33. La paura ci appartiene

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-Ce l'hai fatta a fare cosa, Eithel?-

No.

No.

È tutto nella mia testa. 

Mi ripetevo questa frase come un mantra da ormai quindici? Venti? Trenta minuti forse.

Non riuscivo a pensare ad altro.

Mesi dietro questa cosa e ora puff come per magia tutto svanito.

Paragone strano detto da una strega in una scuola di magia, ma non avevo altra spiegazione.

Odiavo la mia vita ogni giorno sempre più.

Prima Draco. E ora questo.

Ero destinata a sgretolarmi.

La mia essenza doveva svanire.

Lentamente.

Perché la rapidità è troppo buona. È gentile e sta dalla parte del bene.

La rapidità è indolore. Mentre la lentezza, beh che dire, ti logora dall'interno.

L'esempio più fattibile da fare è la morte.

Chi è che preferisce una morte lenta a una rapida. Chi tiene alla vita, certo. Ma per una come me?

Io non ho nulla da perdere.

Non più almeno.

Se dovessi morire vorrei farlo in fretta. Vorrei una cosa che non me me faccia accorgere.

Perché dover soffrire ancora? Non ho sofferto abbastanza?

Ho solo diciotto anni e ho sofferto quanto una quarantenne babbana divorziata in preda agli ormoni. Magari anche con dei figli a cui badare.

Sentivo l'ansia aumentare secondo per secondo.

Il respiro farsi pesante e affannoso.

L'aria non circolava più nei miei polmoni.

Questo è il classico esempio di morte che non vorrei. Un attacco di panico in piena regola prima di finire sepolta.

Vedevo qualcuno buttato in ginocchio sopra di me. Mi diceva qualcosa ma non capivo. Mi scuoteva.

Era nel panico.

Noi Serpeverdi che brutto tiro che ci è stato tirato.

Ci sentiamo forti, ma alla fine abbiamo paura.

Sì, abbiamo paura di fallire. Di non essere abbastanza. Di deludere. Di non raggiungere i propri obiettivi.

Ma siamo bravi a fingere.

Se siamo tristi, ci mostriamo arrabbiati.
Se siamo arrabbiati, ci mostriamo freddi.
Se siamo distrutti, ci mostriamo indifferenti.

Suppongo che quest'ultima sia la più brutta tra tutte. Non far trapelare le emozioni, non è una novità. Ma... essere indifferenti è molto più orribile.

Sentire un vuoto dentro. Sentire di non riuscire a provare più nulla.

Essere apatici.

Solo in quel momento riconobbi di sfuggita il volto di fronte a me.

Mattheo.

Supposi di essere caduta a terra. Il soffitto sopra la mia testa prese a volteggiare. Il pavimento sotto il mio corpo sembrava sprofondare. E io con loro.

-Eithel!- Un urlo si propase per l'intera stanza.

L'unica cosa che riconobbi prima di vedere nero, fu una chioma di capelli bianchi e rosa.

La testa mi doveva particolarmente, ma non ricordavo cosa fosse successo.

Hai avuto un attacco di panico perché ti hanno scoperta con le mani nel sacco.

Atropo!

Oh, suvvia Cloto. Non puoi proteggerla sempre.

Lachesi ha ragione.

Sono il suo istinto di sopravvivenza. In questo momento non vuole sapere.

Tacete una buona volta.

Ricordavo di aver riparato l'armadio. Ho corso fino in sala comune e... e poi mi hanno scoperta.

Aprii gli occhi lentamente. Una luce calda arrivava da lontano.

Ero forse morta?

Questo è l'inferno?

-Eddy! Come ti senti?- misi a fuoco Astrid.

Cosa ci faceva lei qui?

-Acqua- biascicai.

La mia gola mi ringraziò e anche il mio corpo.

Non ricordavo.

Odiavo non ricordare.

-Sono entrata in sala comune e tu eri a terra in preda a un attacco di panico. Cosa è successo-

-Niente- mi alzai, se pur traballante, e uscì dalla sua stanza.

Camminai con la mano appoggiata al muro.

Dovevo raggiungere i ragazzi.

Dovevo sapere.

Tom mi corse incontro quando iniziai a salire le scale verso il loro dormitorio. Non riuscivo a spiegare questa irrazionale bontà da parte del fratello più grande dei Riddle.

È sempre stato calcolatore, manipolatore, persuasivo. Buono? No, mai.

Non era nelle sue doti essere buono. Certo dimostrava di tenerci al fratello, a modo suo. Però, lo faceva.

Non avevo mai visto Tom così interessato a me. Non aveva mai dimostrato nessun sentimento. Ora pareva preoccuparsi.

-Come ti senti?-

-Bene, Tom. Tu?- chiesi. Ero troppo colpita da questa situazione.

-Bene. Non sono io quello che ha rischiato di soffocare- scherzò. Un mezzo sorriso gli si dipinse sulle labbra.

Wow.

-Che.. che avete detto a Blaise?-

Già, era stato lui a sentirmi esultare.

-Che avevi preso un voto abbastanza alto in pozioni- mi sussurrò all'orecchio davanti alla porta della loro stanza.

Annuii.

Blaise non ci credeva. Lo sapevo.

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eccomi qua.

allora..... capitolo piatto scusatemi

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in love with both of themDove le storie prendono vita. Scoprilo ora