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(Edited)

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Jisung

Jisung odiava gli sguardi che riceveva dalle persone mentre camminava lungo il corridoio a scuola, innumerevoli succhiotti sul collo e lividi sulle braccia scoperte.

Il povero piccolo Jisung di 11 anni aveva paura che se qualcuno avesse scoperto il suo sporco piccolo segreto, non ne avrebbe mai sentito la fine.

Oh, ma lo sapevano. Sapeva che loro lo sapevano, ma sapeva anche che a loro non poteva importare di meno della sicurezza e del benessere di Jisung. beh, quasi nessuno...

"Ehi, Jisungie!" gridò una voce familiare.

Era Park Jinyoung, il suo migliore amico. Anche se non avevano lezioni insieme, visto che Jinyoung aveva due anni più di lui, Jinyoung era ancora lì, e Jisung ne era grato.

Anche in così giovane età, Jisung stava lottando internamente anche se aveva l'aspetto esteriore di un ragazzino felice e frizzante che aveva ancora la sua innocenza.

Jisung era tutt'altro che innocente, almeno per quanto riguarda l'innocenza tipica dell'infanzia.

Quel giorno qualcosa era andato storto, Jisung lo sentiva nelle viscere, ma il ragazzo lo aveva semplicemente scacciato via.

Fino ad oggi, Jisung avrebbe voluto aver ascoltato il suo istinto.

"Ehi 'Sungie, come stai oggi?" chiese Jinyoung.

"Sto bene" sorrise Jisung, "e tu?" Jinyoung capì che il sorriso era forzato, ma non disse nulla.

Jinyoung non ha mai detto niente in realtà, ma diceva sempre che sarebbe sempre stato lì per Jisung se avesse mai avuto bisogno di una spalla su cui piangere.

Tuttavia, tutto stava per cambiare...

"Jisung, io uh...ho delle brutte notizie" sospirò Jinyoung.

"Che tipo di brutte notizie? È successo qualcosa? Stai bene?" chiese Jisung, ovviamente preoccupato.

"I miei genitori ed io ci stiamo trasferendo...in America...mi dispiace Sungie, ma parto domani" Jinyoung sospirò tristemente.

I due smisero di camminare e Jisung era rimasto sotto shock. Il suo unico amico lo stava lasciando...

"M-ma, hai sempre detto che saresti sempre stato qui per me...h-hai mentito?" Jisung tirò su col naso, la voce rotta mentre ogni traccia di felicità veniva cancellata dalla sua espressione.

"Lo so, ma non c'è davvero niente che io possa fare. Sono i miei genitori" qualcosa nel tono di Jinyoung disse a Jisung che aveva provato letteralmente di tutto per farli rimanere lì in Corea, ma i suoi genitori erano irremovibili nel trasferirsi, dicendo che Jisung avrebbe trovare nuovi amici.

Jinyoung sapeva che Jisung non si sarebbe fatto nuovi amici, non importava quanto fosse gentile il giovane con tutti, perché tutti lo sapevano, o meglio presumevano la verità.

Jisung veniva abusato, ma a nessuno sembrava importare.

Nessuno, oltre Jinyoung, e ora stava lasciando Jisung tutto solo...

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Antipodal // Minsung (Edited)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora