58. I'm standing here naked

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ATTENZIONE

Questo capitolo è uno sfogo, frutto di tantissimo dolore. Per questo devo avvertirvi del fatto che contiene scene MOLTO sensibili. E' presente violenza, sessuale e non, e non voglio che questa cosa urti qualcun* di voi. Io stessa capisco cosa significa e non oso immaginare qualcun altro. In caso siate sensibili, vi sconsiglio la lettura. E' chiaro, però, che mi farebbe davvero felice se leggeste: scriverlo è per me un segno di solidarietà, appoggio e supporto. 

(In caso il capitolo vi crei confusione, durante la notte Bethany ed Ethan hanno fatto ritorno, ma Thomas e Meg non se ne sono accorti)



"I'll hold you when things go wrong"
Dusk Till Dawn - Sia, Zayn


La mia pelle, ormai congelata dai brividi che la percorrono, entra in contatto con qualcosa di caldo. Percepisco il contatto, ma non metto a fuoco nient'altro. La vista è offuscata, gli occhi pesano come se qualcuno li stesse tenendo chiusi. Non sento odori, soltanto senso di chiuso, che chiaramente non dipende dall'olfatto. Una morsa imprigiona il mio petto e non riesco a fare nient'altro che cercare di tenere gli occhi aperti. 

Il mio corpo è appesantito e l'unica cosa che lo sostiene sembra essere la scrivania su cui sono poggiata. 

«Paura?» è l'unica cosa che riesco a sentire, mentre qualcosa mi imprigiona contro il legno del tavolo. Delle mani mi toccano, ma non riesco a capire dove o con quanta pressione. 

Sento solo la testa che prega di cadere e gli occhi che si lamentano della poca luce che c'è. 

Improvvisamente, mentre cerco di restare lucida, qualcosa si poggia sulle mie labbra. L'ansia che si tratti di loro simili è alta, ma svanisce subito quando riconosco essere vetro. E' un bicchiere. 

«Andiamo, non voglio un cadavere davanti» sbuffa scocciato, buttando dell'acqua giù per la mia gola. 

Riconoscerei la sua voce in mezzo a mille altre. A volte la usava per farmi complimenti, per scherzare, per darmi il buongiorno. Ora, invece, il suo unico obbiettivo sembra prendere il mio cuore tra le dita e sgretolarlo come lo si fa con una bottiglia vuota. 

Tiro su la testa leggermente, iniziando a riconoscere lentamente i suoi lineamenti. «Ecco, così» dice, posando il bicchiere sul tavolo con un suono fastidioso. 

«L-lasc-» provo a dire, ma la mia gola prega di farmi tacere, emettendo un suono roco. 

«Shh...» dice, scostando dei capelli dietro il mio orecchio. Sento il suo respiro caldo soffiare su alcuni ciuffi, accanto al mio orecchio. «Stai zitta» scandisce e, dopo aver ottenuto l'effetto dell'acqua ed essere leggermente più lucida, percepisco definitivamente le sue mani sulle mie cosce, scoperte dal vestito troppo corto che indosso. Le sue labbra viscide si poggiano sulla pelle del mio corpo, lasciando un leggero residuo di saliva. Cerco di scostarmi, ma lui afferra i miei capelli e li tira, per poi abbassare la spallina del vestito con un dito. 

«Ti prego» mi sforzo di dire, con la voce che si incrina ogni secondo di più. «Lasciami» lo sforzo immane che sta facendo la mia gola per pronunciare queste parole non ripaga minimamente quello fisico. Cerco di tenere le gambe il più unite possibile, in modo da sentirmi maggiormente al sicuro, ma lui le divarica, posizionandosi tra esse. 

«Nessuno ti tirerà fuori da qui, adesso» dice, facendo scivolare la gonna verso l'alto e scoprendo sempre di più le mie gambe. «L'ultima volta ti sei salvata soltanto grazie a quel coglione di tuo fratello, ma ora lui non è qui» continua e l'ansia inizia a pervadermi sempre di più. 

Il migliore amico di mio fratelloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora