CAPITOLO 23 ~ la Spada🦋

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Lui mi porse la pagina che stava leggendo e…
<Il punto di arrivo molte volte è il punto di partenza>
Sentii qualcosa morire dentro di me. Forse la pietà per quel vecchio signore. O forse la speranza.
Non riuscivo a pronunciare neanche una parola.
Il vecchio mi disse <hai esaudito tutti i desideri per superare gli ostacoli… e non te ne rimangono più. Il tuo egoismo ha oscurato la logica. Anziché affrontare il fiume sei scappato. L’unica regola di questo gioco era non scappare. Tu sei scappato.
Però… ti concediamo un’altra possibilità per il semplice motivo che non ti eri accorto di star scappando. Ma niente è gratis: inizia a correre per tornare dal libro e inizia ad affrontare veramente gli ostacoli.
In fondo… faresti di tutto per il tuo amore, no?>
Iniziai nuovamente a correre. Nelle ultime ore non facevo altro che correre. Non capivo il perché…
Alla fine, correre significa scappare. Scappare da qualcosa. O qualcuno. E io non sapevo da chi stessi scappando.
Non avevo molto tempo per pensare. Così. Scappai.
Iniziai a correre, lasciando dietro alle mie spalle, quella che pensavo che fosse il mio obiettivo.
Superai: alberi, case e ancora case, fino ad arrivare a città deserte. Credevo che ovunque mi sarei nascosto, la tigre mi avrebbe trovato. Così, arrivai nel campo di fiori, aspettai che arrivasse la farfalla e mi preparai mentalmente all’inferno.
<non è questione di fortuna o altro. Il numero tre indicava la prova logica, mentre il numero quattro… il numero quattro significa: PROVA DI FORZA>
Inferno fu, quando la vidi trasformarsi in ciò che avrei dovuto combattere.
Le mie mani nude iniziarono a sudare freddo.
L’animale non faceva altro che fissare l’oggetto presente davanti a me.
Una spada. Una spada nel terreno.
D’improvviso vidi tutto attorno a me congelarsi, e dai lampi uscirono delle Saldres.
<questo posto è frutto di molti miti e leggende. Alcuni pensano che sia una scultura. Altri pensano che derivi dalla vecchia guerra tra gli angeli e i demoni. Altri scherzano dicendo che hanno sbagliato mira e che invece volevano riprodurre la spada nella roccia.
Gli unici a sapere la verità siamo noi: le saldres.
Una spada, tenuta ferma dalle radici dei Salici piangenti circostanti.
Ti sei mai chiesto perché si chiamano così?
Proverò a farti una piccola lezione di cultura generale.
Un tempo in queste bellissime cittadine, ci abitavano degli esseri. Degli esseri orribili. Al posto del sangue erano costituiti da ferro fuso, e al posto del cuore… beh… avevano del fuoco.
Non mi dilungherò molto, anzi ti dirò solo che con la lama di questa spada trafisse il fuoco di tutti quei corpi, dai quali, nella notte del primo giugno del 1521, le anime svanirono. Nel nulla. Si potevano vedere nel cielo delle nuvole. Piangevano nel cielo che, più si avvicinava il solstizio, più allungava la sua chiarezza. Nel nulla. Non si sa dove possano essere finite. Nonostante questo, la pace convive con noi da esattamente 500 anni, perciò…
Le voci delle persone hanno smesso di raccontare la verità.>
Il suolo iniziò a tremare e il vento a calpestare i fili d’erba
<sono passare 48 ore… non hai ancora molto tempo… fossi in te abbandonerei l’angelo>
Gli urlai addosso. Dentro di me si accese un fuoco che non avevo mai visto e, in meno di un secondo, tutto svanì.
Mi ritrovai in piedi, dietro alla spada e di fronte alla tigre.
<è ora di combattere> sussurrai.
Urlando con tutta la voce che la mia gola aveva trattenuto fino ad ora, mi diressi con passo veloce contro la tigre. Le andai contro di schiena, ma si rialzò immediatamente e azzannò il mio braccio, che, dal dolore, credevo si fosse staccato. La mia mente in quell’istante sviluppò un piano.
Capovolsi la testa per scrocchiare il collo e preparai la mia mente a qualcosa di terribilmente doloroso.
Mi avvicinai. Mi sedetti. E all'istante non sentii più la gamba sinistra.
Non guardavo, perché sapevo già cosa avrei visto. D’altronde l’avevo pianificato.
Sapevo di avere poco tempo.
Mi avvicinai alla spada.
Avvicinai le due mani al manico.
La tirai.
Non riuscivo a strapparla dal terreno.
La tirai ancora più forte, ma vidi che la tigre aveva già finito il boccone che le avevo donato.
Feci un ultimo tentativo.
L’ultimo risultò il migliore.
Vidi la spada in tutta la sua lunghezza e, insieme a lei, uscirono delle anime oscure dal terreno.
Volarono rapidamente fino a raggiungere il cielo e riempirlo di lampi.
Arrivò il temporale. E la prima goccia che raggiunse il pelo della tigre la ritrasformò in farfalla.

Forse non stavo scappando… Io non corro per scappare, corro per raggiungere la mia meta. In questa prova è un libro. Nella prossima, chissà, potrebbe essere un sasso. Ma nella mia vita, la mia meta è lui.
L’angelo.

Continuai a correre con la spada in mano, e modificai, attraverso qualche strappo, la maglietta in modo da poterla infilare al suo interno.

Continuai a camminare e, questa volta, seguii la stessa strada che avevo percorso in maniera opposta la prima volta.
Arrivai al fiume e cosciente della situazione mi buttai immediatamente nelle sue acque.
Gelide, come sempre. Però la mia paura era diminuita.
E come solevo ormai fare, risalii l’altra sponda vivo e vegeto. Determinato a raggiungere la mia meta. Il libro.
Camminai fino a quando non lo vidi in lontananza e tornai a correre, vedendolo avvicinare più in fretta.
Lo presi tra le mani. E rilessi quella copertina che mi aveva ingannato <dovrai sbrigarti e correre il più veloce possibile per arrivare alla meta. Inizia a correre>.
Sfogliai la prima pagina e mi sentii frustato alla vista di ciò che c’era scritto.
“goal”
Girai velocemente le restanti pagine, ma a decorarle erano presenti solo delle rose rosa.
In fine, lo chiusi e lessi ciò che invadeva il retro della copertina
<non giudicare un libro dalla copertina>.

Not Only Two Souls (ITA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora