Per quanto Jimin potesse voler bene a Taehyung dal profondo del suo cuore, vederlo sorridere e ammiccare scherzosamente con il suo ragazzo lo stava tramutando gradualmente in una vipera di pura gelosia.
«Non sembri affatto il ragazzaccio di cui Jimin tanto mi parlava, sai~».
Questo poi si era accomodato tutto sorridente su una sedia della cucina come se si trovasse nel suo lussuoso appartamento, con i piedi scalzi sotto il sedere in una posizione impossibile da replicare.
«Oh, beh...».
Jungkook non da meno, influenzato dal modo paco di porsi dell'ospite, aveva provato a copiarlo, ma miseramente nel tentarci fu costretto a trattenere un urlo dal dolore per un forte strappo che gli venne al polpaccio sinistro.
«Sono abbastanza lunatico, in realtà...».
«Allora sono arrivato in un buon momento!».
Una miccia venne accesa.
«Buon momento lo pensarai tu, Taehyung».
Con le braccia conserte ed espressione corrucciata, il grigio continuò a fissare interrotamente i due pronto a lanciare loro una tazza nella fronte al minimo passo falso.
«Mamma mia, Jimin—ah, stai tranquillo!» si lamentò il coetaneo borbottando come un vecchietto.
«Io sono tranquillo».
Era tutto tranne che tranquillo.
«Non te lo rubo mica, sai, voglio solo fare amicizia».
Il biondo fragola, un po' per scherzare, si accostò al migliore amico per cingergli le spalle con un braccio.
«E ti ricordo che anche tu facevi battutine alquanto inadeguate su Yoongi le prime volte, e quest'ultimo per prendermi per il culo rispondeva a stesso modo; quindi, ora, tocca a te subire questa tortura caro mio».
«Tae!» sbottò Jimin in un misto di rabbia e vergogna.
«Ho capito cristo santo, ma ora basta!».
Il più giovane però, nel frattempo, si era riempito le guanciotte con l'impasto morbido dei pancakes, diventando all'improvviso un glacile coniglietto agli occhi di entrambi.
«Ommioddio».
A Taehyung vennero perfino i brividi per quanto fosse carino.
«Ma sei un coniglietto Jungkookie!».
Ma, appena lo disse, si ritrovò un bel pizzicone rosso sul fianco da parte del migliore amico, che onestamente aveva anche lui le goti rosse per colpa di tutta quella tenerezza.
«Ops».
Il biondo mandò giù subito il boccone e nascose la bocca dietro ad un palmo.
Poi, un po' perché gli faceva pena Taehyung e un po' perché lo desiderava, fece cenno a Jimin di sedersi sulle proprie ginocchia, sbattendoci sopra una paio di volte le mani.
«E—eh?» ma in lui provocò solo un immenso senso di imbarazzo che sembrava essere sempre costante, eterno nel suo petto, e che con la testa scossa da una parte all'altra cercò poi invano di nascondere.
«Perché no?» finse il broncio il più piccolo, «è da tutta prima che ti lamenti e fai il geloso, perché ora non vuoi venire qui a sederti sulle mie gambe hyung? Sono il tuo ragazzo, non ricordi?».
In un certo senso a Jungkook non dispiaceva provocarlo in quel modo, sapendo che probabilmente Jimin si sentisse intimorito dalla figura eccezionale di Taehyung che non aveva alcun effetto su di lui.
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fantasticherie color ciliegia. jikook
Fanfic«Perché continui a guardarmi? Ho fatto qualcosa di male?» «Non puoi capire cosa tu riesca a farmi immaginare, Jeon Jungkook...» (incompleta) 2021 © ossobruco