CAPITOLO 40: IL SANGUE DEL RE ORIGINALE

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Point of view Nives

Mi guardai attorno, il cuore in gola e gli occhi sbarrati. Più in là si scorgevano delle case che andavano a fuoco e, dalle fiamme alte che lambivano i tetti, partivano volute di fumo che si stavano addensando al di sotto della cupola di quella caverna, l'incendio però cresceva in fretta e a breve l'aria sarebbe diventata irrespirabile.

«Bisogna uscire di qui!» gridai poco prima di essere spintonata da una persona che correva anch'essa in cerca di una via di fuga. Due braccia forti però mi presero subito al volo evitandomi una rovinosa caduta.

«Loro vi staranno sicuramente aspettando fuori» sentii un soffio nell'orecchio. Era la voce di Alexander.

Mi scostai velocemente dalle sue braccia e lo guardai irata. «Hai un'idea migliore?! Per colpa tua siamo finiti come dei topi in trappola. Meglio là fuori che rimanere qui e finire soffocati o cotti a puntino!» inveii contro di lui allungando un braccio ad indicare l'uscita.

Il suo sguardo si irrigidì «Mi dispiace, non potevo saperlo.»

Mi passai una mano tra i capelli frustrata «No,certo che no. Tanto ormai non fa più alcuna differenza» dissi per poi voltarmi in direzione di Aaron che, sempre in forma di lupo, mi guardava con sguardo interrogativo. «Aaron devi andartene di qui e anche tu» aggiunsi guardando Alexander «dovete andarvene entrambi da qui.»

«E tu?!» proruppe il cacciatore mentre sentivo nella mente vibrare rabbiosa e spaventata la voce del mio compagno "Che hai intenzione di fare?"

«Vi raggiungerò a breve, non preoccupatevi. Devo prima far evacuare tutti da qui» risposi a entrambi.

"Cosa?! Sei impazzita?!" ringhiò Aaron facendosi avanti.

«Aaron, per favore, fai come ti ho detto. Ho bisogno di saperti al sicuro.»

"Ed io? A me non ci pensi? Io non ho bisogno di saperti al sicuro?"

«Non è la stessa cosa.» Questa frase sembrò farlo perdere definitivamente le staffe perché un istante più tardi me lo ritrovai di fronte in forma umana.

Mi prese per le spalle e mi scosse violentemente «Non dire assurdità, è esattamente la stessa cosa.» Il suo sguardo lampeggiava di furia ad un soffio dal mio.

«No, non lo è» risposi risoluta «io sono nata per questo, è il mio compito ed io ho un'arma per portarlo a termine, la stessa che ti ha fatto questo» dissi sfiorando il marchio che aveva sul collo. A mio tocco vidi il suo sguardo spalancarsi e quella reazione mi provocò una sorta di calore interno così decisi di continuare a stuzzicarlo «e questo» sussurrai sulle sue labbra sfiorando la ferita al fianco che gli avevo procurato, della quale ormai rimanevano solo qualche segno pallido. Strinsi una mano sulla sua pelle spoglia ormai sicura di non causargli altro dolore e lo strinsi a me. «Tu invece rischieresti solo di farti del male» dissi prima di unire le mie labbra alle sue in un bacio breve, ma intenso.

Fu infatti la voce di Alexander a riscuoterci dopo solo qualche istante. «Ascolta la tua compagna.» Lo sguardo era particolarmente tagliente e mi parve che imprimesse un tono di disprezzo nel pronunciare le parole "la tua compagna", ma forse era solo una mia impressione. Aaron non parve farci caso comunque, il suo sguardo era sempre fisso sul mio.

Sforzai un sorriso per rassicurarlo «Già, sarò di ritorno molto prima che tu te ne accorga.»

Il suo sguardo si imbronciò «Sarà difficile visto che la sento subito la tua mancanza» con un braccio mi circondò la mia vita per potermi stringere di più a sé mentre con l'altra mano andò a sfiorarmi il mio marchio procurandomi un brivido «e sento anche altre cose» disse poi lanciandomi uno sguardo strano.

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