One Shot

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Mi svegliai nella stessa esatta posizione in cui mi ero addormentata la notte prima, con l'unica differenza che per ora avevo ancora le lenzuola addosso. La sveglia sul mio lato del comodino lampeggiava le 5:30 del mattino, era presto, troppo presto per alzarmi.

Di fianco a me Severus stava ancora dormendo con le braccia avvolte intorno alla mia vita, mentre i miei occhi si stavano lentamente abituando all'oscurità. Osservai realmente per la prima volta la stanza; era così diversa dalla mia camera nella casa a Londra. Le pareti erano di un color antracite spento e alle finestre erano state applicate delle tende scure; che impedivano alla luce di penetrare correttamente. La stanza era ampia e la parete destra presentava una grande libreria in frassino, dal suo lato del letto invece, vi era un ampio camino moderno completamente bianco, decorato da qualche candela rifinita.

Il respiro di Severus sulla pelle mi allontanò dai miei pensieri, lui stava ancora dormendo abbracciato a me, così mi spostai leggermente facendo in modo che non si svegliasse e mi accoccolai contro il suo petto nudo, per poi richiudere gli occhi; cullata dal suo odore di whisky incendiario e tornare a dormire.

Lì riaprii con cautela solo qualche tempo dopo, ora la luce nella stanza era aumentata; facendomi capire di aver dormito ancora parecchio.
Mi voltai, Severus era appoggiato sui gomiti e mi stava guardando con un sorriso allegro stampato sul volto.
«Buongiorno» mi salutò spostandomi con una mano una ciocca dal viso «Dormito bene?» .
Io spostai più vicino il mio corpo, avevo leggermente freddo «Molto» gli risposi con un espressione compiaciuta sul volto.
«sei troppo bella la mattina appena sveglia...» mi sussurrò compiaciuto
«mmmh...cosa stai dicendo, smettila?!» gli risposi confusa, immaginando quanto potessi essere bella la mattina. Senza trucco, con le occhiaie, la voce assonnata, il sudore e i capelli scompigliati dal sesso.

Dopo qualche minuto passato a rimanere abbracciati iniziò a sfiorarmi delicatamente la schiena e a baciarmi sul collo, percorrendolo con il suo fresco respiro di menta, causandomi un brivido per il calore delle sue labbra sulla mia pelle.
Inarcai il collo, muovendo le spalle per alleviare gli spasmi che mi percorrevano il corpo.
Avvicinò le labbra al mio orecchio «voltati».
Feci come mi era stato detto e mi trovai davanti un espressione di puro piacere, così iniziai a far correre il mio sguardo sul suo corpo asciutto, arrivando fino all'addome dove rividi i suoi profondi sfregi.

Durante la guerra Severus aveva fatto per lungo tempo il doppiogiochista, il Signore Oscuro però ogni qual volta non fosse stato soddisfatto, lo torturava insieme ad altri mangiamorte per puro divertimento. Lasciandoli a volte allo stremo delle forze.

Appoggiò le mani tra le gambe, in modo da coprire la parte superiore delle mie cosce, i pollici rivolti verso l'interno si muovevano in lenti cerchi, a millimetri di distanza dal mio sesso dolorante.
Mi strinse le cosce «da dove cominciare?» mormorò in tono pensieroso; sollevando la mano e facendo scorrere il suo pollice sul mio labbro inferiore. «qui?» chiese più a sé stesso che a me. Io schiusi le labbra, la sua voce mi faceva impazzire. Mi ero innamorata fin dal primo istante della sua voce profonda tanto che a volte al mattino mi facevo sussurrare all'orecchio procedimenti delle sue pozioni preferite. Amavo quei momenti così intimi e sereni tra di noi.

«o qui?» la sua voce si fece più roca smentendo la calma apparente, alzò un sopracciglio e iniziò a roteare il suo pollice sul mio capezzolo. Ansimai.
Iniziò a scendere verso il basso e quando il calore della sua mano raggiunse l'interno delle cosce, mi costrinsi a respirare profondamente. La voglia si iniziò a farmi sentire intontita.
Sentii il dito di Severus scorrere sotto il clitoride, generando lampi di piacere in mille direzioni diverse in tutto il mio corpo «penso che comincerò da qui...!».

Mi accasciai in avanti, con la fronte poggiata sulla sua spalla, mentre la parte superiore del corpo freme all'unisono con il battito accelerato.
«sei già fradicia» mi canzonò piano nel mio orecchio mentre cominciò ad affondare il dito, immediatamente i miei muscoli iniziarono a contrarsi intorno ad esso ed il mio battito iniziò ad accelerare.
«dimmi che mi ami» chiese ritirandosi a spargere il liquido sul mio clitoride prima di rientrare con due dita.
«ho bisogno che tu mi dica che mi ami».
«ti amo» gli risposi ansimando contro di lui, in quel momento il suo corpo si rilasso leggermente per poi riprende più forte di prima.

SEVERUS SNAPE//Non serve un ti amoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora