Il grande giorno era ormai arrivato, e Raissa che viveva letteralmente con l'ansia e l'insicurezza come seconda pelle, non aveva dormito un gran ché, sta notte. La paura che anche lui si potesse rivelare l'ennesima delusione era tanta. Forse per la prima volta, in tanto tempo, stava dando della fiducia ad un perfetto sconosciuto e la paura di dover subire un'altra crepa sul suo cuore, già, ormai, abbastanza lacerato, era maggiore delle volte precedenti. Ma sapeva perfettamente che se non si fosse presentato, avrebbe trovato il modo di rialzarsi e prendersi cura di sé stessa.
Non sarebbe stata dicerto né la prima volta e purtroppo nemmeno l'ultima.Si trovava nel posto prefissato già da venti minuti circa, seduta sopra il suo skateboard, appoggiata con la schiena sul muretto, dondolandosi a destra e sinistra, osservando tutta la gente che le passava davanti, e che sicuramente l'avevano preso per una barbona.
Insieme a lei, in via messaggistica, anche Sharon e Tania, stavano attendendo questo grande momento. Raissa conoscendole, se fossero state ancora qua a Torino, se le era immaginate nascoste dentro a qualche negozio, solo per osservare la scena, il ragazzo ed essere pronte nell'eventualità che lui non si fosse presentato. Fortuna che esistono le videochiamata, pensó tra sé e sé.Da Sharon🔥: È in ritardo di un minuto. Partiamo già abbastanza male
Da Tania🌟: Sha, ma secondo te se questo ragazzo si presenta Iss presta la sua attenzione a lui, o a noi?? Pensa
Da Sharon🔥: Mi sembra abbastanza logica come risposta: ad entrambi
Da Sharon🔥: Siamo le sue migliori amiche e lui è uno sconosciuto. PUNTO
Da Tania🌟: Anche tu Sha sei un caso perso. Anzi perssissimo.
Da Tania🌟: Iss stai tranquilla. Se si presenta, presta tutta la tua attenzione a lui. Noi siamo qua, impazienti che aspettiamo solo ottime notizieAvrebbe tanto voluto rispondere, ma non lo fece, ritornando a guardare i vari passanti. Gente vestita in giacca e cravatta che si dirigeva verso i loro uffici, con una camminata parecchio veloce e meccanica. Mamme e figli che entravano ed uscivano dai bar-pasticcerie per fare colazione, visto che il sabato i più piccoli non andavano a scuola. E ragazzi più grandi, che avevano deciso di marinare la scuola, e passare la mattinata senza pensieri ed in compagnia di amici.
Una sola volta, Raissa, aveva saltato scuola, ripromettendo a sé stessa che non l'avrebbe più fatto in vita sua. Quel giorno c'era il compito di matematica, e tra lei, Tania e Sharon l'unica non pronta era proprio quest'ultima. Ancora oggi, sia Raissa che Tania, non si spiegano come Sharon sia riuscita a convincerle a fare questa pazzia con conseguenza una seconda pazzia: il loro primissimo tattoo, per di più illegale. Una volta ritornate in casa-famiglia, gli assistenti sociali vennero chiamati da scuola, avvisandoli che nessuna delle tre si era presentata, finendo per pulire per una settimana intera tutte le camere e i bagni. Ancora oggi le tre amiche ricordano quella settimana come il ricordo più schifoso ma allo stesso tempo uno dei più belli che avevano in quel posto dove avevano versato troppe lacrime amare.Raissa, controllò un'altra volta l'orario sul suo cellulare. In ritardo di cinque minuti. Odiava i ritardatari, ma soprattutto odiava essere lei la ridartaria. Preferiva arrivare in anticipo di mezz'ora, piuttosto che in ritardo di cinque minuti e quindi con estrema lentezza, sperando che lui di lì a poco potesse arrivare, si sollevò in piedi, e con il cuore che iniziava pian piano a creparsi e a sgretolarsi, appoggiò il piede sulla tavola, pronta a raggiungere il negozio, consapevole che lui non sarebbe arrivato. Che aveva preferito qualcuno di più normale a lei.
«Hey, espera estoy aquí. So di essere in ritardo... Ma sono qua. Non ho sentito la sveglia suonare, ed ho trovato difficoltà a trovare parcheggio» esclamò la voce, che per questa intera settimana, Raissa, non avevo fatto altro che sognare ad occhi aperti. Senza avere il controllo pieno, un sorriso nacque sulle sue labbra, felice di essersi sbagliata sul suo conto, anche se una piccola parte di lei, temeva ancora che questo ragazzo potesse essere un maniaco serial killer.
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Il Destino Ha La Sua Puntualità [] Paulo Dybala []
FanfictionRaissa si è sempre sentita etichettata come una figlia di serie C. Nulla a vedere con la serie A, dove invece era stato piazzato suo fratello gemello. Raissa si è sempre sentita etichettata come quella figlia che qulasiasi cosa fa, non è mai quella...