Capitolo 36.2: Così come sei

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Sono qui in auto che aspetto quella dolce creatura di nome Sanem, pronto per passare questo pomeriggio a caccia di costumi di scena e attrezzature per lo spot

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Sono qui in auto che aspetto quella dolce creatura di nome Sanem, pronto per passare questo pomeriggio a caccia di costumi di scena e attrezzature per lo spot.
Tengo stretto in un pugno il suo anello, sottrattole dalle mie abili mani questa notte e, quando alzo gli occhi guardando in direzione della sua casa, la vedo uscire dalla portafinestra e venirmi incontro.
Lestamente, ripongo con cura i miei tesori in tasca lasciando che la bandana e l'anello rimangano insieme.
Sanem sale in auto, riservandomi un'altra occhiata carica di sospetto della quale, vorrei ridere a crepapelle. «Possiamo andare?» le chiedo sorridendole, con una mano sul volante e una sul cambio, mentre lei annuisce guardando fuori dal parabrezza.
Metto in moto e pochi secondi dopo ecco che siamo entrambi fuori dalla tenuta, diretti verso il centro per i nostri acquisti.
In auto, nonostante ci sia silenzio, sorrido, poiché non è affatto come quei silenzi che mi hanno accolto quei primi giorni di permanenza qui. Sono silenzi diversi, giocosi, carichi di imbarazzo forse, eppure nonostante siano comunque dei silenzi, mi rendono felice. È lei a renderti felice, Can!
Di tanto in tanto le lancio un'occhiata, per il timore di aver solo immaginato la sua presenza qui con me e, ogni volta che i miei occhi incontrano il suo volto, mi dico che non è affatto un sogno, ma la realtà.

«Lo penso anch'io!» dice lei improvvisamente, rompendo quel silenzio e lasciandomi voltare verso di lei ad osservarla confuso. «Anche tu cosa?» le chiedo, timoroso di non averle prestato attenzione e curioso di capire cosa voglia dire.
Sanem, alla mia domanda, si volta con occhi sgranati verso di me, scuotendo la sua bellissima testa e imprimendosi sul viso un espressione da "Non ho detto nulla".
Torno a prestare attenzione alla strada, confuso dalla sua affermazione improvvisa, senza capirne il significato e dopo qualche secondo, ecco che avverto i suoi occhi su di me.
Ancora confuso, mi volto verso di lei e la vedo osservarmi di nuovo con sospetto. Faccio finta di nulla, e continuo a guidare tranquillo e d'un tratto, ecco che lei, ancora una volta, dice improvvisamente e senza alcun senso «Esattamente!».
Mi volto verso di lei e noto che i suoi occhi, sono rivolti verso l'alto ad osservare un punto impreciso dell'abitacolo dell'auto. Ma che stai facendo, Sanem?Allah, Allah..

La osservo confuso più che mai e, i suoi splendidi occhi richiamati dai miei si puntano su di me. Mi sorride con aria innocente, per poi tornare a fissare quello stesso punto in alto dell'abitacolo.
«Non succederà mai!» dice sottovoce e, ormai curioso e confuso, decido di chiederle spiegazioni, pregando l'altissimo che non sia nulla di grave.
«Ehm.. Sanem.. Sei sicura che non ci sia nulla che tu voglia dirmi? Voglio dire..» le chiedo, voltandomi verso di lei e osservandola scrupoloso e lei, colta di sorpresa, mi osserva sgranando gli occhi.
«Se c'è qualcosa che vuoi dirmi, parla senza esitazione. Nessun indugio, non essere timida!» le dico, incitandola a parlare e spiegarmi quei suoi modi strani che, in ogni caso, la rendono unica.
La vedo distogliere lo sguardo da me per qualche secondo e ragionare sulle mie parole e infine, ecco che senza più alcuna esitazione sul suo volto, si volta verso di me decisa e mi spiega ciò che sta succedendo.

GOCCE D'AMBRA (SOSPESA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora