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Scendo dalla macchina e noto subito un edificio grigio con poche finestre e un giardino pieno di sterpaie.

Ci mancano solo i picconi per spaccare i sassi e una recinzione alta sei metri e allora sì che sarebbe un autentico carcere minorile.

-Carino no?-
si volta verso di me il mio assistente sociale sorridendomi, lo incenerisco con lo sguardo, mi sta prendendo in giro?.

L'interno sembra quasi una vera e propria scuola:
cartelloni contro il cyber bullismo sono affissi sui muri, poster penzolanti della mascotte della scuola e qualche bacheca in sughero piena di foglietti appuntati,
insomma le solite cazzate ordinarie.

- Benvenuti!-

Una voce ci arriva alle spalle facendoci voltare.

L'uomo che ha appena parlato si avvicina subito a me porgendomi la mano,
ricambio il saluto stringendola saldamente.

Pare avere una cinquantina d'anni,
è vestito in modo professionale anche se ha l'aria di chi non dorme da giorni:
la camicia bianca infilata nei pantaloni cachi, è quattro volte più grande di lui, le rughe gli contornano gli occhi, ha un accenno di barba sfatta sul viso e i lineamenti sono rigidi donandogli un'espressione severa.

-Devi essere Cassiopea giusto?-

-Sì, ma preferirei Cass-
rispondo timidamente.
Odio il mio vero nome e odio le persone che me l'hanno dato alla nascita.

-Piacere Cass, io sono il direttore dell'istituto, chiamami pure Mr.Morrinson-
increspa le sue labbra sottili in un sorriso gentile.
-Io ora devo parlare con il tuo assistente sociale, incaricherò qualcuno che ti passi a prendere qui per farti fare un giro-
mi lancia un ultimo sguardo e poi si volta verso quel fallito che dovrebbe prendersi cura di me, ma che ovviamente non lo fa.

-Se vuole seguirmi nel mio ufficio-

Mi salutano tutte e due e poi si incamminano lungo il corridoio.

Ora sono sola e spaesata non so che fare, ha detto che sarebbe arrivato qualcuno a prendermi per farmi fare un giro dell'istituto.

Decido di sedermi per terra con la schiena contro il muro ed aspettare qui.

Non riesco a bloccare il flusso dei miei pensieri.
La mia vita è cambiata in così poco tempo e non so sinceramente se in meglio o in peggio.

Devo solo andare avanti e scontare la messa alla prova che mi ha imposto il giudice in questo posto.
Posso e devo farcela.

-Ciao-
una vocina delicata mi risveglia dai miei pensieri.

Alzo il viso verso l'alto, una bellissima ragazza mi sorride.

Sembra un piccolo angelo, la pelle è candida come la neve,
i lunghi capelli sono bianchi e sottili.
Deve essere sicuramente albina, i lineamenti del viso sono armoniosi e qualche lentiggine grigiolina gli decora il nasino all'insù.
Sembra uscita da una fiaba per bambini, ma la cosa che mi stupisce di più, sono gli occhi di un'azzurro stranissimo, sembrano pure avere qualche sfumatura lilla all'interno.

Mi alzo in piedi e la sovrasto con la mia altezza, se lei pare delicata e indifesa io sono l'opposto,
sei lei è il bianco io sono il nero.

I miei capelli non sono come i suoi, sono lunghi,scuri e spessi.
I miei lineamenti tipici italiani sovrastano i suoi così delicati, lei deve avere qualche origine dell'est europa.
Con i miei occhi grandi e scuri, il naso dritto con la punta leggermente all'insù, le mie labbra carnose e la pelle abbronzata faccio a botte con la sua delicatezza.

-Il direttore mi ha chiesto di farti fare un giro del posto-

-Sì, ti stavo aspettando infatti-
gli sorrido, sembra molto timida e anche impaurita.

sii gentile e non fare la scorbutica come al solito.

Mi rimprovero mentalmente da sola.
-Io sono Cass comunque-

-Io sono Rachel piacere-.

Iniziamo questo "tour" e lei mi porta a vedere la mensa, il giardino e le varie aule.

Piano piano si sblocca e inizia a parlarmi senza più quel timore a farle tremare la voce.
Mi parla un po di se stessa e dei corsi che ha deciso di seguire e chiede a quali vorrei iscrivermi io.

-E infine qui c'è la sezione di arte - spalanca la porta.

-che rottura di palle -
sbuffa qualcuno all'interno.

-Chi cazzo è ora?-
gracchia la stessa voce di prima

Ci fermiamo fuori dall'aula, perché Rachel mi fa segno di non entrare.

-Jas, sono io-
squittisce intimorita.

-Non ci credo..sei sempre in mezzo, fanculo chiudi quella cazzo di porta-

-N..non posso il direttore mi ha chiesto di far fare un giro alla nuova arrivata-

Si sentono dei passi e dopo poco
una ragazza senza maglietta si presenta davanti a noi ,rossa in viso per la rabbia.

-Non mi interessa, saltate quest'aula-
vipera.

-Devo scopare e non me ne frega un cazzo se questa qui deve fare il giro della scuola-

Sento la mano formicolare, un altra parola in più e giuro che la prendo dai capelli e le sbatto la testa contro il muro talmente forte da far cadere tutti gli affissi.

Rachel rimane in silenzio e si fa piccola piccola, è davvero intimorita da sta stronza?
un pò di spina dorsale cazzo.

Punto i miei occhi fissi sulla ragazza dai capelli rossi, alias stronza faccia da culo.

-E tu che cazzo vuoi?-
si accorge del mio sguardo su di lei e finalmente punta gli occhi scuri nei miei.

-Che ti rimetti la maglia e infine voglio che ti levi dalle palle che devo finire il giro e non ho tempo da perdere io-.
gli rispondo secca, senza far trapelare nessuna emozione.

Lei sgrana gli occhi pesantemente truccati.

-Che cosa hai detto?-

-Non fare la finta tonta hai sentito benissimo, e ora muoviti-.

Sembra sul punto di saltarmi addosso.

-Avete rotto il cazzo galline di merda-
un'altra voce si aggiunge e proviene di nuovo dall'interno dell'aula,
un ragazzo alto e moro ci passa affianco uscendo fuori.
Non riesco a vederlo bene in viso perché mi da giá le spalle andandosene velocemente via.

La squilibrata inizia a camminare velocemente per raggiungere il ragazzo,
ma prima mi lancia un'ultima occhiata di disprezzo.

-Tesoro aspettami!-
gli gracchia alla schiena quella gallina.

Lui continua tranquillamente la sua camminata senza nemmeno ascoltarla e poi sparisce dietro l'angolo.

Lei aumenta il passo sgambettando in modo maldestro, si deve essere pentita di aver messo il tacco dodici per girare fra i corridoi di una cazzo scuola.

Sorrido al pensiero di lei che cade e si spezza il collo.

-Allora continuiamo?-
mi richiama Rachel

Over PainDove le storie prendono vita. Scoprilo ora