Capitolo 43

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Sto sognando, ne sono sicura, ma non mi voglio svegliare anche se è tutto confuso e non capisco dove mi trovo. Ho una sensazione d'ansia ed ora mi sembra che il terreno tremi.

Qualcuno mi sta scuotendo e mi chiama. Apro gli occhi di scatto.
Ancora stordita mi metto a sedere: "Erald? Che c'è, che succede?" La mia voce è talmente impastata che non mi riconosco.

"Mak, è arrivata un'onda magica. È molto violenta tanto che il terreno sta tremando. Ci siamo tutti svegliati appena è cominciata e prima che iniziasse il terremoto, tranne te."

Lui si trova già in piedi poco distante da me. Mi stropiccio gli occhi e lo metto più a fuoco: "Mmmh, forse il mio essere Nullo non mi fa percepire l'onda? Non lo so, non ci capisco niente." Mi alzo anche se non è facile mantenere l'equilibrio. Noto però che tutti i ragazzi sono usciti dai treni, preoccupati che qualcosa possa crollare.

Apro i miei canali ricettivi.
A quel punto vedo che effettivamente nell'aria c'è una sorta di pulviscolo azzurrognolo che però segue un andamento ondulatorio. C'è un punto d'origine, quindi queste onde arrivano da qualche parte. Appunto mentale per dopo perché in quel momento sento delle urla.
I ragazzi iniziano a scappare ed entrano di corsa nei treni. Sento Bill che grida a tutti di mettersi al riparo e di chiudere le porte.

Erald ha già chiuso la nostra e sta allungando il collo per capire cosa stia succedendo. Prendo la spada e me la metto sulla schiena.
Poi vedo che c'è un portello che porta sul tetto. Mi avvicino, salgo sui sedili, lo apro e mi sollevo su. Sbuco proprio sul tetto della carrozza. Per fortuna ora il terremoto sembra essersi placato anche se in lontananza sento dei rumori strani, sembrano squittii. Mi alzo in piedi dopo aver trovato bene l'equilibrio. Guardo nella direzione opposta dove c'è una grossa galleria buia che si immette vicino ad alcuni dei treni, lontani da noi diversi metri. Le urla venivano da lì.

Poco dopo capisco il perché del terrore che ha colto i giovani. Sta arrivando a grande velocità un branco di ratti giganti. Sono enormi quasi come cani di taglia grande. Le urla non cessano perché seppur al sicuro all'interno, i ratti si muovono con velocità e con violenza buttano a terra tutto ciò che trovano sul loro percorso. Alcuni sbattono sulle porte e si lanciano sui vetri, dato che vedono del potenziale cibo.

"Merda!" Mi ha raggiunto Erald che sta osservando con disgusto la scena di fronte a noi. "Questa è pura follia. Non posso stare via un attimo da questo mondo che va tutto in scatafascio?"
Inizio a camminare sul tetto per andare nella direzione dei ratti.

"Cosa fai Mak?"

"Mi sembra di aver visto qualcosa, ma non ne sono sicura."

Lui mi segue. Dopo aver percorso tre carrozze, mi avvicino al bordo e noto che dall'altre parte, dove ci sono dei barili d'acqua, c'è del movimento. Non possono però essere i ratti perché sono più indietro e non hanno ancora raggiunto questa zona, anche se manca poco.

A quel punto lo vedo. "No, nononono."

"Che c'è, cosa hai visto?"

"Guarda lì, dietro ai barili."

Lo vede anche lui. Ma in quel momento sento che Bill urla: "Tim! Timothy! Vieni dentro!"

Il bambino di cinque anni, di nome Timothy, forse per la paura invece che nascondersi con gli altri sul treno, si è accucciato dietro ai barili, ma non lo proteggeranno dall'orda famelica in arrivo. Pochi secondi e saranno lì.

"Erald, vai a prendere quella corda che c'è nella nostra carrozza. È sotto ai sedili nella parte opposta rispetto a dove abbiamo dormit..."

Non faccio in tempo a finire la frase che è già schizzato via. Poco dopo è di ritorno e ha in mano la corda.
Il rumore dei ratti è più intenso ma per fortuna sono stati momentaneamente distratti da alcune provviste.

Tra i due treni corre in alto una trave e c'è un palo di cemento tagliato a metà proprio al centro. Faccio un cappio alla corda e la lancio. Bersaglio mancato.
Inizio a sudare. L'occhio destro percepisce il movimento, stanno arrivando.
Rilancio e faccio centro!

Erald non sembra molto convinto mentre mi guarda di sbieco: "Sei sicura? Reggerà?"

Gli sorrido.

In quel momento Timothy vede i ratti, si alza e si mette al centro dello spiazzo, ma fa solo pochi passi, sembra paralizzato. Bill, Alex e altri gli urlano di scappare, ma lui sta lì fermo, immobile. Con i grandi occhi terrorizzati e lucidi per via delle lacrime, osserva a bocca aperta formando una "o" perfetta.
I ratti ora lo hanno visto e cambiano tutti direzione per andare incontro ad un boccone prelibato.

Provo la tenuta della corda e poi mi lancio.

Non c'è più tempo per ragionare.

Arrivata a metà con il movimento ondulatorio prendo Tim al volo e in quell'istante il ratto più vicino salta per morderci ma manca il bersaglio. Proseguiamo nella nostra corsa e raggiungiamo il treno dall'altra parte che però è più distante rispetto a quello da cui sono partita. Devo per forza tornare indietro ed Erald mi aiuterà a mettere in salvo il piccolo.
Lui trema mentre lo tengo stretto ma non piange più e non si lamenta.
Al ritorno, un altro paio di ratti cerca di azzannarci.

A quel punto urlo: "Erald prendilo al volo!"
Lui annuisce. Ci avviciniamo al treno e lancio Tim. Erald lo afferra e lo abbraccia. È salvo.

Il movimento a pendolo mi sta già portando dall'altra parte. A quanto pare devo farmi un altro giro per avere abbastanza slancio e mettermi in salvo.

È quasi divertente, quasi.

Raggiunto l'altro treno, cerco di darmi la spinta con le gambe per aumentare la velocità.
Ecco ci sono quasi. Mentre mi preparo a lasciare la corda, sento uno strappo.
Cado sul terreno e rotolo per attutire il colpo. Poi mi alzo ed estraggo la spada.
Sento che Erald sta già correndo indietro per aprire la porta e farmi salire.
Dopo una frazione di secondo di stupore, i ratti si lanciano su di me.

Io corro per avvicinarmi all'entrata e poi inizio a camminare all'indietro per non dar loro le spalle. Devo comunque aspettare che Erald metta Tim al sicuro e poi apra la porta.
I ratti mi hanno inseguito e i primi cinque mi sono addosso. Sono di un colore grigio scuro, con denti aguzzi come sciabole ed estremamente muscolosi, con zampe simili alle mani prensili umane. Le code sono lunghe almeno un metro e mezzo e hanno un colore violaceo. La puzza è quasi insopportabile, infatti molti hanno il pelo bagnato.
I primi due saltano e con un unico colpo preciso taglio ad entrambi la testa.
Seguono altri due, uno lo colpisco al cuore e l'altro lo ferisco e gli va via mezzo muso. Gli squittii di dolore mi feriscono le orecchie per quanto acuti.

Dietro di me sento: "Mak! È aperto!"

Approfitto del momento di stupore che li ha colti, mi giro e corro verso la porta. Salgo il primo scalino e poi sento un dolore tremendo al polpaccio sinistro.
Erald scende a terra con un balzo, gli apre le fauci per liberarmi senza che mi strappi tutto il muscolo e gli spezza il collo. Poi mi spinge dentro e richiude le porte dietro di noi.

Finiamo a terra. Abbiamo entrambi il fiatone.

Poco distante Tim, seduto su un sedile, ci guarda con le lunghe ciglia ancora bagnate ma un accenno di sorriso, mentre fa ondulare le gambette avanti indietro come in altalena.

The Bounty Hunter - Hunted (Vol. 4)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora