FEVER

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Levi scandagliò la classe nel silenzio di tomba che la sua espressione affilata gli concedeva senza sforzi. Era un banale venerdì. Un qualsiasi ventidue Dicembre in cui gli studenti attendevano trepidanti la fine della scuola per godersi le due settimane di vacanze natalizie. Tuttavia, qualcosa quella mattina non stava andando secondo i suoi piani. Anziché vedere il moccioso festeggiare tranquillo l'ultimo giorno insieme ai fidati compagni, Levi si era ritrovato di fronte a un banco vuoto. Immediatamente aveva pensato all'ultima volta in cui aveva visto Eren. A quel weekend del tutto fuori programma che gli aveva incasinato il cervello più di quanto volesse ammettere. La settimana era stata più dura del previsto, lontano dal ragazzo che aveva trascorso tutti i pomeriggi a scuola per i recuperi nelle tante materie che gli rovinavano la media. Eppure Levi si era aggrappato come qualsiasi altro alunno a quel Venerdì. Quell'ultimo giorno di scuola che gli avrebbe concesso un pomeriggio, o tanti pomeriggi, in totale compagnia di quel viso sempre arrossato di imbarazzo. Ma Eren non c'era.

"Arlert, Ackerman, che fine ha fatto il terzo moschettiere? Ero pronto a dargli l'ennesima nota per la mancanza dei compiti a casa."

Levi suonò volutamente minaccioso, pregando che il suo vero interesse non trapelasse. Guardò principalmente il biondino, più facile da intimidire rispetto a Mikasa. La ragazza per pura coincidenza portava il suo cognome e a Levi non era sfuggito che avessero in comune anche l'aria decisa e il temperamento d'acciaio. Eppure fu proprio lei a guardarlo senza timore negli occhi seri prima di rispondere.

"Non lo sappiamo. Ieri sera non è voluto uscire e al momento non risponde ai messaggi."

"Capisco. Aprite il libro a pagina sessanta. Dovete finire la traduzione entro venti minuti. Dopo iniziamo con le domande. Due a testa. Rispondete bene e forse non avrete tutti un'insufficienza in pagella."

Levi parlò chiaro, assicurandosi che tutte le teste si buttassero a capofitto sul manuale di inglese prima di sfilare il cellulare dalla valigetta e avvicinarsi alla porta.

"Devo andare un attimo in presidenza. Non ci metterò tanto per cui non sognatevi di fare casino."

Levi si fiondò fuori dall'aula, sicuro che la sua ammonizione avrebbe tenuto calmi i mocciosi. Corse veloce al bagno dei professori e, mentre stava ancora entrando dalla porta, l'orecchio era già premuto contro lo schermo immacolato del suo smartphone. Passeggiò sulle piastrelle fredde finché la segreteria non gli fece capire che Eren non avrebbe risposto. Digitò velocemente un ordine perentorio nella loro chat di WhatsApp. Un semplice fatti sentire moccioso prima che venga a trascinare il tuo culo a scuola lo fece ritornare in classe più ansioso di prima. Durante le interrogazioni fu più che difficile non sbirciare il telefono ogni cinque minuti e ancora più arduo nascondere l'apprensione nel non vedere alcuna risposta da Eren.

"Arm, che ne dici del professore?"

Mikasa bisbigliò al compagno, più silenziosamente di un alito di vento.

"Che è l'uomo più freddo e insensibile che io abbia mai visto. Che altro vuoi sapere esattamente?"

Armin rispose alla domanda inquisitrice dell'amica. Un vago cipiglio nervoso gli incrinò il viso mentre lanciava occhiate furtive al soggetto della loro conversazione.

"Non ti sembra un po' troppo fissato con Eren?"

"Lo è sempre stato. Sappiamo benissimo che l'ha preso di mira dal primo anno. Se solo Eren non fosse stato così insolente da litigarci quando si è addormentato nella sua ora. Si sarebbe risparmiato cinque anni di torture."

Armin alzò gli occhi, sconcertato dalla testa calda di Eren.

"Sì, okay, ma gli sta sempre addosso. Ultimamente lo fa fermare sempre dopo le lezioni e poi oggi saranno passati al massimo tre secondi prima che ci chiedesse di lui."

SECRET LESSONS (ERERI)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora