Capitolo 3 - A casa

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Capitolo 3 - A casa

 

Non sono passati due minuti da quando sono rincasato che Sloan Hagen, tipica finta bionda, dal fisico pazzesco, munita sempre dello smartphone più recente, bevitrice di Evian, piercing all’ombelico, figlia del direttore generale di una grossa azienda nonché la ragazza con cui in realtà dovrò andare al ballo, mi chiama al cellulare.

Clicco il tasto Ignora. Lei richiama. E poi di nuovo. Alla fine, mi arrendo.

“C’è una tizia gotica che va a dire a tutti che l’hai invitata al ballo!” urla. Mantieni la calma, te l’aspettavi mi dico.

“Ti sembra possibile che io abbia invitato una disadattata al ballo?”

“E allora perché va in giro a dirlo a tutti?” ribatte lei, e posso immaginarla mentre alza il suo perfetto sopracciglio ben curato.

“Non posso mica controllare quello che dice di me una squilibrata” rispondo semplicemente.

“Quindi non l’hai invitata?” chiede, dubbiosa.

“Sei fuori? Perché dovrei invitare un cesso se ho già invitato la ragazza più sexy della scuola?” Poi faccio la mia voce speciale solo-per-Sloane. “Noi due siamo la coppia perfetta, piccola.”

Ridacchia. “Quello che pensavo. Dirò a tutti che s’è sbagliata.”

“Non, non lo fare” dico subito senza pensarci.

“Perché no?” Riprende ad insospettirsi.

“Beh...” rifletto su cosa dire mentre mi inumidisco le labbra. “È anche divertente, no? Una sfigata che va dicendo a tutti che andrà al ballo più figo dell’anno con il tizio con cui esci tu.”

“Se lo dici tu.”

“Immagina la scena. Lei dice a tutti che ci andrà con me, magari ci crede pure e si mette tutta in tiro. Poi io arrivo al ballo con te. Fighissimo.”

“Ti amo, Zayn” dichiara Sloane facendo un’altra risatina. “Sei così diabolico.”

“Vuoi dire un genio del male.” Faccio una gran risata di quelle che fanno i cattivi nei cartoni animati. “Quindi che ne pensi?”

“Quando hai ragione, hai ragione. Sarà fighissimo.”

“Esatto. Per cui c’è una sola cosa che devi fare perché accada: tieni la bocca chiusa.”

“Certo, ma... Zayn?”

“Sì?”

“Faresti meglio a non farlo a me uno scherzetto del genere. Non sarei così stupida da cascarci.”

Non ne sono troppo sicuro, ma dico: “Mai, Sloane” obbediente come un labrador.

“E... Zayn?”

“Sì, che c’è?”

“Avrò un vestito nero, con pochissima stoffa.”

“Mmh. Suona bene.” Mi immagino già il suo corpo da urlo fasciato da un vestitino molto corto.

“Già, quindi mi piacerebbe un’orchidea abbinata. Viola” mi ordina.

“Certo” dico, pensando che è questo il bello di Sloane. Della maggior parte della gente che conoscevo, a pensarci. Se riescono ad avere da te quello che desiderano, in cambio ti daranno quello che vuoi tu.

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Riaggancio e cerco sull’elenco della scuola il numero di Kendra. Sloane non mi ha del tutto convinto quando mi ha promesso che le dirà nulla, per cui penso di chiamare Kendra per un controllo di sicurezza.

Ma quando guardo la lettera H dell’elenco, non c’è nessuna Kendra Hilferty. Per cui verifico ogni singolo nome del volume, dalla A alla Z, per ben due volte, senza trovare nessuna Kendra.

Cerco di ricordare se c’era a inizio anno ma inutilmente: ragazze così il mio radar nemmeno le capta.

Verso le nove, sto guardando gli Yankees darci dentro quando sento la chiave di mio padre alla porta. È strano, mio padre non rincasa quasi mai prima che io vada a letto.

Potrei spostarmi in camera per guardare la tv, ma lo schermo al plasma è in soggiorno. E poi sono tentato di raccontare a mio padre la storia del ballo. Non che sia chissà che, ma è il genere di cose che possono quantomeno interessarlo.

“Ehi, indovina cosa è successo?” dico.

“Che? Scusami, Aaron. Non ti ho sentito. C’è qualcuno qui che cerca di parlarmi.” Con la mano mi fa segno di stare zitto, sta usando il Bluetooth. Ho sempre pensato che la gente che lo usa abbia un’aria totalmente stupida, come se parlasse da sola.

Va in cucina e continua a parlare. Considero l’idea di alzare il volume della tv, ma so che mio padre si arrabbierebbe. Dice che tenere la tv accesa mentre lui è al telefono fa proletariato. Il problema è che lui è sempre al telefono.

Finalmente riaggancia. Lo sento frugare dentro il SubZero – quello che lui continua a chiamare frigo –, cercando la roba che la domestica gli ha lasciato per cena.

Poi sento lo sportello del microonde aprirsi e richiudersi. So che a questo punto dovrebbe uscire, perché ha tre minuti esatti da ammazzare parlando con me.

E infatti. “Com’è andata oggi a scuola?”.

È stato un vero spasso. Io e Trevor abbiamo piazzato dappertutto i cavi che ci serviranno domani per far esplodere le bombe. Dobbiamo solo capire come fare a procurarci i mitra senza che tu ci scopra. Non dovrebbe essere complicato, visto che non ci sei mai.

Ieri t’ho fregato la carta di credito. Ho pensato che non te ne sarebbe importato, né che te ne saresti accorto.

“Alla grande” dico invece, fingendo un sorriso. “Hanno scelto i finalisti per la corte del ballo ci primavera, e io sono in lista. Dicono che è probabile che vinca.”

“Fantastico, Zayn.” Abbassa lo sguardo sul suo cellulare ed io mi domando: se gli avessi detto l’altra cosa, avrebbe comunque commentato “Fantastico, Zayn”? Probabile.

Provo a dirgli l’unica cosa a cui di solito risponde. “Hai sentito la mamma di recente?”

La mamma se n’è andata quando avevo undici anni perché ‘ci deve pur essere dell’altro lì fuori’. Alla fine ha sposato un chirurgo plastico ed è andata a vivere a Miami, così potrà prendersi tutto il sole che vuole senza preoccuparsi di invecchiare. O di chiamarmi.

“Che? Ah, probabilmente sarà a rinsecchirsi da qualche parte al sole” dice distrattamente. Guarda verso la cucina, come se il microonde gli stesse urlando di sbrigarsi.

“Oggi cacciano Jessica Silver” aggiunge. Jessica è la sua co-conduttrice. Riporta così la conversazione al suo argomento preferito: sé stesso.

“Perché?” chiedo.

“La versione ufficiale è per uno sbaglio che ha fatto nel dare la notizia dell’incidente Kramer.” Non ho idea di cosa sia l’incidente Kramer.

Papà continua. “Ma detto tra noi, se dopo il bambino avesse perso dieci chili – anzi, sarebbe stato ancora meglio non farlo proprio il bambino – avrebbe ancora un lavoro.”

Il che mi fa pensare a quel che ha detto Kendra. E allora? Alla gente piace di più guardare i belli che i brutti, è la natura umana. C’è qualcosa di sbagliato?

“È una perfetta imbecille” concordo. Papà riprende a guardare verso la cucina, per cui dico: “Gli Yankees vanno alla grande.”

“Che?” domanda papà. Si concentra sulla tv per, diciamo, un decimo di secondo. “Ah, ho un mucchio di lavoro da fare, Zayn.”

Poi si porta il piatto in camera e chiude la porta, lasciandomi solo. 

Beastly || Zayn Malik [INTERROTTA] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora