo verso di me, «dimentichiamo quel prepotente e pensiamo a noi» gli sfioro le labbra con le mie, ma lui si allontana per evitare il bacio.

«Aspetta, prima mi sono cadute le gomme...» accende la lucina.

Qualche istante dopo una voce urla: "Ti ammazzo!" Entrambi guardiamo verso l'auto accanto alla nostra. Il cuore mi si ferma quando vedo Can che sbuca dal finestrino. I suoi occhi sono accecati dalla rabbia. Rabbrividisco di paura.

«O cazzo...!» piagnucola Carl, e subito prova a mettere in moto, ma prima che possa farlo, Can è già uscito dall'auto, spalanca lo sportello di Carl e lo prende di peso per tirarlo fuori. Sento il rumore di uno schiaffo. "O cazzo!"

«Che ti avevo detto?» il tono di Can è furente.

«Io non volevo, mi ha obbligato lei...» Carl piange, si scusa, implora il suo perdono.

"Sta piangendo?"

Can gli dice qualcosa di incomprensibile poi lo lascia cadere a terra con un tonfo. Capendo che sta venendo da me, abbasso la sicura, ma sono troppo lenta. Can spalanca la portiera e, prendendomi per un braccio mi tira fuori. Iniziamo a lottare, io grido, protesto, ma comunque riesce a farmi salire sulla macchina della ragazza.
Mi sento umiliata, più di quando mi ha detto che non prova niente per me. Gridiamo, litighiamo, urlo tutta la mia rabbia, che per fortuna è così al massino che mi impedisce di piangere e di mostrarmi debole e immatura.
Trovarlo con Vanessa è più di quanto potessi sopportare. Il dolore al petto ha ripreso a far male come non mai.

«Ti odio! Fammi scendere. Così potete tornare a fare quello che stavate facendo.» Grido, non sopportando più di stargli vicino.

Lui non risponde. Solo quando si ferma in mezzo al vialetto di casa mia, si volta verso di me. Il suo volto è avvolto dalla penombra che gli conferisce un'aria più minacciosa.

«Ora sei libera, scendi!» dice con autorità.

«Vaffanculo! Ti ho detto che non ci vado. Faccio quello che voglio. Non sei nessuno per me!» sbraito.

Ti voglio,  ma...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora